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Djokovic chiude con Murray: "Grazie per il sostegno, la nostra amicizia è più profonda"

L'annuncio a meno di due settimane dall'inizio del Roland Garros

13 maggio 2025

Novak Djokovic e Andy Murray durante una sessione di allenamento a Indian Wells (Getty) (Getty)

Novak Djokovic e Andy Murray durante una sessione di allenamento a Indian Wells (Getty)

Dopo solo sei mesi termina la collaborazione tra Novak Djokovic e Andy Murray. "Grazie coach Andy per il duro lavoro, il divertimento, il sostegno in campo e fuori. La nostra amicizia è diventata più profonda" ha detto Djokovic che la prossima settimana sarà in campo a Ginevra grazie a una wild card prima di volare a Parigi per il Roland Garros.

"Grazie, Novak, per questa incredibile opportunità di lavorare insieme e al suo team per il duro lavoro degli ultimi sei mesi - ha aggiunto lo scozzese - Auguro a Novak il meglio per il resto della stagione".

Djokovic continua a inseguire il titolo numero 100 nel circuito ATP. Finalista a Miami e semifinalista all'Australian Open quest'anno, ha incassato per volte una serie di tre sconfitte consecutive nel 2025. Prima di quest'anno non gli era mai successo di perdere tre match di fila dal 2018.

 "È un po' una nuova realtà per me, devo ammetterlo," ha detto Djokovic a Madrid. "Sto cercando di vincere una o due partite, senza davvero pensare di arrivare lontano nel torneo. È una sensazione completamente diversa rispetto a quanto ho provato in oltre 20 anni di carriera. Dal punto di vista mentale per me è una sfida".

"Sono piacevolmente sorpreso dalla sua dedizione e professionalità, considerando che non ha mai avuto esperienza come allenatore di tennis," diceva Djokovic di Murray all'inizio della loro collaborazione a gennaio.

"Per lui è qualcosa di naturale. La sua intelligenza, tennistica e non solo, è molto alta. Osserva e parla nei momenti più importanti, capisce quando è il momento giusto per dire qualcosa, cosa dire e cosa chiedere. All’inizio è stata una sensazione un po’ strana condividere con lui riflessioni non solo sul gioco, ma anche su come mi sento, sulla vita in generale perché è sempre stato uno dei miei più grandi rivali".


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