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Il n.2 del mondo, sicuramente un campione, ha difficoltà da sempre a spinger forte quando l’avversario gli propone colpi profondi ma con poco peso. E si lamenta delle palle utilizzate al Foro Italico che sono identiche a quelle di Madrid e Monte-Carlo. Quello che cambia sono le condizioni climatiche e la velocità del campo. E lui fa confusione anche con la tensione delle corde
di Enzo Anderloni | 15 maggio 2025
Furibondo per l’ennesima bocciatura sulla terra battuta, che pure lo ha sempre visto grande protagonista, Alexander Zverev si attacca di nuovo alle palle, con dichiarazioni che rischiano di generare confusione e fraintendimenti su una questione che è chiara come il sole. La sconfitta con Lorenzo Musetti nei quarti di finale degli Internazionali BNL d'Italia brucia: il n.2 del mondo fatica ad accettarla e cerca attenuanti. Dopo il match d'esordio, insoddisfatto per la prestazione, aveva sostenuto che le palle fossere differenti da quelle dei tornei precedenti. Ieri sera, frustrato per la quantità di errori commessi, è tornato sull'argomento.
“Le palle erano un vero disastro oggi, diventavano enormi dopo pochi scambi e si faticava a giocare. Questo problema esiste da diversi anni, ma nessuno sembra volerlo risolvere” – ha dichiarato dopo la sconfitta nei quarti di finale degli Internazionali BNL d’Italia - “Le palle diventano troppo grandi, sono difficili da spingere e non escono dalla racchetta come si deve. È un vero incubo per chi ha il mio tipo di gioco”.
Un modo per dare la colpa agli altri e addirittura per sminuire i meriti del suo avversario: “Il suo stile di gioco è sempre lo stesso, si difende bene e aspetta l’errore dell’avversario, soprattutto sulla terra rossa. Indubbiamente è stato favorito dalle condizioni.”
E’ in un momento difficile il 28enne di Amburgo, le scelte che fa e le cose che dice tradiscono una certa confusione. Prendiamo l’eterna questione delle palle da tennis che sarebbero diverse da un torneo all’altro e creerebbero problemi ai giocatori. E a lui in particolare. Premesso che quando nel circuito cambia la superficie (dal duro alla terra battuta, dalla terra battuta all’erba) cambiano anche le palline utilizzate, per ovvi motivi (cambia anche il tipo di scarpa utilizzato dai giocatori), nei tre tornei ATP Masters 1000 della primavera europea le palline sono assolutamente identiche.
Per scrupolo abbiamo verificato con i responsabili di Dunlop, il marchio inglese oggi di proprietà della giapponese Sumitomo: si tratta del modello Dunlop ATP, con le specifiche da terra battuta, prodotto in un’unica partita selezionata in uno stabilimento che si trova nelle Filippine. Se Zverev chiedesse di verificarlo potrebbe ricevere dal Principato di Monaco e da Madrid le etichette degli scatoloni e vedrebbe che corrispondo alla fornitura consegnata al Foro Italico per gli Internazionali BNL d’Italia.
Le palle sono dunque identiche. Quello che cambia sono le condizioni climatiche in rapporto alla velocità del campo che, nel caso della terra battuta, variano a seconda della quantità di mattone tritato utilizzata e dal tipo di manutenzione.
Lo ha spiegato benissimo proprio Lorenzo Musetti nella conferenza stampa dopo il suo match d’esordio contro il finlandese Virtanen: “A Madrid la palla salta molto di più e forse c’è anche meno terra sul campo. E’ una superficie veloce dove non è facile difendersi. Monte-Carlo è uno tornei dei migliori come qualità del campo: è difficile trovare un brutto rimbalzo. Il Centrale oggi mi è sembrato molto lento. Sono curioso di vedere anche come diventerà alla sera con l’umidità. Mi pare che ci sia abbastanza terra e questo rende il campo più lento. Le palle diventano grosse velocemente. Le differenze ci sono ma penso di poter esprimere un buon tennis in tutte e tre le condizioni”.
Più chiaro e preciso di così… Aveva anche previsto che cosa sarebbe successo in un eventuale match serale, cioè proprio la situazione di cui Zverev si è lamentato.
Le condizioni descritte da Musetti sono assolutamente normali. Nell’ambiente del tennis lo sanno tutti che a Madrid, 650 metri di altitudine, la palla salta più alta e vola viaggia molto più veloce rispetto a Roma. Infatti il torneo spagnolo non è considerato una buona preparazione in vista del Roland Garros, più simile per tanti versi al Foro Italico. In riva al Tevere di certo c’è molta più umidità, specie nei match serali. Bisogna farsene una ragione.
Invece Zverev, che dopo la batosta subita nella finale degli Australian Open da Jannik Sinner ha vissuto dei mesi di scarsa fiducia, ha reagito con una scelta che ha aggiunto confusione invece di diminuirla. Lui che nel 2023 a Parigi faceva tirare le sue corde “ibride” (sintetico monofilamento sulle verticali e budello naturale sulle orizzontali) a 24/25 kg e nel tempo è sceso di un paio di chili per provare ad avere più spinta: qui a Roma ha chiesto di abbassarla addirittura a 18,8 kg per le verticali, 19,8 kg per le orizzontali. Si è fatto così realizzare una racchetta-bazooka, in grado di produrre grande potenza e rotazioni ma difficilissima da controllare. Specie se l’avversario invece di tirare solo missili senza ragionare, sa alternare accelerazioni e palle morbide, tagli sotto e rotazioni in top spin.
Conseguenze? Ieri sera ha realizzato lo stesso numero di colpi vincenti di Musetti (entrambi ne hanno piazzati 20) ma commesso un sacco di errori non forzati più del carrarino: ben 36 contro 22.
Spiace per la sua frustrazione, perché è sicuramente un gran giocatore, ma se vuole provare a raggiungere quei traguardi che gli sono finora sfuggiti (la vittoria in uno Slam, la prima posizione mondiale) deve chiarirsi meglio le idee sulle reali problematiche del suo modo di colpire la palla e impostare la partita. Dare la colpa alle palle, al campo, all’avversario troppo passivo non è da n.1 (in questo momento forse neanche da n.2) e sicuramente non aiuta a fare bella figura.
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