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Djokovic riparte da Ginevra con un nuovo coach: "Qui per prepararmi al Roland Garros"

Il n. 6 al mondo è la seconda testa di serie a Ginevra, dove cerca la prima vittoria stagionale sulla terra rossa. Recentemente separatosi da coach Murray, sarà affiancato da Dusan Vemic, capitano di BJK Cup serba. Al debutto affronterà Fucsovics, sempre battuto in cinque incontri

di | 20 maggio 2025

Un primo piano di Djokovic (Getty Images)

Un primo piano di Djokovic (Getty Images)

Pochi giorni fa, un po’ a sorpresa, è arrivato l’annuncio della fine della collaborazione tra Novak Djokovic e Andy Murray, che dopo essere stato suo rivale (ritiratosi dalle competizioni la scorsa estate) si era unito al team dell’attuale n. 6 del mondo in qualità di coach. Una decisione arrivata in un momento caldo della stagione, a due settimane dall’inizio dal Roland Garros (secondo Grand Slam della stagione) e a pochissimi giorni dal debutto nel Gonet Geneva Open (ATP 250 sulla terra di Ginevra - montepremi di 596.035 euro).

Debutto che, a tutti gli effetti, è previsto per domani contro l’ungherese Marton Fucsovics (n. 134), vittorioso ieri nel match di primo turno (contro il n. 49 Zizou Bergs) e ora pronto a sfidare il serbo, testa di serie n. 2 in Svizzera, che invece ha usufruito di un bye.

 

 

Per Djokovic, si tratta della seconda presenza consecutiva a Ginevra, dove lo scorso anno perse in semifinale di fronte al ceco Tomas Machac. Il suo ritorno nel torneo, grazie ad una wild card, è una sorpresa per le tempistiche, ma non così tanto se si guarda ai risultati recenti. Sulla terra battuta europea, in preparazione all’Open di Francia, Djokovic ha sì saltato gli Internazionali BNL d’Italia, ma ha anche rimediato, nelle settimane precedenti, due sconfitte all’esordio tra i Masters 1000 di Monte-Carlo e Madrid.

"Non ho giocato molto sulla terra - ha detto in un'intervista a L'Équipe prima del torneo -. Spero di vincerne una, di giocarne più di una qui, di migliorare la mia forma prima dell'obiettivo principale su questa superficie, il Roland Garros".

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Sulle sue condizioni alla vigilia del torneo ci sono ben poche certezze. Una certezza, però, sono le sue motivazioni. In questo senso, Djokovic ha spiegato che la stima per Murray è cresciuta nonostante l'interruzione del rapporto che, fa sapere "non sarebbe stato comunque a lungo termine". "Nella stagione su terra avremmo deciso torneo dopo torneo, e col tempo abbiamo capito che la collaborazione non avrebbe potuto darci qualcosa in più sul campo. Non ha funzionato, ma lui resta una persona fantastica, con un QI tennistico eccezionale".

"Non sono abituato a questo genere di circostanze con due eliminazioni al primo turno, ma sapevo che, forse, questo momento sarebbe arrivato. Sono orgoglioso di quello che ho fatto, ma ho ancora il desiderio di vincere i titoli più importanti, di vincere i tornei del Grande Slam. Ecco perché sono qui a giocare nel torneo di Ginevra, perché cerco di fare le cose bene, di vincere più trofei". Cercando, così, tanto agognato 100esimo titolo ATP. Una caccia che dura dall'ultimo trionfo, l'oro olimpico di Parigi 2024.

Già lo scorso anno, sulla sua panchina c'era stato l'avvicendamento tra Goran Ivanisevic (campione di Wimbledon 2001) e Nenad Zimonjic, suo grande amico ed ex compagno di Coppa Davis. Come allora, anche dopo Murray, Djokovic ha deciso di affidarsi a persone che conosce da tempo: "Con me ci sarà Dusan Vemic (ex Top 200 in singolo e n. 31 in doppio). È capitano della squadra serba di Coppa BJK, era nella mia squadra qualche anno fa".

La foto in basso, ad esempio, lo ritrae in primissima fila nel suo box allo US Open 2012: spesso, infatti, l'attuale 48enne lo seguiva anche in veste di sparring partner negli allenamenti. "È qui, e sarà con me al Roland Garros - ha chiarito -. Boris Bosnjakovic, che è stato analista nella squadra e assistente allenatore, seguirà con Dusan i prossimi tornei. E poi si vedrà. Non ho fretta di scegliere, o di sapere se avrò qualcun altro al mio fianco oppure no. Non lo so. Mi sento bene con loro. 

Gebhard Phil-Gritsch (il preparatore, a sinistra) e Dusan Vemic (a destra) nel box di Djokovic in una foto del 2012 (Getty Images)

Gebhard Phil-Gritsch (il preparatore, a sinistra) e Dusan Vemic (a destra) nel box di Djokovic in una foto del 2012 (Getty Images)

Paradossalmente, uno dei pochi punti di riferimento è rappresentato proprio da Fucsovics, un avversario che Djokovic conosce piuttosto bene, avendolo battuto in tutti e cinque i precedenti ufficiali. L’ultimo risale al 2023, ed è anche l’unico match fra di loro sulla terra battuta, terminato con un 3-0 in favore dell’ex n. 1 al secondo turno del Roland Garros (torneo che poi avrebbe fatto suo vincendo la finale su Casper Ruud).

Djokovic e Fucsovics (campione a Ginevra nel 2018) si sono incontrati anche ai quarti di finale di Wimbledon nel 2021, ma ora – come suggerisce anche la classifica, l’ungherese (33enne, con un best ranking n. 34 nel 2019) è un giocatore di rango inferiore rispetto al passato, che “Nole” può affrontare con rispetto, ma anche con l’idea di trovare ritmo. Nei quarti, d’altronde, potrebbe potenzialmente ritrovarsi con Matteo Arnaldi, suo giustiziere, in due set, a Madrid.

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