Nel secondo turno di round robin del Gruppo Nastase remake della sfida per il titolo dell’ultimo Us Open tra il numero uno del mondo e lo statunitense
di Vincenzo Martucci | 13 novembre 2024
“Block the noise”. Ferma il rumore. Daniil Medvedev lo scrive sulla telecamera subito dopo aver battuto Alex de Minaur ed essersi rimesso in corsa per le semifinali delle ATP Finals di Torino. Ferma quel brusio costante che senti attorno a te, dalla gente, dal pubblico, dai media, dai social che rimbomba dentro il tuo cervello e il tuo cuore. Ferma il pensiero di come stai veramente, di come e perché e quando la passione per il tennis se n’è andata da un po’, di quella volpe rossa che prima afferravi con una sbracciata dei tuoi lunghi tentacoli e ora invece ti ha mandato in tilt l’intero apparato, spingendoti più avanti in campo, a cambiare tutte le abitudini, incuneando la parola dubbio.
Proprio a te che hai stoppato Novak Djokovic all’ultimo ostacolo prima dello storico Grande Slam del 2021, a te che sei salito al numero 1 del mondo e vai fiero della tua diversità. Ferma il rumore, perché quello che sentirai alla nuova caccia alla volpe Jannik Sinner, nella pentola a pressione dell’Inalpi di Torino, sarà altissimo e tambureggiante, come la rabbia di quel 7-7 nei testa a testa, ma partendo da 6-0, ed arrivando al 4-1 di quest’anno, con quell’unica gemma, in 5 set a Wimbledon, che non potrà mai pareggiare i 5 set della finale di Melbourne persa da 6-3 6-3.
CONCENTRAZIONE
A 6 anni il Kraken del tennis era una promessa degli scacchi, poi è stato distratto dal tennis, ma è rimasto un grande pensatore. Che, da tale, vive anche i suoi momenti down, quelli inspiegabili e quelli che nemmeno lui ama. Ma soprattutto, vive con più rabbia ancora le frustrazioni di un avversario che, da fondo, gli impedisce le sue famose trame e gli ruba il tempo e il comando delle operazioni.
A 28 anni non può trasformarsi da difensore ad attaccante, né sconvolgere totalmente il suo assetto di colpi, può intervenire sulla filosofia, o almeno tentare, come ha fatto in questi giorni dopo aver perso malamente il primo match di Torino contro Fritz, imponendosi di vivere alla giornata questi ultimi sprazzi dell’anno, accettando il bene e il male del quotidiano, concentrandosi già sul domani, sul prossim’anno, e modulando anche i comportamenti tecno-tattici in quell’ottica. “
"Stare concentrati con se stessi”, dice ridendo, con quel suo risolino un po’ beffardo, un po’ interlocutorio, forse più autoironico, che ravviva con un ragionamento insolito: “Ricordo Mario B: “Perché sempre io?”. E m’è venuta questa piccola idea della scritta”, racconta nella simpatica one-o-one “AfterMatch”, “Così ho giocato senza pressione e ha funzionato”.
Intanto deve fare un giochino che lo distrae e deve rispondere a una serie di domande sulla sua stagione agonistica, mostrando una padronanza di sé e una capacità di fare più cose contemporaneamente da far pensare che forse sotto la cenere la brace sta ancora cuocendo ed è pronta a bruciare. Al di là delle dimostrazioni di umiltà: “Ho ben chiaro in mente che cosa devo fare tatticamente contro Jannik, ma il ragazzo è così dannatamente bravo, molto bravo, che forse anche se tatticamente farò la partita perfetta non basterà. Non ho aspettative. Se va bene va bene, se va male, torna a casa contento e vado in vacanza”.
DOMANI SARA’
Daniil sta affrontando il grande problema e sta rimuginando fra sé e sé e col suo team su come risolverlo: “Credo che tutto sia cambiato dopo il Covid. Il 2022 è stato il mio anno peggiore perché ho dovuto usare corde più morbide: la mia palla non viaggiava più, non facevo più vincenti. E’ diventata una battaglia mentale. Che non s’è risolta, evidentemente, tanto che qui a Torino ho cambiato corde a torneo in corso, cosa che non genere non si fa e, contro de Minaur sono stato un giocatore 26 volte migliore del match con Fritz. Nel tennis succede. Altri, come Alcaraz, Sinner e Sascha (Zverev) possono attaccare anche una palla morta, così che non perda velocità nel rimbalzo e nell’aria. Io invece non riesco più a fare i vincenti coi passanti, e quindi mi possono attaccare a rete perché la palla si ferma nell’aria e l’avversario ha il tempo per guadagnare campo e andare a rete. Oggi tutti possono restare nello scambio contro di me, mentre prima ero in grado di farlo più di tutti. La mia forza è stata colpita. E’ una sensazione difficile. La gestisco come posso”.
Che atteggiamento avrà contro Sinner? Lotterà o sarà soprattutto frustrato, di certo non potrà mostrarsi annoiato e non sbadiglierà sfrontatamente come fece nel 2021 proprio alle Finals di Torino, in faccia all’avversario, col giovanissimo Jannik che era subentrato come riserva a Berrettini. L’orso russo, allora 2 del mondo, lo scherzò nel primo set, vinto 6-0, ma poi, trascinato nella lotta, capì con chi aveva a che fare, perse il secondo set al tie-break e la spuntò solo al tie-break del terzo dopo aver annullato due match point. Il Profeta dai capelli rossi non ha mai dimenticato quella storia e l’ha usata come leva per sollevare il tabù top ten e volare al numero 1. Anche Medvedev non dimentica nulla e sta cercando di rientrare in quella bolla di silenzio e concentrazione totale nella quale può estraniarsi ed esprimersi al massimo. Avete visto il film “La regina degli scacchi”?