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Draper-Lehecka, diversi e uguali, scontro fra coetanei votati al top

I due ventiduenni si meritano la finale di Adelaide dopo aver eliminato avversari più forti e quotati e chiedono spazio al vertice. Scommettono su gioco, fisico e testa

di | 12 gennaio 2024

Jack Draper e Jiri Lehecka sono due 22ennei coetanei di Jannik Sinner che, non ancora protagonisti di vertice e non ancora così ben quotati in classifica come l’altoatesino, sono dovuti transitare per i tornei preparatori degli Australian Open e si ritrovano legittimamente di fronte in finale nel “250” di Adelaide.

Grazie ai colpacci contro le prime due teste di serie, rispettivamente, Paul e Jarry, e poi due nomi sulla carta superiori, come Bublik e Korda. Due star annunciate, appena più avanti negli anni, che, per motivi diversi, vuoi mentali vuoi fisici, non riescono a stabilizzarsi nei quartieri alti.

SOLIDITA’

Molto diversi, Jack è mancino, è alto 1.93, dal gioco esplosivo, sta imparando a cercare la rete appena può, Jiri è 1.85 e costruisce i punti da fondo, esaltandosi nella riposta e nei passanti; l’inglese è figlio d’arte (mamma Nicky è stata campionessa nazionale, papà ha guidato la Federazione) e s’è bloccato due anni fa per la rottura dei legamenti della caviglia, il ceco pure ha i geni sportivi dei genitori (papà nuotatore e mamma velocista su pista) ed è un gran bell’atleta, completo.

Tutti e due inseguono solidità e continuità per esaltare il potenziale da top 20 che ancora non riescono ad esprimere, a fronte di ottime prestazioni e di fiammate di primo livello. Tutti e due spingono su tennis, fisico e testa per fare il salto di qualità.

MAESTRO/PAPA’

Lehecka si confessa da sempre col coach storico, Michal Navratil, per colmare i cali di concentrazione e di fiducia che lo frenano, così come qualche errore di gestione nei momenti topici. Un anno fa, sulla scia delle belle prove alle NextGen Finals di Milano, esplodeva agli Australian Open superando Coric, Eubanks, Norrie ed Aliassime, arrendendosi solo nei quarti a Tsitsipas.

Poi ci ha messo un po’ a stabilizzarsi nella prima stagione sull’ATP Tour, fino al terzo turno guadagnato a Wimbledon nei 5 set da ricordare contro Tommy Paul, seguito però dall’infortunio e quindi subito dal ritiro contro Medvedev. S’è rimesso in luce solo ad agosto con la finale di Winston Salem persa - con rabbia - con Baez, ma vale più del 29 del mondo.

E’ uno molto riflessivo, che ha bisogno sempre di riscontri per tentare e quindi varare cose nuove nel suo gioco, e quindi impiega più tempo per crescere. Ma in Australia, con la luce e i grandi spazi, si esalta: “Amo questo paese, è così bello cominciare l’anno qui… Ho apprezzato ogni momento della prima volta ad Adelaide e si è visto anche in campo. Sono anche un po’ sorpreso di aver già fatto così bene al primo torneo ma ho fatto tutto quello che dovevo perché accadesse”. Che soddisfazione s’è preso nello smantellare il servizio e quindi battere nettamente Sebastian Korda, nato negli Usa da una delle star del tennis ceco, Petr, assistito all’angolo da Radek Stepanek, che è stato uno degli idoli di Lehecka?

Il rovescio di Jiri Lehecka all'Adelaide International (Getty Images)

LEZIONE

Le difficoltà hanno fortificato Jack Draper, che già a 3 anni stringeva la racchetta e si allenava con mamma, enfant gaté del tennis brit, finalista a Wimbledon juniores, viziato nell’impatto pro secondo i più dalle wild card sponsorizzate da papà, e poi sgambettato dal destino.

Perché, a Indian Wells sembrava lanciatissimo, dopo aver superato i ben più accreditati connazionali Evans e soprattutto Murray ma poi s’è ritirato contro Alcaraz, è rientrato sulla terra, s’è ritirato ancora a Parigi, s’è ripresentato solo ad agosto nei Challenger, ha ripreso coraggio sul Tour a New York, battendo Hurkacz e cedendo al quarto turno a Rublev, per poi riproporsi ancora nei Challenger arrendendosi in finale a Orleans ed aggiudicandosi Bergamo, guadagnando così un’altra iniezione di fiducia per raggiungere la finale ATP di Sofia, pur persa contro Mannarino.

 “In quest’ultimo anno sono maturato molto, dopo lo stop di due anni fa, anche nel 2023 ho avuto parecchi infortuni (addominali e spalla), e sono sceso anche uscito dai primi 100. Però, dovendomi fermare proprio nel mezzo della stagione, ho cercato di lavorare a fondo sul fisico e ho seguito quello che facevano i colleghi per rimanere in condizione. Così, quando sono rientrato, agli US Open, ero motivatissimo e soprattutto pronto, e ora quei bel risultati mi danno tanta fiducia per quest’anno”.

Le difficoltà l’hanno provato e gli hanno insegnato:Ho dovuto imparare molto su me stesso, oggi mi sento molto più forte mentalmente e ho molte più prospettive di essere in una buona posizione. Anche nel mio tennis, sento che sto migliorando nel cercare di più la rete e nel vincere io i punti senza aspettare l’errore dell’avversario”. Di sicuro vale più del 38 del mondo e oggi contro Lehecka potrà verificarlo contro un altro giocatore in ascesa come Draper. Chi sfaterà per primo il tabù titolo ATP?

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