Chiudi

-
Menù
Supertennis
Cerca
Atp

“Potrebbe fare di più…”: ecco chi ha deluso nel 2024

Per motivi - e risultati - diversi Medvedev, Rublev, Tsitsipas, Rune e Shelton non possono essere troppo soddisfatti per una stagione con più ombre che luci, seppure in proporzioni differenti

di | 12 dicembre 2024

20241112_Medvedev_7.jpg

Daniil Medvedev se la prende con la racchetta (foto Sposito/FITP)

“Con le sue potenzialità, potrebbe fare di più”. Chi in tempi scolastici non si è sentito dire almeno una volta questa frase? E anche se parlare di “delusione” potrebbe sembrare un filo eccessivo se riferito a campioni che hanno terminato l’anno in top 20 (o appena fuori) se non addirittura in top 10, sono proprio le suddette “potenzialità” a fungere da parametro per un giudizio per forza di cose più soggettivo che oggettivo. Pronti, partenza, via.  

DANIIL MEDVEDEV - Per la prima volta da quando è arrivato nell'élite mondiale, il 28enne moscovita ha concluso la stagione ai minimi termini da un punto di vista non solo fisico ma soprattutto mentale. Ha iniziato l’anno sul terzo gradino del podio mondiale e lo ha terminato in quinta posizione, una roba fantastica per il novanta per cento dei giocatori del tour, ma non per il “Kraken”, che ha vinto 46 partite perdendone ben 21.

Soprattutto Medvedev, 20 trofei ATP in bacheca, per la prima volta dal 2017 non ha incrementato il suo bottino. Ha giocato solo due finali, seppure “pesanti”, all’Australian Open e ad Indian Wells, dimostrando di soffrire particolarmente sia Sinner che Alcaraz. E a proposito del numero uno del mondo Daniil si sta ancora chiedendo cosa sia successo quella domenica 28 di gennaio a Melbourne…. 

Un'espressione piuttosto eloquebte di Andrey Rublev (foto Getty Images)

Un'espressione piuttosto eloquebte di Andrey Rublev (foto Getty Images)

ANDREY RUBLEV - Cercasi serenità, disperatamente! Passare da n.5 a n.8 del ranking può anche non essere così devastante in una stagione con 43 vittorie e 26 sconfitte. Però devi avere un carattere diverso da quello del 27enne moscovita, che rende il paragone Dottor Jekyll-Mister Hyde poco più di un capriccio. Quanto può essere il migliore dei ragazzi fuori dal campo, tra iniziative benefiche ed estrema disponibilità social, in quel rettangolo eccolo trasformarsi in succube di frustrazioni eccessive.

Il trofeo ad Hong Kong, proprio nella prima settimana dell’anno, e soprattutto quello del Mutua Madrid Open (nonostante una tonsillite che lo ha più aiutato che danneggiato, costringendolo a concentrarsi su altro), i momenti migliori di una stagione nella quale i suoi demoni interiori hanno spesso avuto la meglio. 

“Rublo” ha perso un po’ di regolarità e ancora una volta non è riuscito a sfatare il tabù quarti negli Slam. In compenso è riuscito a battere di nuovo Sinner dopo due anni: è accaduto nei quarti del Master 1000 di Montreal (ma il titolo lo ha poi vinto Popyrin…).

Un bel primo piano di Stefanos Tsitsipas (foto Getty Images)

Un bel primo piano di Stefanos Tsitsipas (foto Getty Images)

STEFANOS TSITSIPAS - La stagione del 26enne di Atene i connotati della delusione ce li ha proprio tutti. E a Stefanos, partito dalla sesta poltrona mondiale, va già bene essersi comunque mantenuto a ridosso dell’élite mondiale (è n.11) in un 2024 senza infamia e senza lode.

Il bilancio, 45 vittorie e 22 sconfitte, si è un po’ “aggiustato” con i tre quarti di finale raggiunti negli ultimi tre tornei disputati, insufficienti peraltro a portarlo a Torino (se non come semplice riserva insieme a Dimitrov), lui che dal 2018 era sempre stato uno dei protagonisti delle Finals, conquistando anche il trofeo nel 2019.

Il “dio greco del tennis” ha giocato come sa soltanto per due settimane ad aprile, quelle che gli hanno permesso di centrare il tris a Monte-Carlo (battendo Sinner in semifinale e Ruud in finale per l’undicesimo trofeo della carriera) e raggiungere l’ultimo atto anche a Barcellona (perdendo stavolta contro Ruud). 

Il problema è che il greco - che ad agosto ha preso la decisione di non farsi più seguire come coach da papà Apostolos - non ha perso solo contro top-player ma anche con un botto di giocatori nemmeno top 20. In compenso la love-story con Paula Badosa, dopo la piccola crisi primaverile, sembra procedere a gonfie vele….

Holger Rune (foto Maiozzi/FITP)

Holger Rune (foto Maiozzi/FITP)

HOLGER RUNE - Con molta fiducia (ma un po’ troppo anticipo…)  era stato invitato all’assurdamente remunerata esibizione “Six Kings Slam” di ottobre a Riad nella certezza che il giovane danese dal tennis piuttosto completo e dall’espressone altrettanto impertinente un Major quest’anno lo avrebbe sicuramente conquistato. E invece anche no. Per il 21enne di Gentofte (45 match vinti e 23 persi) zero titoli, zero vittorie contro i top five e posizione n.13 al termine di una stagione iniziata al n.8.

Ma soprattutto con il coetaneo Alcaraz che sta costruendo con Sinner una rivalità destinata a diventare storica (non per niente lo spagnolo e l’azzurro si sono equamente divisi gli Slam). Prendersi la responsabilità per i propri risultati potrebbe essere un buon inizio per Holger, che ha cominciato il 2024 con Boris Becker e Severin Luthi, ha cambiato e ricambiato (Mouratoglou) nel corso dell’anno per poi ritornare al suo primo coach, quel Lars Christensen che lo aveva di fatto scoperto.

Ben Shelton (foto Getty Images)

Ben Shelton (foto Getty Images)

BEN SHELTON - Il ragazzo si farà, ma forse ci vorrà un po’ più di tempo del previsto, o almeno più di quanto fatto pensare a papà Bryan da quell’incredibile semifinale raggiunta dal “figlio d’arte” allo Us Open 2023. Ed invece il secondo anno completo nel tour, caratterizzato da un po’ troppa irregolarità (42 vittorie e 26 sconfitte) ha visto Ben fare un passo indietro (anzi quattro), passando dalla posizione n.17 di inizio gennaio a quella n.21 “end year”.

Il 21enne di Atlanta, Georgia, ha comunque messo in bacheca il suo secondo trofeo, il “250” di Houston, ed ha raggiunto la finale nel “500” di Basilea, perdendo dal coetaneo francese, Mpetshi Perricard, protagonista lui sì di una stagione davvero pazzesca. Il mezzo passo falso non ha però tolto il sorriso all'istrionico statunitense che dà sempre l'impressioni di divertirsi tanto in campo.


    Non ci sono commenti