Tien è stato precoce in tutto, come racconta quel nome così particolare, pensato e voluto dai genitori in onore della professione della madre Huyen, insegnante di matematica. Colei che per il figlio ha voluto un'istruzione intensiva ed efficace
14 dicembre 2025
Non è il più giovane tra i top 30, non è il leader della Next Gen e non è tra coloro che hanno vinto di più nel corso del 2025. Eppure, Learner Tien merita il titolo di sorpresa della stagione nel circuito Atp. Classe 2005, l'americano di origine vietnamita è oggi numero 28 al mondo, ma aveva cominciato l'anno da numero 122. Con buone prospettive, certo, ma forse nemmeno lui con l'idea di agganciarsi così in fretta al gruppo dei top players. Invece gli ultimi 12 mesi gli hanno portato in dote – quasi a tempo scaduto – il primo titolo Atp (il 250 di Metz, dove ha battuto in finale Cameron Norrie), ma soprattutto un rendimento di altissimo profilo nei tornei importanti e contro i primi della classe.
Esempi? Tanti. A cominciare da un ottimo Australian Open: partendo dalle qualificazioni, Learner approdò in tabellone e vinse due match al quinto – il secondo contro Daniil Medvedev – per poi piegare anche Moutet e infine arrendersi negli ottavi a Lorenzo Sonego. Vittorie da big che sono arrivate spesso anche in seguito, fin dal cemento Acapulco (quarti, con successo su Alexander Zverev), proseguendo con l'erba di Maiorca (quarti, con Shelton come vittima), di nuovo gli hardcourt di Washington (vittoria su Rublev) e di Toronto (Shapovalov e Opelka), prima del gran finale. In Cina, Tien è decollato verso la top 30 con la finale di Pechino (persa contro Sinner) e gli ottavi a Shanghai (eliminato da Medvedev). Mentre a Metz ha messo il sigillo sulla sua stagione d'oro, quella che ha cambiato le sue prospettive.
Learner Tien al servizio (Getty Images)
Proprio Medvedev, che ci ha perso due volte su tre, ha avuto spesso parole di elogio nei suoi confronti. Al punto da dire che: “Al di fuori dei Big 3, di Sinner e Alcaraz, è l'avversario più difficile che mi sia mai capitato di incontrare”. Aggiungendo pure un dettaglio che racconta quanto sia complesso affrontare lo scambio di fronte al giovane americano: “Si giocasse senza servizio, nessuno potrebbe entrare in campo sicuro di batterlo”. Tien, in effetti, è stato precoce in tutto, come racconta quel nome così particolare, pensato e voluto dai genitori in onore della professione della madre Huyen, insegnante di matematica. Colei che per il figlio ha voluto un'istruzione intensiva ed efficace, in grado di portarlo a frequentare le scuole superiori ad appena 11 anni.
“Ho iniziato la scuola molto presto – ha spiegato Learner – e mi impegnavo tutto l'anno, non avevo le vacanze estive o cose del genere. Quindi, naturalmente, ho finito i primi anni di studio abbastanza in fretta. Poi non ho visto un vero motivo per fermarmi lì, così sono andato al liceo. Ovviamente mi piace più il tennis che studiare, quindi è stata una buona motivazione quella di allontanarmi da scuola solo per andare a giocare. Ma i miei genitori sono stati molto bravi, onestamente, a non mettermi troppa pressione per vincere. Anche se mi sembrava la fine del mondo quando perdevo, loro sono riusciti a farmi capire che è praticamente irrilevante vincere o perdere, semplicemente si migliora di volta in volta”.
Learner Tien in azione a Pechino (Getty Images)
La lezione è stata mandata a memoria, evidentemente, al punto da essere poi applicata anche nel circuito dei pro. Tra marzo e fine giugno, Tien ha collezionato nove sconfitte al primo turno e due al secondo, eppure non è affatto andato in crisi di fiducia. Solo, ha capito che deve migliorare ancora molto, in particolare su quella terra battuta che non lo aiuta di fronte a coloro che hanno maggiore regolarità o maggiore peso di palla. Tutta esperienza, da mettere a frutto in futuro. Nel 2026 Tien non sarà più un oggetto misterioso, bensì uno degli uomini da battere, per arrivare ai grandi titoli. Per lui, sarà un'altra prova da superare per capire se i top 10 sono alla portata. O forse se, nel cassetto dei sogni, si può trovare pure un obiettivo più alto.