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Maestro Nole suona col servizio: “Un colpo da sempre sottovalutato”

Djokovic conquista la finale a Miami e vede il centesimo titolo più vicino che mai, supportato da un servizio a livelli mai visti prima. “Non credevo di poter raggiungere certi standard, però ho sempre creduto nel mio servizio. Un colpo che mi ha dato tanto”. Sulla finale: “Ho lavorato tanto per avere questa chance”

29 marzo 2025

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Grigor Dimitrov ha detto che Novak Djokovic indossa fiducia come fosse un patch sulla t-shirt. Una frase che tradotta in italiano suona male ma rende ugualmente bene l’idea dell’aura che il campione di Belgrado continua a emanare, a quasi 38 anni. Battendo il bulgaro senza difficoltà, “Nole” si è preso una nuova finale in un Masters 1000, punta al titolo numero 100 in carriera e si sta reinventando un’altra volta, col servizio come principale alleato grazie a percentuali impressionanti di prime palle in campo: era arrivato all’83% nei quarti di finale e ha fatto ancora meglio due giorni dopo, salendo all’87%.

“È un aspetto del mio gioco – ha detto in conferenza stampa – sul quale ho lavorato insieme ad Andy (Murray, ndr), ma non ci siamo concentrati solamente su quello. Anzi, ci siamo dedicati principalmente ad altri colpi, per riportarli al livello desiderato. Credo che il servizio stia funzionando da inizio stagione, ovviamente non come nelle ultime due partite. Non mi aspettavo di poter raggiungere certi standard, specialmente in condizioni non facilissime a causa del vento: ora so cosa significhi essere Isner od Opelka. In termini di ace sono ancora lontano da loro, ma ho raccolto davvero tanti punti gratuiti. La velocità del campo aiuta, e tutto ciò mi aiuta a togliere pressione dai miei game di servizio e metterla ai miei avversari”.

"Rimango il giocatore che sono sempre stato, ma credo che, come si è sempre parlato tanto del mio rovescio, si sia parlato poco del mio servizio. Lo ritengo un colpo sottovalutato, che invece a me è sempre piaciuto. Mi ha dato tanto. Ovviamente non ho raggiunto i picchi di velocità di altri, ma in termini di precisione il mio servizio ha sempre funzionato”.

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Anche grazie al rendimento in battuta, il titolo numero 100 dista una sola vittoria. “Sin da quando ho vinto la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi ho iniziato a pensare al centesimo successo. Ci sono già andato vicino: ho giocato la finale a Shanghai, la semifinale in Australia. Da lì in avanti ho cercato di ritrovare un livello di gioco che possa permettermi di lottare per vincere un grande torneo. Sono davvero felice di come ho preparato questo evento e di come ho giocato sin qui. Non ho ancora perso un set e ho di fronte una grande opportunità: vedremo fra un paio di giorni come andrà”.

In finale, il serbo se la vedrà domenica con la sorpresa del torneo Jakub Mensik, cresciuto nel mito di… Novak Djokovic. “So già che dovrò rispondere bene, perché anche lui sta servendo alla grande e rispetto alla mia la sua palla viaggia più veloce. Sarà una sfida difficile, ma non vedo l’ora di giocarla. Come detto, in questo torneo ho lavorato per ritrovare il mio miglior tennis, per darmi l’opportunità di vincere il titolo. I precedenti contro Mensik sono a mio favore (1-0, vinse lo scorso anno a Shanghai, ndr), il che non significa necessariamente che vincerò anche domenica ma è un buon punto di partenza. Mi concentrerò sul mio tennis e so esattamente quale strategia dovrò cercare di applicare. Tuttavia, l’obiettivo è giocare allo stesso livello delle ultime due partite: mi darebbe una grande chance di vincere”.

Ad assistere al successo di Nole contro Dimitrov anche uno spettatore speciale come Leo Messi, leggenda del calcio. “Non mi era mai capitato di giocare di fronte a lui: mi ha dato gioia e anche un pizzico di tensione. Dopo la partita mi ha raggiunto negli spogliatoi, con la famiglia. L’ho apprezzato: da giovane padre so cosa significhi portare l’intera famiglia, lo si fa per le cose davvero importanti. Mi ha colpito, è stato un bel momento. Uno dei suoi figli ha detto che oggi la mia prestazione è stata da 8, e si è fatto serio dicendomi che per la prossima partita devo arrivare a 10. Dunque un po’ di pressione anche da parte sua. Abbiamo fatto quattro chiacchiere e ci siamo scambiati dei regali. È stato un grande onore: lui è un atleta incredibile che negli ultimi 20 anni ha avuto un impatto immenso sul mondo dello sport”.

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