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La fame di Fonseca: "La mia carriera sta cambiando, ora voglio di più"

Il brasiliano, dopo il successo a Buenos Aires, è pronto all'abbracio del suo pubblico a Rio de Janeiro: "Sono orgoglioso, ma voglio di più. Vedere che i bambini mi idolatrano mi motiva a raggiungere il mio obiettivo: essere il numero uno al mondo”

di | 18 febbraio 2025

L'impatto di Joao Fonseca col dirittto (Getty Images)

L'impatto di Joao Fonseca col dirittto (Getty Images)

Il tempo, soprattutto quello interiore, è relativo. E quando ci si diverte, quando si sogna, il tempo corre veloce. Joao Fonseca, il nuovo astro nascente del tennis mondiale, non fa eccezione. Dodici mesi fa, a 17 anni, al primo turno nell'ATP 500 di Rio de Janeiro, la sua Rio, batteva con una prestazione scintillante Arthur Fils (allora n. 36 ATP). Nel 2025, al Rio Open presented by Claro, lo accolgono invece come un eroe sin dagli allenamenti pre-torneo e dalla conferenza stampa.

“Nella mia carriera le cose sono sempre accadute molto rapidamente”, ha raccontato. Dalla vittoria contro Fils, d’altronde, è davvero cambiato tutto. A novembre ha trionfato alle NextGen ATP Finals presented by PIF, e a inizio stagione è entrato in Top-100 con un’altra folgorante prima volta: il “battesimo” assoluto in uno Slam, festeggiato con il primo successo su un Top-10 (Andrey Rublev, n. 9) all’Australian Open.

Un cammino lungo, un’ascesa rapida per tornare sulla terra rossa Sud America e scrivere un altro pezzo della sua storia, il primo titolo ATP, all’IEB+ Argentina Open di Buenos Aires: “Era in Argentina, avrei voluto che fosse a Rio, ma il primo titolo è sempre speciale”. Tanto speciale da regalargli anche un balzo di 31 posizioni nel ranking, dalla 99esima alla 68esima.

“Sono passato rapidamente dai tornei junior ai Challenger, poi all'ATP. Ho sempre pensato che avrei potuto andare lontano, che avrei potuto arrivare dove sono o anche oltre, ma non così presto. Non sapevo quale impatto avrebbe avuto la mia prestazione agli Australian Open – ha confessato –, ma mi hanno spiegato che molto è cambiato in termini di copertura mediatica. Sono lontano dai social media da un po' di tempo e vedo come tutto è cambiato. Sono orgoglioso, ma voglio di più. Vedere che i bambini mi idolatrano mi motiva a raggiungere il mio obiettivo: essere il numero uno al mondo”.

“Dopo NextGen la visibilità è aumentata. È stato fantastico per la mia carriera. Non mi ha fatto guadagnare punti, ma era un titolo molto importante. Penso che dopo quel momento ci sia stato un balzo più grande. Dopo l'Australia sento che la mia vita è cambiata. Tutti i giocatori hanno iniziato a rispettarmi di più. Ora penso che tutti capiscano che posso arrivare lontano”.

E sembra averlo capito anche chi non è un tennista, ma allo stesso tempo fa tremare le gambe a Fonseca. È il caso di leggende brasiliane come Ronaldo o Neymar, o anche di chi cerca di seguirne le orme, come la stella del Real Madrid Vinicius Jr.. “Sono idoli per me. È folle che dicano che io sia lo stesso per loro”.

Eppure, la statura mentale, l’approccio, non è quello di chi si siede sulla propria popolarità. Anzi, a Rio c’è proprio un tifo da godersi e da soddisfare. In particolar modo dopo la prova di forza, tennistica e mentale, superata nella “torcida” di Baires, in cui ha affrontato quattro argentini: “Non conosco bene Alexander Muller (suo avversario nel match d’esordio), ma parlerò con il mio allenatore. Mi sono allenato bene e sono pronto. Fisicamente sto benissimo – ha chiarito, scacciando i dubbi dopo i problemi avvertiti la scorsa settimana – sono pronto per una settimana impegnativa a Rio"

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