

Capelli lunghi e sciolti, cappellino d'ordinanza, Vito Antonio Darderi da qualcuno è definito addirittura il più promettente della famiglia. Anche se ora bisognerà spiegarlo, all'uno e all'altro, che il limite si è spostato decisamente più in alto, a quota 76 Atp
13 febbraio 2024
Il periodo d'oro della famiglia Darderi non passa solamente da Luciano. Sono trascorse poche settimane dall'esordio nel circuito Atp di Vito, che a nemmeno 16 anni si è preso la scena come uno degli azzurri più precoci di sempre, al pari di Fabio Fognini e pochi altri. E oggi che si celebra il fratello maggiore, è il caso di dare un'occhiata ulteriore al minore dei figli di Gino, il vulcanico papà che dal 2012 ha scelto l'Italia come terra (tennistica) promessa.
Capelli lunghi e sciolti, cappellino d'ordinanza, Vito Antonio Darderi da qualcuno è definito addirittura il più promettente della famiglia. Anche se ora bisognerà spiegarlo, all'uno e all'altro, che il limite si è spostato decisamente più in alto, a quota 76 Atp (peraltro con ottimi margini di progresso). Se Luciano è quello col tennis più adatto alla terra battuta, fatto di corsa, garra e top spin, Vito sembra quello più aggressivo, più deciso a comandare. Anche se un conto è l'idea che ci si può fare nei tornei Under, un'altra è la realtà dei professionisti.
Prima della sfida contro il polacco Jan Sadzik, Vito Antonio Darderi ha incordato da solo le racchette da utilizzare nel match (foto Game)
Di certo c'è che avere un fratello capace di vincere (a 21 anni, non lo dimentichiamo) un torneo Atp non potrà che far bene anche all'altro tennista della famiglia, uno che col suo sport preferito prima di tutto si diverte da morire. Vito ha esordito a livello pro nell'agosto scorso a Pescara, poi quest'anno ha ricevuto un invito per giocare le qualificazioni del Challenger di Buenos Aires: ha ceduto nettamente all'esordio, raccogliendo un game contro Gonzalo Villanueva, ma si è fatto una bella esperienza che gli tornerà comunque utile in futuro.
Vito peraltro, come ogni 16enne con delle ambizioni, gioca ancora il circuito Itf Under 18, frequentato già negli anni passati con ottimi risultati. Nel 2023 ha vinto la bellezza di sette titoli del Tour, quattro J60 e tre J30, ma anche all'impatto con le categorie superiori non si è lasciato mettere i piedi in testa, tutt'altro. Per lui, parla la semifinale del J200 di Buenos Aires, ottobre 2023, nonché una classifica di 124 al mondo. Niente male, per un classe 2008 che peraltro ha già avviato la propria attività da pro. E che - curiosità - spesso si diletta nell'incordare personalmente le proprie racchette, come faceva lo scorso anno all'Avvenire, torneo Under 16 di Milano.
Vito Darderi, vincitore 2020 della Coppa Lambertenghi (foto Panunzio)
Del resto, che il ragazzino avesse talento si era visto da tanti appuntamenti lungo il Belpaese. Nel 2019 era stato campione d'Italia Under 11, poi si era ripetuto l'anno dopo nella Coppa Lambertenghi. Era il 2020, l'anno della pandemia, e Vito mostrava tutto il suo talento sui campi del Tennis Club Milano Alberto Bonacossa, confermando il tricolore vinto a Serramazzoni, andando a prendersi anche lo scudetto under 12. Peraltro mentre il fratello maggiore Luciano – in quel momento fra i primi 10 under 18 al mondo – vinceva a Cordenons, in Friuli Venezia Giulia, la sua prima partita a livello Challenger, battendo la seconda testa di serie Antoine Hoang e mostrando armi che promettevano quel futuro materializzatosi domenica a Cordoba.
Vito è stato anche un pilastro delle Nazionali giovanili, vincendo con l'Italia la Summer Cup Under 14 nel 2022. A Valencia, in Spagna, il team azzurro superò nel match per il titolo la Germania per 2-1, con il piccolo Darderi grande protagonista, grazie al successo su Diego Dedura-Palomero. Solo uno step di un percorso che ha spesso visto il ragazzo nato in Argentina dare una mano ai compagni con la casacca azzurra. Perché se Luciano è giunto a vivere da noi a 10 anni, Vito tennisticamente è nato italiano e sta crescendo italiano. Con l'occhio vigile e attento di papà Vito a seguirlo, e con un terreno fertile attorno che rappresenta la migliore garanzia di poter far bene in futuro. Senza dare troppo peso ai risultati di oggi, ma costruendo quel tennis robusto che servirà eccome, all'impatto con il mondo dei pro. Un impatto che, visti i tempi rapidi del 16enne, non dovrebbe poi tardare così tanto.
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