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Shang, Fils, Michelsen e Mensik comandano la classifica Next Gen e hanno già dimostrato di poter competere con alcuni dei big. Sinner e Alcaraz troveranno fra questi 4 qualche degno contendente?
11 ottobre 2024
Se ne è accorto Lorenzo Musetti nella finale di Chengdu e lo sta notando tutto il mondo del tennis. Juncheng Shang ha tutte le caratteristiche per diventare un campione e lo ha già dimostrato in questo 2024. Lui, Arthur Fils, Alex Michelsen e Jakub Mensik rappresentano i nuovi Fab 4 della Next Gen del tennis, quei ragazzi che vogliono arrivare esattamente dove sono oggi Jannik Sinner e Carlitos Alcaraz. E i quattro profili di questi astri nascenti del tennis possono essere quelli adatti ad alimentare ulteriormente la competizione ad altissimo livello nei prossimi anni.
Shang, classe 2005, è una perfetta combo fra agilità, fantasia e velocità di braccio. Figlio di sportivi, visto che il padre Yi era un ex calciatore e la madre Wu Na una giocatrice di tennistavolo, Shang aveva già impressionato a livello juniores, dove ha raggiunto buonissimi risultati a livello Slam (spicca la finale agli Us Open 2021). Arrivato al grande palcoscenico agli Australian Open 2023 (dove riuscì ad entrare nel tabellone passando dalle qualificazioni), battendo Oscar Otte al primo turno è diventato il primo giocatore cinese nell'era Open a vincere una partita a Melbourne.
Ma è questa stagione quella della definitiva consacrazione. Shang, in grado di vincere il primo torneo della carriera (il 250 di Chengdu), ha anche portato a casa le prime partite a livello Masters 1000 (a cominciare da Indian Wells). Juncheng ha fatto un figurone anche agli Us Open, dove è uscito di scena al terzo turno contro Casper Ruud. Adesso il cinese è ai piedi dei primi 50 del mondo, ma l'ascesa sta proseguendo e l'anno prossimo non si fa fatica a immaginarlo fra i primi 20. Di lui Marcelo Rios, che lo ha allenato per un periodo (prima di un addio burrascoso), disse che si trattava del più grande talento che il cileno aveva mai visto su un campo da tennis. Esagerazione?
In un tennis americano che sta rinascendo, anche senza grandi stelle come erano Agassi e Sampras, in mezzo a tantissimi ottimi giocatori c'è Alex Michelsen. Figlio di una famiglia di tennisti e nato con la racchetta in mano, Alex ha sempre avuto Gael Monfils come idolo e riferimento. Ma il suo gioco ha molti meno fronzoli rispetto a quello del francese e può diventare estremamente concreto. Michelsen è un eccellente battitore, ma sa essere anche un giocatore mobile e pericoloso da fondo, soprattutto sul cemento.
Ha già fatto tre finali, tutte negli Stati Uniti: due a Newport, perse contro Mannarino e Giron (2023 e 2024). L'altra, in questa stagione, contro Lorenzo Sonego a Winston Salem (sconfitta 6-0 6-3). Sicuramente ancora non continuo, Michelsen ha il terzo turno degli ultimi Australian Open come miglior risultato Slam (sconfitto da Zverev dopo il successo su Lehecka). All'Atp 500 di Tokyo ha finito la corsa ai quarti, ma dopo aver eliminato Tsitsipas. Gli acuti sono già tanti: ora serve la continuità.
Più concreto è invece Arthur Fils, che già da un paio di stagioni è stato individuato come il futuro portabandiera del tennis francese, rimasto un po' in disparte dopo il ritiro di Tsonga e il declino di Gasquet. Fils, che tecnicamente ha tutto, è ancora un po' acerbo a livello mentale. Finalista juniores al Roland Garros 2021 e campione di doppio di quella stessa edizione, sicuramente Arthur è più avanti rispetto ai colleghi, almeno per quanto riguarda i tornei vinti. In lotta per i primi 20 posti della classifica, Fils ha completamente cambiato la sua stagione in questa parte finale.
Con gli ottavi di finale a Wimbledon (sconfitta con Hurkacz) ha raggiunto il suo miglior risultato Slam, prima di vincere due tornei. Prima Amburgo, battendo addirittura Zverev in finale, dopo una corsa che lo ha portato a eliminare Holger Rune. Poi Tokyo, superando il connazionale Humbert (con un match-point annullato), dopo aver eliminato Taylor Fritz, finalista Us Open e testa di serie numero 1. Per i francesi Fils può diventare la risposta ad Alcaraz. Sembrava essersi perso, ma adesso il paragone - almeno quello - non è più fantascienza.
C'è tantissimo talento anche nel braccio di Jakub Mensik. Il ceco, nato nel settembre 2005, a 19 anni rappresenta la speranza della sua nazione, l'uomo che può raccogliere la pesante eredità lasciata da Berdych e in generale da una delle migliori scuole a livello globale.
Già in grado di vincere un torneo Atp a Doha 2024, Mensik ha dimostrato di poter battere giocatori di primissima fascia. Agli Us Open ha fatto fuori Auger-Aliassime, mentre a Shanghai ha mandato a casa Andrey Rublev. Ex numero 2 del ranking juniores, il ceco ha raggiunto in fretta le prime 100 posizioni del ranking Atp e adesso punta a entrare fra i primi 50. Missione possibile, soprattutto per un ragazzo così talentuoso. Il futuro prossimo può essere già loro: Sinner e Alcaraz attendono e intanto continuano a dividersi vittorie e imprese leggendarie.
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