Le parole in conferenza stampa di Darren Cahill, coach di Jannik Sinner, dopo il secondo trionfo consecutivo dell'azzurro alle Nitto ATP Finals
di Alessandro Mastroluca, da Torino | 17 novembre 2025
"Nel tennis hai il controllo su un solo colpo, ed è il servizio. Jannik Sinner e Simone Vagnozzi hanno fatto un lavoro incredibile nelle ultime quattro o cinque settimane per riorganizzare il servizio e trovare quel ritmo e quella cadenza che gli hanno permesso di alzare la percentuale di prime". Il coach australiano Darren Cahill ha individuato in questo aspetto la chiave del trionfo alle Nitto ATP Finals di Sinner, nono giocatore a vincere il titolo nel torneo dei "Maestri" per almeno due anni di fila.
"Non è solo una questione di percentuale di prime. Se ci interessasse davvero solo quella, gli faremmo rallentare la velocità per metterne di più. Invece Jannik ha aumentato i chilometri orari, tira più vicino alle righe e ottiene molti più punti gratuiti" ha spiegato.

Il bis di Sinner alle Finals
In un tennis veloce come quello giocato da Sinner e Carlos Alcaraz, che non concedono tempo per respirare agli avversari, il servizio è solo metà della storia. C'è da considerare anche la risposta al servizio, che dipende anche da quanto bene serve l'avversario. "Cerchiamo di imparare dai migliori, Rafa, Novak e Roger, e di implementare quanto più possibile da loro per dare al Jannik gli strumenti per mettere più pressione possibile sugli avversari" ha spiegato Cahill.
"Sebbene Jannik risponda già molto bene, sentiamo che ha ancora margini di miglioramento in quell’area. Questa è la cosa davvero interessante ed entusiasmante nel lavorare con qualcuno forte come Jannik: ci sono parti del suo gioco che possono ancora crescere molto. E vogliamo che giochi il suo miglior tennis a 28, 29, 30 anni. Speriamo di impostare ora il piano e la piattaforma che gli permetteranno di farlo tra qualche anno".
E migliorare ancora il suo rendimento nei grandi tornei. Se si prendono in considerazione questa categoria come viene definita dall'ATP, che vi fa rientrare Slam, Nitto ATP Finals, Masters 1000 e ori olimpici, Sinner ne ha vinto uno ogni 5,8 giocati. Solo Djokovic (3.3), Rafael Nadal (3.5), Alcaraz (3.9), Roger Federer (4.4) e Pete Sampras (4.9) hanno fatto meglio.
Il duro indoor resta la sua superficie migliore, quella su cui ha vinto 31 partite di fila nel circuito ATP. Ma si è dimostrato vincente anche sull'erba, come dimostra il trionfo a Wimbledon, il primo per un italiano in singolare maschile ai Championships, e ha raggiunto quest'anno due finali agli Internazionali BNL d'Italia e al Roland Garros.
"Credo che ci sia ancora una grande varietà tra le superfici. Non sono tutte campi di velocità media. Questo, secondo me, era medio-veloce, piuttosto rapida. La differenza tra Indian Wells e, per esempio, Cincinnati è enorme. Indian Wells è un campo molto lento. Cincinnati è uno dei campi in cemento più veloci del tour. Credo che la varietà sia giusta. Forse si potrebbero rendere le palle un po’ più rapide. Ne abbiamo parlato: sarebbe utile che i tornei usassero una palla più uniforme, specialmente tra la stagione sulla terra e quella sul cemento americano È un po’ una questione di cosa si vuole vedere: volete solo servizi vincenti e punti rapidissimi, o lo spettacolo emozionante che abbiamo visto stasera?" ha detto Cahill.
Per quanto riguarda il gioco di Jannik, ha concluso, "credo che si adatti bene a tutte le superfici, lente, veloci o medie. Ovviamente la terra sarà un grande obiettivo per noi l’anno prossimo, per continuare a migliorare il suo tennis su quella superficie. Continueremo a lavorarci".