Il 31enne brasiliano Karue Sell, numero 394 del ranking mondiale, è uno dei tanti a lottare quotidianamente contro le difficoltà economiche dei giocatori di seconda fascia. La sua principale fonte di sostentamento? Un canale YouTube con quasi 200mila iscritti, ai quali racconta il suo percorso
23 settembre 2025
È possibile tentare l’assalto al professionismo dopo aver superato i trent’anni? Ci sta provando Karue Sell, tennista brasiliano classe ’93 che ha ripreso a giocare nel settembre di due anni fa - dopo tre stagioni di stop - e che ha chiuso il 2024 con il best ranking alla posizione numero 258 del ranking Atp di singolare. Ora ai margini della top-400 (n.394 del mondo), il sudamericano sta portando avanti la battaglia sui risicati guadagni per i giocatori di seconda fascia tramite il proprio canale YouTube che ha raggiunto quota 181.000 iscritti e che rappresenta la sua principale fonte di sostentamento.
Vincitore di tre titoli Futures negli ultimi due anni - un M15 a Morelia e due M25 a Ithaca e Londrina -, Sell sta ora prendendo parte con continuità ai tornei del circuito Challenger, dove come miglior risultato stagionale vanta la semifinale centrata a inizio giugno sul cemento di Tyler (Stati Uniti). Dopo aver affrontato un lungo percorso al college nelle fila della UCLA (University of California, Los Angeles) ed essersi laureato in geografia, il brasiliano ha tentato una prima scalata verso l’élite del tennis professionistico, senza però riuscire a ottenere risultati particolarmente rilevanti. Da qui, nel 2019, la scelta di interrompere la propria attività per dedicarsi all’insegnamento, con tanto di impiego - a partire dal 2021 - come assistant coach della squadra maschile della UCLA. Nel 2023, dopo una parentesi da sparring partner per l’attuale numero 50 Atp Marcos Giron, ecco un nuovo cambio di programma: perché non riprovare a fare della propria passione un lavoro, avendo maggior consapevolezza rispetto al passato e dopo diversi anni di “lotta alla sopravvivenza” nel circuito minore?
“Per vivere di tennis devi navigare attorno alla 230esima posizione del ranking Atp - ha detto Sell in una video-testimonianza pubblicata sul proprio canale YouTube -. Girare per i tornei con un allenatore è possibile soltanto per chi riesce a disputare le qualificazioni nei tornei dello Slam: nel mio caso, non essendoci ancora arrivato, mi muovo in solitaria. Nel 2024 sono incappato in un passivo di circa 12.500 dollari: giocare a tennis è difficilissimo, si spendono soldi in continuazione e le entrate sono minime”.
Per quanto nel circuito Challenger gli introiti siano maggiori rispetto a quelli derivanti dai tornei Itf, le difficoltà per i giocatori che navigano in questa categoria di tornei sono piuttosto evidenti. In passato, anche il francese Jules Marie si era esposto circa i pochi guadagni per chi si trova in questa fascia di classifica, arrivando anch’egli a sostenere la propria attività grazie a YouTube: una volta raggiunto il numero 203 Atp e rigiocate le qualificazioni Slam a nove anni dall’ultima volta (nel 2024 le ha disputate in tre prove su quattro, Us Open esclusi), il transalpino ha detto basta, dedicandosi al padel. Karue Sell, che l’atmosfera dei Major l’ha sinora respirata soltanto a livello giovanile raggiungendo anche una semifinale in doppio agli Australian Open nel 2011, sogna un percorso simile a quello del collega, in un’altra storia fatta di perseveranza e grande passione per lo sport.
“Le spese maggiori per un tennista di seconda fascia arrivano dai viaggi e dalle incordature delle racchette - ha spiegato il brasiliano -. Nel 2024 ho speso 3.500 dollari per sistemare l’attrezzatura, che mi viene fornita dallo sponsor tecnico pur senza ulteriori ingressi di denaro. Nei tornei Itf ci sono tantissime spese, mentre nei Challenger le cose migliorano perché gli ammessi nel main draw hanno l’hotel pagato per cinque notti: l’aspetto da non sottovalutare, però, è che per giocare con continuità nei Challenger bisogna mantenersi attorno alla Top-300. Non è facile, considerando che tra i primi 500 Atp c’è un livello molto uniforme in termini di qualità di gioco, ma con ampie differenze nei guadagni”.
Come detto, l’attività di Sell a cavallo tra i circuiti Itf e Challenger non sarebbe possibile in assenza di entrate provenienti da Youtube, grazie al sua canale da 445 video. Un tempo lo dedicava a dare consigli ai praticanti per migliorare il proprio gioco, mentre da un paio d’anni è interamente concentrato sulla sua attività, verso il sogno di raggiungere gli Slam. “Senza i proventi dei miei video - dice -, non potrei pensare di giocare a tennis a 31 anni, con una moglie e due cani. Le pubblicità sui video, i programmi di affiliazione e i prodotti sponsorizzati sono quelli che mi permettono di andare avanti. L’Atp sta cercando di migliorare le condizioni dei giocatori di seconda fascia, ma giocare per una vita nel circuito Itf è impensabile e, per questo, invito i più giovani a scegliere piuttosto l’opzione del college. Alcuni tennisti possono contare sull’aiuto delle federazioni e sui campionati a squadre in Europa: per me non ci sarebbe alcuna chance di andare avanti senza YouTube, considerando che il tennis non copre alcuna spesa della mia vita. Si guadagna di più lavorando al McDonald’s? Ok, ma non è ancora arrivato il momento di cambiare mestiere”.