Una raccolta delle dichiarazioni più interessanti (e curiose) della scorsa settimana: tanta Coppa Davis, in particolare da Marbella, ma non solo…
15 settembre 2025
RUNE E IL PUBBLICO ANTISPORTIVO
“Il giudice di sedia non meritava la mia stretta di mano perché ha fatto un pessimo lavoro, ha commesso molti errori e ha preso decisioni strane. I tifosi spagnoli sono molto diversi da quelli danesi e sono stati decisamente antisportivi anche se ho vissuto esperienze peggiori”. (Rune sul pubblico spagnolo di Davis a Marbella)
FERRER E LE EMOZIONI UNICHE
“Questo weekend ho vissuto le stesse emozioni forti di quando giocavo ed è stato bellissimo. Il pubblico che impazziva, la tensione tra le squadre... da ex tennista, vivo intensamente questi momenti e come capitano, è stata una di quelle occasioni in cui ho potuto tornare a sentirmi come quando scendevo in campo. Sono molto felice per i miei ragazzi perché il tennis, ogni settimana, è uno sport molto duro”. (Ferrer sulla straordinaria rimonta in Coppa Davis contro la Danimarca)
LE (ESPLICITE) INTENZIONI DI MUNAR
“In allenamento mi sentivo molto bene ma in partita non l’ho dimostrato. Intendiamoci, do pieno merito al mio avversario per quello che ha fatto durante il secondo set e, soprattutto nel terzo, ma io ero davvero lontano dal livello che pensavo di esprimere. Da parte mia, lavorerò sodo e muoverò il c**o per cercare di migliorare”. (Munar sulla sua sconfitta contro Moller il primo giorno di Davis)
IL COLPO GROSSO DI MARTINEZ
"Forse il capitano è stato influenzato dal fatto che ho battuto Holger in passato ma penso che fossimo entrambi preparati. Questa è la vittoria più speciale della mia carriera e considero la competizione qualcosa di molto importante. Spero che un giorno potremo avvicinarci a vincere ancora la Coppa Davis”. (Pedro Martínez dopo la vittoria in Davis contro Rune)
MOUTET E LA VITA DA TENNISTA
"Pensavo che questa vita fosse troppo dura per me, ma poi ho capito che ero nato per questo. Quando è diventato chiaro che sarei diventato un giocatore professionista, è arrivata la mia prima vittoria in un torneo del Grande Slam. Lo ricorderò sempre come qualcosa di molto speciale. È successo al Roland Garros, nella mia città natale e davanti alla mia famiglia. Ogni partita che vinci, ogni punto che guadagni nel circuito ATP, è qualcosa di speciale. Puoi guardare la classifica e vedere come ogni passo ti aiuta ad avvicinarti ai tuoi obiettivi. Questo è sempre stato dentro di me e non ho mai davvero pensato di fare altro che il tennis nella mia vita. Anche se devo soffrire, sono disposto ad accettarlo”. (Moutet sul suo rapporto col tennis)
FLAVIA E LA CARRIERA DA COACH
“Per fare l'allenatore devi 'uccidere' il tuo io da giocatore e poi rinascere come coach. Mi piace ancora giocare ogni tanto, dare qualche consiglio, ma non mi vedo come un’allenatrice a tempo pieno. Ho trovato il mio equilibrio. A Fabio piacerebbe, ma credo che abbia ancora bisogno di un po' di tempo per ‘staccare’ e capire se vuole davvero intraprendere quel percorso”. (Pennetta sulla possibilità di una carriera da coach per Fognini)
Flavia Pennetta e Fabio Fognini
MUSETTI E LA BANDIERA A SCACCHI
“Pecco (Bagnaia, ndr.) con me è sempre stato presente, ha sempre fatto il tifo. Credo sia fondamentale spronarsi a vicenda, soprattutto nei momenti difficili. Sono convinto che, da campione qual è, riuscirà a rialzarsi. Per me lo US Open è stato un ottimo torneo. Giocare contro Sinner mi ha fatto capire tante cose. L’obiettivo ora sono le ATP Finals”. (Musetti a Misano come sbandieratore sul traguardo)
EALA E LE FILIPPINE
“Ci sono 115 milioni di filippini e io sono l’unica professionista che gioca a tennis: roba da matti. Insieme ai miei genitori, fondamentale è stata la figura di mio nonno. Non era esattamente un coach, frequentava il club e ha giocato per un po’ ma mi ha avvicinata allo sport. Stargli vicino mi ha permesso di creare un legame con lui e di frequentare un ambiente che mi piaceva. Non mi ha visto giocare a questo livello ma quando vinco penso sempre a lui e a quanti sacrifici ha fatto per darmi un’opportunità”. (Eala sul rapporto con la famiglia e il suo Paese)
Alexandra Eala esulta allo US Open (Foto USTA)
L’AZZARDO DI THANASI
“Ho deciso di correre questo rischio sapendo di non avere altra possibilità. Nessun tennista si era mai sottoposto prima a questo tipo di intervento chirurgico e da questo punto di vista è stato un azzardo. Non so bene cosa aspettarmi. È stata un’operazione unica ma non volevo continuare a giocare con il dolore che ho dovuto sopportare nel corso degli ultimi anni, quindi ho scelto di rischiare”. (Kokkinakis sull’intervento di riattacco del muscolo pettorale)