

Date le numerose assenze fra i giganti, il Masters 1000 di Toronto diventa una grande chance per molti, in particolare quei top-20 a non aver mai vinto un torneo di categoria. Due sono italiani: Lorenzo Musetti, protagonista negli ultimi tre 1000, e un Flavio Cobolli sempre più lanciato. Non è mai andato oltre gli ottavi ma è pronto per riuscirci
26 luglio 2025
Di spazio per vincere i tornei del Grande Slam, nel tennis attuale, ce n’è molto poco. Colpa di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, che si sono spartiti gli ultimi sette Major, con quattro successi dell’azzurro e tre dello spagnolo. Tuttavia, la loro superiorità sul resto del gruppo non si è tradotta in una percentuale di vittorie altrettanto elevata nei Masters 1000, offrendo opportunità di gloria a tanti altri. Basti pensare che nei primi cinque appuntamenti stagionali ci sono stati ben tre “first time winner”, tanti quanti sommando per intero le stagioni 2023 e 2024, grazie a Jack Draper (Indian Wells), Jakub Mensik (Miami) e Casper Ruud (Madrid).
Si tratta di un trend che potrebbe proseguire a Toronto, in virtù delle numerose assenze fra i più forti. Mancheranno quattro dei primi sei della classifica ATP: non solo Sinner e Alcaraz, ma anche Draper e Djokovic, il che si traduce automaticamente in un’opportunità d’oro per tutti gli altri. Limitandosi alla top-10, al momento sono due i giocatori a non aver mai festeggiato un titolo nel Masters 1000, non a caso gli ultimi due arrivati in mezzo ai giganti.
Il primo è il nostro Lorenzo Musetti, grande protagonista nei tre 1000 sulla terra battuta, con la finale a Monte-Carlo seguita dalle semifinali a Madrid e Roma. In Canada sarà la terza testa di serie: un’opportunità da provare a sfruttare, per ricominciare la sua scalata verso la top-5 frenata dall’infortunio accusato al Roland Garros. L’altro è Ben Shelton, top-10 da qualche settimana: al National Bank Open sarà fra i principali favoriti, e può sicuramente migliorare il suo record nei tornei di categoria, che l’hanno visto raggiungere per tre volte i quarti di finale ma mai riuscire ad andare oltre.
Allargando la ricerca ai top-20 spunta Frances Tiafoe, che insieme a Shelton (e naturalmente a Fritz) è l’altra grande speranza degli americani a Toronto. Anche il giocatore originario della Sierra Leone è ancora a secco di successi nei Masters 1000: vanta una finale, persa contro Sinner a Cincinnati lo scorso anno, e anche in virtù di quel risultato è il secondo giocatore del Tour chiamato a difendere più punti nell’estate americana. Dovesse vincere il suo primo Masters 1000 risolverebbe buona parte del problema e tornerebbe nella top-10.
Fra gli altri top-20 senza gloria nei 1000 ha giocato una finale – proprio a Toronto, due anni fa – anche Alex De Minaur. Un giocatore che per sacrificio e continuità a certi livelli meriterebbe di riuscire un giorno a scrivere il suo nome nell’albo d’oro della categoria più prestigiosa degli eventi targati ATP. Col torneo canadese ha dimostrato di avere un certo feeling, dunque andrà tenuto d’occhio.
Fra gli altri top-20 senza successi figurano Tommy Paul, Flavio Cobolli e Francisco Cerundolo. Il primo di certo non uscirà dalla lista a Toronto, visto che il suo nome si è aggiunto all’elenco di coloro che non parteciperanno, mentre Cobolli e Cerundolo avranno una buona occasione. Soprattutto Flavio, che nell’ultimo periodo ha scoperto una dimensione ancora più importante di quella già ottima immaginata fino a lì, raccogliendo (tanti) punti sia sulla terra battuta sia sull’erba. Può farlo anche sul cemento, superficie sulla quale ha dimostrato di sapere come vincere match di qualità. Nei Masters 1000 ha raggiunto al massimo gli ottavi di finale, una sola volta nel 2024 (Cincinnati): è pronto per fare meglio. Molto meglio.
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