I due coach del n.1 sono stati premiati come "Allenatori dell'anno" dall'ATP: "A Monte-Carlo ha avuto una svolta, ha imparato ad esprimersi davanti alle difficoltà: ora dobbiamo alimentare la sua motivazione"
di Samuele Diodato | 11 dicembre 2025
Accontentarsi è un qualcosa che le grandi rivalità non ammettono. Lo ha imparato nel tempo, e soprattutto messo in pratica quest’anno, Carlos Alcaraz. Tre anni dopo la prima volta, il murciano è tornato a chiudere la stagione ATP da n.1 davanti al grande rivale Jannik Sinner, che fino all’ultimo – fino alla matematica conferma alle Nitto ATP Finals – ha dato orgogliosamente battaglia.
È anche per questo che il traguardo raggiunto – n.1 di fine anno per la seconda volta in carriera ad appena 22 anni – pesa ben di più della “semplice” coppa che viene consegnata al vincitore. Lo sa anche Juan Carlos Ferrero, che per il percorso intrapreso quest’anno ha vinto il premio di “Allenatore dell’anno” dell’ATP insieme alla new entry del team, Samuel Lopez, ricordato soprattutto per i tanti anni al fianco di Pablo Carreno Busta.
Introducing your 2025 coach of the year, Samuel Lopez & Juan Carlos Ferrero ??#ATPAwards pic.twitter.com/Z4ATBszJSQ
— ATP Tour (@atptour) December 11, 2025
“Vincere questo premio non è un vero obiettivo – ha detto Ferrero al sito ATP – ma è bello che qualcuno riconosca quanto è complicato quello che facciamo. Quest’anno la felicità è doppia per esserci riuscito al fianco di Samuel”. Che era stato al suo fianco, per un periodo, durante la sua carriera.
“Abbiamo lavorato sulle stesse cose, ma mentre loro sono insieme da sette anni, io ho cercato di dare una prospettiva diversa, spingendo comunque sull’idea che si debba lavorare in un ambiente allegro”, ha aggiunto Lopez. “Io sono più severo – ha commentato Ferrero, mentre lui è un po’ più giocoso: il nostro obiettivo è che Carlos lavori sempre al 100%, facendo emergere tutto il suo talento”.
Non parlano di tecnica, i due, ma di “mantenere viva la sua ambizione, farla crescere per raggiungere traguardi alla portata di pochi”. Il tutto, appunto, senza mai “accontentarsi di nulla, puntando a qualcosa in più con la gioia che lo caratterizza e che ispira tutti noi”.
Una missione, si potrebbe dire, pienamente riuscita, ma non senza difficoltà. La mente è tornata quindi alla fase iniziale della stagione, all’eliminazione in semifinale ad Indian Wells e a quella all’esordio a Miami: “Aveva perso fiducia, e di solito quando lo vediamo in difficoltà, gli parliamo amichevolmente e non tanto da allenatori – ha spiegato Ferrero -. Vincere a Monte-Carlo senza giocare troppo bene, ma con un atteggiamento eccezionale, è stato come un faro e gli ha dato la lucidità per il resto della stagione con risultati impressionanti”.
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