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Becker su Sinner e Alcaraz: "Sono dei modelli da seguire"

In un'intervista al Guardian, la leggenda tedesca ha elogiato l'alchimia, dentro e fuori dal campo, tra i due rivali. E su Djokovic: "È bello che continui a giocare, abbiamo bisogno di lui"

di | 28 novembre 2025

Boris Becker (Getty Images)

Boris Becker (Getty Images)

Dall’amore per l’Italia alla stima per Jannik Sinner (e Carlos Alcaraz). Boris Becker è tornato a parlare in termini lusinghieri della sua vita a Milano e del campione in cui tutta Italia oramai si identifica. Lo ha fatto anche in un contesto non esattamente semplice, per ribadire però al mondo e a sé stesso quanto ora sia in un momento felice, e possa per questo tornare a godersi lo sport che ama.

In un’intervista al “Guardian”, infatti, il tedesco ha raccontato uno dei periodi più duri della sua vita: i 231 giorni vissuti in carcere in Regno Unito per via di problemi con il fisco. Giorni in cui ha potuto riflettere sulla propria vita: “Il motivo per cui sto bene è perché mi sono assunto la piena responsabilità del bene e del male che ho fatto”.

Becker su Sinner e Alcaraz: "Sono dei modelli da seguire"

Il “gancio” per parlare di Sinner arriva proprio dallo scarto generazionale tra la sua e quella attuale: “È un po’ strano, ma sono modelli di riferimento ed è meraviglioso che abbiano questa alchimia dentro e fuori dal campo. La nostra generazione era diversa. Non avevamo i social media. Avevamo qualità diverse. Ma, in questo mondo difficile, apprezzo molto il comportamento di Jannik e Carlos. Parlo con loro, perché non si tirano indietro dalle conversazioni con noi ex campioni”.

Le rivalità vissute da Becker, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, non lasciavano l’opportunità per fraternizzare fuori dal campo. Tanto che, con alcuni vecchi avversari, il sei volte campione Slam ha potuto stringere un rapporto ben diverso proprio nel momento più difficile. Michael Stich lo ha commosso inviandogli una lettera, mentre Pat Cash si è anche presentato come visitatore. E poi c’è Andre Agassi, che ora Becker definisce “fratello da un’altra madre”.

E poi, per motivi diversi, c’è il legame con Novak Djokovic (incontrato anche a Bologna in occasione della cerimonia per Niki Pilic durante la Final 8 di Coppa Davis), che col tedesco come allenatore ha vinto sei dei suoi 24 Major. Becker era in carcere quando il serbo vinceva Wimbledon, nel 2022, regalandogli una grande gioia: “Quando Novak vinse e alzò le braccia, mi alzai anch'io e alzai le braccia. Lo ringrazio per lo splendido ricordo, questa è la vera amicizia”, ha puntualizzato, ricordando che il serbo aveva invitato la famiglia di Becker nel box. E sul n.4 al mondo ha continuato: “È un esempio di dedizione per come si resta al top. Non possiamo dirgli quando ritirarsi. Se vuole davvero arrivare ai Giochi Olimpici del 2028, lasciatelo fare: abbiamo bisogno di lui”.

Novak Djokovic e Boris Becker (Getty Images)

Novak Djokovic e Boris Becker (Getty Images)

Un giorno dopo che l’intervista venisse pubblicata, sui social è apparso l’annuncio della nascita di Zoe Vittoria Becker, quintogenita avuta dall’attuale moglie Lillian, con cui vive appunto nel capoluogo milanese: “Mi sto impegnando al massimo per avere una bella vita con mia moglie e la mia famiglia. L'Italia è un paese meraviglioso e la vita è bella al momento”. Ancor più bella forse, ora, con la vita che lo pone di fronte ad una nuova, dolcissima, sfida.

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