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Borg e il tumore: "Combatto come fosse una finale di Wimbledon"

Bjorn Borg racconta nel suo libro autobiografico la scoperta del cancro aggressivo alla prostata. Alla BBC rivela: "E' in remissione"

18 settembre 2025

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Vive "giorno dopo giorno" Bjorn Borg, operato nel 2024 per un cancro alla prostata “estremamente aggressivo”. Lo svedese ha annunciato la notizia nell’ultimo capitolo della sua autobiografia,  Heartbeats: A Memoir (in italiano "Battiti", edita da Rizzoli), scritta insieme alla moglie Patricia. La malattia, ha spiegato, "era nel suo stadio più avanzato, [ma combatto] ogni giorno come se fosse una finale di Wimbledon”.

L’ex numero uno al mondo, che ha vinto 11 titoli del Grande Slam, è in remissione, come ha rivelato alla BBC. "Ho parlato con il medico e mi ha detto che era davvero, davvero grave - ha detto - Mi ha spiegato che ho queste cellule tumorali dormienti [e] che sarà una battaglia in futuro Ogni sei mesi faccio i controlli. L’ultimo l’ho fatto due settimane fa. È una cosa con cui devo convivere.”

In carriera Borg ha trionfato sei volte al Roland Garros tra il 1974 e il 1981, e cinque volte a Wimbledon dal 1976 al 1980, quando vinse la memorabile finale contro John McEnroe considerata una delle migliori partite di tutti i tempi. "E' stata la partita che mi ha dato più soddisfazione, aveva tutto" ha detto Borg, che ha abbandonato il tennis poco dopo la sconfitta in finale allo US Open 1981, sempre contro McEnroe.  “Ci rispettavamo moltissimo, con lui e con Connors. Combattevamo per essere i migliori al mondo. Perciò era impossibile che fossimo grandi amici. Oggi invece c'è una bella amicizia fra me e John. Ci vediamo, andiamo a cena insieme, parliamo del tennis di oggi ma mai delle vecchie partite".

Borg e il tumore: "Combatto come fosse una finale di Wimbledon"

Borg ha vinto 66 titoli in singolare, è stato per 109 settimane numero uno al mondo e ha detenuto il record di 41 vittorie consecutive a Wimbledon. Ha abbandonato il tennis a 25 anni, e dopo un decennio tenterà un anacronistico quanto infruttuoso rientro in campo. "Ho lasciato perché ne avevo abbastanza. Avevo perso interesse e motivazione - ha detto - Se avessi saputo cosa sarebbe successo negli anni successivi, avrei continuato a giocare a tennis. Dopo la fine della mia carriera sono stato vicino alla morte molte volte ma ho sistemato la mia vita. Sono molto felice di me stesso”.

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