Djokovic ha sviluppato nel tempo, con la famiglia, un legame imprenditoriale forte col mondo del tennis. Ma adesso il fulcro dei suoi interessi non è più Belgrado, bensì Atene. Il motivo? Il suo sostegno agli studenti...
02 novembre 2025
C'è un Djokovic giocatore, che continua a restare al vertice nonostante i 38 anni. E poi c'è un Djokovic imprenditore, che va oltre ciò che già sapevamo, ossia l'impegno extra campo tra ristoranti (un business avviato molto presto nella sua carriera) e investimenti vari, incluso quello (che aveva fatto parlare molto) condiviso con la moglie in una società biotech danese che sviluppava vaccini e cure contro il covid (era il 2022).
Ma Nole nel tempo non si è affatto fermato, anzi. Una delle ultime imprese avviate punta forte sull’innovazione. Il serbo è entrato infatti nel capitale di un'azienda californiana specializzata in tessuti bioattivi per la cura e il recupero degli atleti. In questo caso, non sarà solo investitore ma pure ambassador del marchio.
Avanti. Djokovic dal 2023 è presente – sempre nel doppio ruolo di investitore e testimonial – in una società che produce 'cubetti' di bevande solubili, con l'intento di eliminare le bottiglie e dunque ridurre i rifiuti di plastica. Il serbo, del resto, è da sempre molto attento a due settori, quello della salute e quello della sostenibilità.
Ma oltre a tutto questo – e a tanto altro che nel tempo Nole ha sviluppato con la famiglia – c'è anche un legame imprenditoriale forte col mondo del tennis. Prima con un'accademia in quel di Belgrado, oggi chiusa, poi con esibizioni (ricordate quelle, molto contestate, ai tempi della pandemia?), infine con i tornei. Se fino a poco tempo fa la Serbia era sempre stata il fulcro di questo impegno, oggi lo spostamento di Djokovic ad Atene col 'suo' torneo riflette la nuova posizione dell'ex numero 1 del mondo nei confronti del governo di Belgrado.
E qui passiamo dal Djokovic imprenditore al Djokovic icona sociale. Ma come è nato, il tutto? Ebbene, la scintilla che ha diviso (momentaneamente?) Novak dal suo Paese è stato il sostegno mostrato dal tennista nei confronti delle contestazioni studentesche che da fine 2024 e poi in modo più deciso da inizio 2025 infiammano le strade della Serbia, contestazioni contro il governo accusato di corruzione e mala gestione. “Gli studenti sono i campioni”, era scritto su una maglietta indossata da Nole durante un match del campionato di basket tra Stella Rossa e Partizan, durante il quale (era inizio 2025) il campione è stato visto in tribuna.
Una presa di posizione netta e inequivocabile che da lì in avanti ha creato un solco sempre più grande tra il vincitore di 24 Slam e il suo Paese. L'ultimo atto di questa separazione è stato lo spostamento ad Atene. Non solo suo e della famiglia, ma pure del torneo Atp 250 che Nole aveva portato orgogliosamente in Serbia.
Rottura definitiva dunque? Difficile dirlo. Perché gli equilibri politici e sociali non sono certo immobili e perché Nole ha sempre avuto tra le sue qualità l'arte della diplomazia. Oggi, tuttavia, è certo che la ferita sia molto profonda e che ricucire – almeno con questa classe politica – sia affare complicato. A marzo, dopo la clamorosa e molto partecipata (si parlò di oltre 300 mila persone) marcia degli studenti serbi contro il governo, Nole scrisse che si trattava di un giorno 'storico e magnifico'.
Ma mentre i media vicini al presidente Vucic iniziavano ad attaccarlo in modo pesante, lui rincarava la dose, anche attraverso dei messaggi sottili. Ricordate 'Pump it up' di Danzel, lanciata a Wimbledon come balletto portafortuna e dedicata ai figli? Ebbene, si tratta dello stesso brano simbolo delle proteste studentesche nel suo Paese, evidentemente non una coincidenza.
Dunque, questa settimana non c'è il torneo Atp di Belgrado, bensì il torneo Atp di Atene, diretto da Djordje Djokovic, fratello di Nole. Ovviamente, con Novak protagonista, e con una famiglia al seguito – la moglie Jelena e i due figli Stefan e Tara – che ormai ha nella Capitale greca la propria base per la vita e per il lavoro. Nel mentre, l'ultimo episodio in Serbia evidenzia una volta di più quanto la società sia spaccata anche nel giudizio sul suo sportivo più famoso.
Un murales dedicato a Nole e realizzato dall'artista Andrej Josifovski è stato vandalizzato, la figura del tennista coperta di nero. Da eroe nazionale a personaggio contrastato, quando non detestato, mentre c'è tutta una generazione di giovani pronta a rimetterlo sul trono come punto di riferimento. Del resto, l'indole di Djokovic è questa: diplomatico sì, ma anche vero e sincero, poco incline a restare nell'ombra se c'è qualcosa che davvero gli sta a cuore. Spostare tutto – vita, imprese e interessi – da Belgrado ad Atene avrà avuto emotivamente un costo enorme, ma per quella che lui ritiene essere una buona causa, evidentemente ne vale la pena.