Le vittorie di Sinner e di Omar Camporese nel 1991. La finale di Jannik nel 2023. E ancora la semifinale di Seppi nel 2018. Il torneo olandese ha visto spesso gli azzurri protagonisti. Sarà lo stesso quest'anno?
03 febbraio 2025
Stavolta manca Jannik Sinner, finalista nel 2023 e detentore del titolo. Ma non per questo l'Italia ha accantonato i sogni di gloria, in quel di Rotterdam. Anche perché la tradizione, nel torneo olandese, per gli azzurri è piuttosto positiva. Se i successi dell'attuale numero 1 del mondo sono ancora molto freschi, i meno giovani ricorderanno l'edizione magica del 1991, quando Omar Camporese ottenne uno dei trionfi più prestigiosi dell'intera carriera.
Il bolognese superò in finale Ivan Lendl, rimontato e battuto per 3-6 7-6 7-6 al termine di una delle migliori partite giocate da un azzurro negli anni Novanta del secolo scorso. Ma da segnalare ci sono anche due finali in doppio, entrambe collezionate da Diego Nargiso: la prima nel 1988 e la seconda nel 1990. Ma se andiamo oltre l'ultimo atto, non si può non citare la splendida semifinale di Andreas Seppi: era il 2018, Andreas entrò in tabellone addirittura come lucky loser e finì per superare Zverev e Medvedev, prima di cedere in due set lottati a Sua Maestà Roger Federer.
TRADIZIONE ITALIA
Quest'anno le ambizioni più importanti sono quelle di Matteo Berrettini, che sul veloce può far male a tutti ma che non avrà un avvio morbido. Certo, Tallon Griekspoor ci evoca ricordi positivi, se parliamo di Davis, ma in realtà è un avversario tutt'altro che morbido e in casa avrà pure il supporto del pubblico che potrà esaltarlo. I due sono coetanei (nati a poche settimane di distanza nel 1996), ma curiosamente non si sono mai affrontati in precedenza. Coltiva speranze, ovviamente, anche Lorenzo Sonego, che però ha pescato piuttosto male: subito Holger Rune (magari distratto dal weekend di Davis?), nello stesso quarto di Carlos Alcaraz. L'obiettivo principale, per il torinese, è confermare le ottime sensazioni australiane.
RILANCIO TSITSIPAS?
Sinner a parte, non c'è nessuno dei big che sta impressionando. E proprio per questo potrebbe esserci spazio per qualche grande ritorno. Uno su tutti, quello di Stefanos Tsitsipas, di cui ultimamente si conoscono più o meno tutti i pensieri privati, ma di cui si continua a non capire il destino tennistico. Il meglio, per il greco, è già passato o deve ancora arrivare?
Certo Rotterdam potrebbe non essere il luogo ideale per scoprirlo, ma in realtà ogni torneo – se Stefanos ritrova fiducia nel suo tennis – può essere adatto per rilanciarne le ambizioni. L'inizio contro Mayot forse non è stato abbastanza probante in questo senso, ma del resto da qualche parte bisogna pur incominciare.
TEST ALCARAZ
A proposito di conferme, ne cerca – eccome – anche Carlos Alcaraz, che a Rotterdam si presenta come numero 1 del seeding ma senza quell'aura di superiorità che ha avuto per lunghi tratti lungo il 2024 (e persino prima). Le ultime prestazioni in chiaroscuro dello spagnolo hanno fatto pensare che la maturazione definitiva sia ancora lontana. Ma se riflettiamo sul fatto che il ragazzo ha 21 anni e 4 Slam in bacheca, parlare di 'mancanza di continuità' appare quantomeno ingeneroso.
La curiosità per l'allievo di Juan Carlos Ferrero sta nel primo turno: di fronte a lui c'è quel Botic van de Zandschulp che lo ha già battuto – e pure in modo netto – agli Us Open dello scorso anno. Un match talmente sorprendente che l'istrionico Medvedev ci aveva pure scherzato sopra, dicendo a Carlitos che – per spaventarlo almeno un po' – si sarebbe procurato una maglietta con scritto 'Botic' sulla schiena. Scherzi a parte, nella serie di titoli dello spagnolo non ce n'è nemmeno uno conquistato in tornei indoor. A Rotterdam, dunque, potremmo assistere a una prima volta di un certo peso.