La corsa di Sock nel 2017 fu qualcosa di decisamente insolito, e in realtà rappresentò l'apice – almeno in singolare – di una carriera che poi precipitò piuttosto in fretta nell'anonimato. Ma ci sono altri giocatori che da Parigi hanno tratto i punti necessari per le Finals
26 ottobre 2025
Quando Parigi ha deciso la stagione. O almeno, quando Parigi ha deciso chi sarebbe andato alle Finals. Parigi inteso come Masters 1000 indoor, quello che conoscevamo come 'Bercy' e che oggi ci dobbiamo abituare a chiamare in un altro modo, considerato lo spostamento nella Défense Arena. Che, per inciso, coi suoi 32 mila posti circa (e 4 campi da tennis all'interno), è il più grande palasport d'Europa.
Tornando al tennis, chi è riuscito a trarre dall'evento transalpino, ultimo 1000 prima delle Finals, la forza per spingersi al Torneo dei Maestri? La domanda è d'attualità nei giorni in cui tutto si decide, in cui Lorenzo Musetti si gioca con una manciata di altri giocatori il diritto ad andare a Torino. Il caso recente più eclatante riguarda Jack Sock, che nel 2017 scattò dai blocchi senza troppe pretese (era numero 22 al mondo) e finì per alzare il trofeo vincendo una finale sorprendente contro Filip Krajinovic. Quel successo valse all'americano 1000 punti e la nona piazza, sufficiente per andare a Londra visto il forfait di Stan Wawrinka.
Holger Rune colpisce di diritto (foto Sposito/FITP)
La corsa di Sock fu qualcosa di decisamente insolito, e in realtà rappresentò l'apice – almeno in singolare – di una carriera che poi precipitò piuttosto in fretta nell'anonimato. In quella edizione delle Finals, alla O2 Arena, l'americano non si accontentò di fare presenza, spingendosi addirittura in semifinale, dove perse in tre set contro Grigor Dimitrov, poi vincitore del torneo.
Non è riuscita invece la stessa impresa a Holger Rune, che nel 2022 ha ugualmente vinto a Parigi, ma a Londra è riuscito ad andarci solamente come riserva, senza poter mettere piede in campo. Curiosamente, per Rune, è stato più importante il quarto di finale dell'anno dopo (quando perse da Djokovic). In quel torneo il danese e il polacco Hurkacz erano in lizza per l'ultimo posto, entrambi si fermarono nei quarti e Holger riuscì a restare davanti.
Anche l'edizione del 2021 fu decisiva e fu particolarmente dolorosa per l'Italia. Jannik Sinner era all'inizio della sua scalata al vertice ma era già in grado di competere per arrivare alle Nitto ATP Finals, le prime a Torino. Solo che al secondo turno incappò in un certo Carlos Alcaraz che lo costrinse ad arrendersi in due set.
Ad approfittarne furono Hubert Hurkacz e Casper Ruud, entrambi promossi al Torneo dei Maestri grazie rispettivamente a una semifinale e a un quarto. Jannik sarebbe poi comunque entrato come riserva, sostituendo Matteo Berrettini dopo l'infortunio del romano. E, curiosamente, rifilando un duplice 6-2 allo stesso Hurkacz che gli aveva chiuso le porte dell'entrata diretta alle Finals.
Andando più indietro nel tempo, nel 2014 fu il canadese Milos Raonic a sfruttare al meglio quello che allora era il torneo di 'Bercy'. Scattato come numero 10, guadagnò le ultime due posizioni utili per entrare alle Finals grazie all'ultimo atto a Parigi, dove perse contro Novak Djokovic, ma dopo aver battuto Roger Federer nei quarti e Tomas Berdych in semifinale. Curiosamente, proprio Federer avrebbe poi mancato il match decisivo a Londra, dove avrebbe dovuto affrontare Djokovic prima di infortunarsi. Ma problemi fisici li ebbe anche Raonic, che giocò due match per poi lasciare spazio alla riserva David Ferrer.
Infine, il caso emblematico del 2011, con la stessa finale a Parigi e a Londra: sempre Roger Federer contro Jo-Wilfried Tsonga, sempre con lo svizzero in trionfo. Quell'ultimo atto a Bercy fu decisivo per il francese, che riuscì a qualificarsi in extremis (insieme a Berdych) e poi diventò grande protagonista alle Finals. In quel periodo, tuttavia, Parigi indoor era ancora un terreno ideale per gli attaccanti puri, con il campo rapido e il serve&volley come soluzione ideale.