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Engel, passione e determinazione da "big": chi è il baby-fenomeno tedesco

Ad ottobre ha vinto il suo primo Challenger, ha come idolo Nadal e come coach Kohlschreiber (ex n.16 ATP), che di lui parla come un predestinato: "Dà sempre il 100% e ha carattteristiche fondamentali per il tennis moderno". Le Next Gen ATP Finals potrebbero essere una vetrina stroardinaria per il classe 2007 di Norimberga

di | 12 dicembre 2025

Justin Engel (Getty Images)

Justin Engel (Getty Images)

“Farò del mio meglio per qualificarmi alle Next Gen ATP Finals”, aveva detto Justin Engel, classe 2007, lo scorso aprile, durante il torneo di Amburgo. Nato a Norimberga, il tedesco è diventato lo scorso anno il primo giocatore del suo anno a vincere un match ATP, sul cemento indoor di Almaty. Chiudendo da n.187 ATP, non è riuscito a qualificarsi direttamente all’evento di Jeddah, riservato ai migliori Under 20 dell’anno solare, eppure vi prenderà comunque parte usufruendo del ritiro di Jakub Mensik per problemi fisici.

Determinato in allenamento, guerriero e anche un po’ personaggio in campo, Engel ha iniziato a praticare il tennis grazie al papà Horst. È un ragazzo come tanti della sua generazione, adora Cristiano Ronaldo e ascolta The Weeknd (icona R&B), ma ha anche vissuto una vita diversa da quella di tanti coetanei: parla il tedesco, l’inglese, il rumeno (grazie ai soggiorni dai nonni in Moldavia), e ha fatto in tempo persino a “dimenticare” il russo, che non parla più, ma capisce ancora perfettamente.

La sua determinazione è ovviamente legata ai risultati che sul campo – per sua “fortuna”, da predestinato – non sono mai mancati: “Vincere mi dava una sensazione fantastica, e poi vincere il torneo nazionale Under 11 al mio terzo torneo è stato speciale”, ha raccontato all’ATP ad Almaty, dopo la vittoria che era arrivata contro Coleman Wong.

Da allora, però, è cresciuto ancora. Nel 2025, Engel ha vinto anche le prime partite sulla terra rossa e sull’erba (dove ha raggiunto i quarti di finale a Stoccarda, il primo a livello ATP), e a 17 anni e otto mesi è diventato il secondo più giovane dal 1990 ad oggi a vincere almeno un match ATP sulle tre superfici.

Meglio di lui ha fatto solo il suo idolo, Rafael Nadal: “Volevo essere come lui in campo, mentalmente sempre a spingere e a lottare. Era il mio giocatore preferito da quando ero bambino. In campo non sono esattamente come lui – ha ammesso sempre ad Almaty – ma sono anche io un combattente”.

Dopo un periodo difficile tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, la svolta è arrivata con il primo successo a livello Futures, in un torneo in Austria: “All’improvviso ho sentito che tutto fosse possibile per me”, ha confessato. Ad Almaty, il percorso si è fermato al secondo turno contro Francisco Cerundolo, ma non ha di certo intaccato la fiducia di Engel, che anzi ha avviato un’ambiziosa collaborazione con un nome pesante del tennis tedesco, almeno prima di Alexander Zverev.

Poco dopo Almaty, infatti, a fargli da coach è arrivato Philipp Kohlschreiber, che in un’intervista all’ATP nel mese di giugno ne ha tratteggiato bene pregi e margini di miglioramento: “È molto concentrato sul duro lavoro, così tanto che a volte devo farlo rallentare – ha commentato -. Dall’altro lato, l’aspetto positivo è che lui dà sempre il 100%. Voglio aiutarlo ad imparare il più possibile ed al più presto certe cose. Lui ama il tennis e i grandi palcoscenici: ‘Non voglio dire che sia uno showman, ma gli piace l’attenzione e gli piace restituire qualcosa ai fan’”.

Justin Engel (Getty Images)

Justin Engel (Getty Images)

Anche passando ad aspetti più squisitamente tecnici e fisici, l’ottimismo di Kohlschreiber, ex n.16 al mondo, è evidente: “Fisicamente è già forte, e ogni giorno si spinge oltre i proprio limiti. Genera anche molta velocità al servizio e con i due fondamentali, una qualità fondamentale nel tennis moderno. Ora devo aiutarlo a combinare tutto questo con la giusta strategia, cercando di migliorare il suo modo di pensare in campo”.

Sinner con il trofeo delle Next Gen ATP Finals a Milano nel 2019 (Getty Images)

Sinner con il trofeo delle Next Gen ATP Finals a Milano nel 2019 (Getty Images)

Ad ottobre, un anno dopo Almaty, ha vinto il suo primo torneo Challenger proprio ad Amburgo, superando l’azzurro Federico Cinà in finale. E anche in termini mentalità e comunicazione, il giovane teutonico è già “sul pezzo”: “Più che la motivazione, conta la disciplina. Conta metterci passione, essere professionali e fare le tue cose”. Kohlschreiber ha messo tutto in guardia sulla sua capacità di “nutrirsi” dei grandi palcoscenici, e a 18 anni non sembra esserci miglior occasione per farlo che alle Next Gen ATP Finals, che negli anni sono rimasti un trampolino di lancio fondamentale per i giovani più forti del mondo, compresi Jannik Siinner (campione nel 2019) e Carlos Alcaraz (campione nel 2021).

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