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Musetti e gli acciacchi: "Era giusto finire il match. Spero di tornare al top per Madrid"

"Non so esattamente - spiega Lorenzo - quale sia il problema alla gamba, faremo degli approfondimenti nei prossimi giorni. Ma ritenevo comunque giusto finire la partita, non ritirarmi, anche se ormai non ero più in grado di giocare. Ora farò una pausa, mi riposerò e non andrò a Barcellona, sperando di tornare al cento per cento per Madrid"

13 aprile 2025

Musetti esegue un rovescio (Getty Images)

Musetti esegue un rovescio (Getty Images)

Attesa, gioia, coraggio, ansia, frustrazione. La giornata di Lorenzo Musetti passa attraverso tanti stati d'animo lontani tra loro. Da un primo set principesco, fino al ritiro pensato ma mai concretizzatosi, perché una finale così - la prima di un Masters 1000 - era giusto finirla.

"Non so esattamente - spiega Lorenzo - quale sia il problema alla gamba, faremo degli approfondimenti nei prossimi giorni. Ma ritenevo comunque giusto finire la partita, non ritirarmi, anche se ormai non ero più in grado di giocare. Con questo, non voglio togliere nulla a Carlos, che ha meritato di vincere. Semplicemente, mi sarebbe piaciuto potermela giocare fino all'ultimo punto. Ora farò una pausa, mi riposerò e non andrò a Barcellona, sperando di tornare al cento per cento per Madrid".

"Ero persino meravigliato di come mi sentivo all'inizio, perché il risveglio non era stato dei migliori. Avvertivo molti acciacchi che derivavano dai match precedenti. Il primo set mi ha sorpreso in positivo, ma sapevo che avrei dvuto farne un secondo pure migliore, immaginando che Carlos sarebbe cresciuto. Purtroppo il mio fisico non era più in grado di sopportare una partita del genere".

"Questi ultimi 12 mesi - prosegue l'azzurro - mi sono serviti per essere ambizioso, per non sottovalutarmi. A volte nella routine si può faticare ad affrontare certi aspetti della vita del tennista professionista. Invece ora ho imparato a godermi maggiormente quello che faccio, cercando di affrontare alcune cose con più leggerezza. E i risultati non sono una coincidenza, credo siano dovuti a qualche cambiamento nel mio carattere".

Malgrado il problema che ha compromesso la sua prestazione in finale, Lorenzo ha grande fiducia nel suo fisico.

"Sul lato fisico non credo di dover fare grandi cambiamenti. Il fatto è che giocare tante partite di fila un giorno dopo l'altro, senza possibilità di recupero, lascia dei segni. Ho giocato complessivamente quattro ore più di Alcaraz e questo si è sentito alla fine".

"Resta la consapevolezza di poter stare a questo livello, che ti fa migliorare passo dopo passo e ti fa ambire a qualcosa di più importante. Poi è ovvio che ci sono tante cose da poter migliorare, tecnicamente e mentalmente. ma di questa settimana non mi posso lamentare".

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Durante tutta la settimana si è visto un dialogo molto stretto fra Musetti e il suo angolo, che non è passato inosservato.

"Credo che la fiducia che ripongo in Simone e nel mio team, da un punto di vista tecnico ed emotivo, si evidente. Il dialogo che c'è tra noi può essere visto come eccessivo, ma sono io che lo chiedo, mi serve un confronto visto che ormai il coaching è ammesso. Dunque perché non sfruttarlo? Se la comunicazione è sana porta a buoni risultati. Spesso ricavo informazioni importanti in momenti delicati del match, che mi possono dare una spinta in più".

"Da un punto di vista di libertà di espressione del mio tennis, quando ho meno aspettative dimostro qualcosa in più. Ma non è stato questo il caso. Man mano che andavamo avanti nel torneo ho trovato maggior feeling nel mio tennis su terra, che credo dia fastidio a tutti, anche ai giocatori più forti del circuito. Amburgo 2022 e Monte-Carlo 2025? Sono state due settimane totalmente diverse, anche perché ad Amburgo era tutto una novità. Procedendo col torneo, poi, possiamo trovare delle similitudini".


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