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Entrambi classe 2005, uno destro e l’altro mancino, i due ragazzi sono saliti agli onori della cronaca per aver battuto in doppio Bolelli e Vavassori agli Internazionali BNL d'Italia. La loro è la storia di una grande amicizia, nonostante due caratteri molto diversi. Il fuoco e il ghiaccio
29 giugno 2025
Cosa succede se si mischiano ghiaccio e fuoco? A volte può nascere una favola. Come quella che hanno vissuto a Roma due ragazzi che più diversi non potrebbero essere ma che, grazie all’imprevedibilità delle alchimie umane, insieme formano una coppia che funziona. Dopo aver superato il torneo di pre-qualificazione in doppio, l’aver battuto al primo turno degli Internazionali BNL d'Italia la coppia principe del tennis azzurro formata da Bolelli e Vavassori, ha portato Federico Bondioli e Carlo Alberto Caniato sotto i riflettori.
Il primo, 20 anni, nato a Ravenna, mancino e carattere esuberante, è il fuoco. Diciannove anni, nato a Verona ma cresciuto a Ferrara, destrorso e un temperamento decisamente più tranquillo il secondo (il ghiaccio). I due amici non hanno mai giocato contro da professionisti, anche se Bondioli rivendica qualche successo a livello di Tennis Europe (under 16). In realtà, spulciando gli archivi, gli head to head recitano un 1-1 con un successo tra gli Under 12 per Federico, nel 2017, al torneo di Maglie e la replica di Carlo Alberto al Città di Correggio Under 14 nel 2019. Un doppio che funziona, il loro. “Carlo - ci racconta Bondioli - è il mio migliore amico. Anche quando non siamo assieme, ci sentiamo tutte le sere, abbiamo una sintonia pazzesca e un rapporto speciale”.
Il primo doppio insieme lo hanno giocato lo scorso febbraio, a Sharm El Sheikh: ed è stata subito vittoria. “Ci siamo trovati alla grande - continua il mancino classe 2005, come il compagno che è di soli 5 mesi più giovane - e abbiamo vinto tutti e due i tornei in Egitto che abbiamo giocato. Match dopo match, conoscendoci sempre di più, abbiamo capito che avevamo sì due ‘giochi’ diversi ma che potevano amalgamarsi bene. Quando, prima delle ‘Prequali’, Giancarlo Palumbo (tecnico Fitp responsabile per il settore under 20 maschile, ndr.) mi ha detto che c’era la possibilità di partecipare a questo torneo, ho subito chiamato Carlo e da lì è partita l’avventura romana”.
“Veniamo tutti e due dall’Emilia Romagna - continua Caniato - e ci conosciamo da quando abbiamo 8 anni. Già allora partecipavamo agli stessi tornei under 10. I nostri genitori ci portavano a giocare e spesso arrivavamo entrambi in fondo, da lì abbiamo cominciato a conoscerci”. Il difetto di Caniato? Bondioli non ha esitazioni: “Carlo è permaloso e se la prende per tutto, però è una persona veramente buona e so che posso sempre contare su di lui”. “Fede - aggiunge il ferrarese d’adozione - è un ragazzo sensibile, uno buono dentro, e questa per me è una grande qualità. Difetti? Onestamente non me ne vengono in mente”.
A guardarli dalla tribuna, è subito evidente che nella loro coppia convivono due anime: ce n’è una tranquilla e serena e poi un’altra molto più emotiva, che spesso prende il sopravvento: “Quando sono nei momenti di apice - chiarisce Bondioli, già n.220 del ranking Atp di doppio - mi lascia esprimere il mio entusiasmo mentre invece, quando inizio a innervosirmi, mi spinge a restare uniti. Ma pure lui, anche se non lo fa vedere, quando sbaglia due o tre palle va un po' giù e allora tocca a me sostenerlo. Come nel match contro Bolelli e Vavassori, nella cornice pazzesca della SuperTennis Arena, dove siamo stati vicini e uniti tutta la partita, dal primo all'ultimo punto: il campo ci ha regalato una grande gioia”.
A proposito del match giocato e vinto, senza timore reverenziale, ai primi di maggio a Roma, 7-6 6-7 10/8, contro Bolelli e Vavassori, due atleti che sono un monumento, soprattutto se si parla della disciplina di coppia, del tennis italiano. “È stata un’emozione forte - racconta Caniato -. Nel secondo set avevamo fallito 3 match point ma siamo stati bravi a rimanere concentrati nel super tie-break dove, ragionevolmente, la coppia più esperta partiva favorita. Loro sono una delle coppie migliori al mondo e gestire le emozioni non era facile. Merito anche dei nostri team con cui abbiamo preparato la sfida”.
A proposito di team: Carlo Alberto Caniato si allena a Villa Carpena con coach Alberto Casadei, a cui si affianca saltuariamente Omar Urbinati, che lo segue da quando era piccolo. Il preparatore atletico è Luca Raffaelli mentre quello mentale è Franco Foro. Federico Bondioli, viceversa, si allena a Sassuolo con coach Federico Buffagni e Francesco De Laurentis e con il preparatore Stefano Ramponi. “Ma ci teniamo - puntualizzano insieme - a ringraziare Giancarlo Palumbo e Claudio Galoppini, insieme a tutto lo staff della Fitp, per il sostegno che continuano a darci”.
Tatticamente il loro è un doppio che funziona: “Insieme ci compensiamo - riprende Carlo Alberto - perché della coppia io sono quello che serve meglio e che da fondo pressa di più, mentre Fede gioca bene a rete e si muove meglio. Utilizziamo tanti schemi ma il nostro punto più forte è quando io servo e lui copre la rete. E poi rispondiamo tutti e due abbastanza bene, cerchiamo sempre di aggredire sulla seconda di servizio dei nostri avversari”.
Nonostante i due ragazzi facciano già da tempo attività internazionale, vivere lo spogliatoio di un torneo Masters 1000 è un’esperienza che non lascia indifferenti: “I primi due o tre giorni - confessa Bondioli - mi sembrava di essere nel paese delle meraviglie. Il secondo giorno di torneo sono rimasto al Foro Italico, senza nemmeno accorgermi, dalle 8 del mattino fino alle 8 di sera. Solo quando sono tornato in hotel mi sono accorto di essere distrutto. Mi ero completamente perso nel fascino di questa esperienza. Nei giorni seguenti mi sono abituato un po’, ma è stata un’esperienza incredibile”. “Anche per me - gli fa eco Caniato -, venendo dai tornei da 15 e 25 mila dollari, Roma è stata un’esperienza molto forte. Bisognava stare attenti alle energie e a come utilizzarle. Anche i primi giorni, durante le pre-qualificazioni, arrivavo a sera veramente stanco. Il complesso è enorme e si precano tante energie anche solo per spostarsi”.
Cresciuto al Cus Ferrara con il maestro Ferdinando De Luca, Carlo Alberto a 15 anni ha deciso di trasferirsi a Forlì, spinto da Omar Urbinati, dove da quattro anni si allena. Un passato al Piatti Tennis Center, dove ha anche condiviso molte ore con Sinner, per Federico, che però da qualche tempo ha deciso di trasferirsi allo Sporting Club Sassuolo per continuare a inseguire il suo sogno Slam.
La passione extra tennis di Bondioli è tutta per il golf, mentre Caniato adora il basket Nba. Dopo l’exploit romano, i due hanno giocato un solo torneo insieme, a Cervia, raggiungendo la finale. Ma ovviamente, il focus per loro - che sono tra i più promettenti under 20 del panorama azzurro - resta sul singolare.
Bondioli (che attualmente è n.403 del ranking Atp), nel 2025 ha giocato tanti tornei da 25 mila dollari per cercare di alzare il livello delle sue sfide. Tanti quarti di finale e una continuità interessante perché proprio giocare match di livello sarà la chiave per continuare a crescere. Più indietro Caniato, che è n.803 Atp, anche perché frenato a inizio anno da un fastidioso infortunio (uno strappo all’addome) che ne ha stoppato la corsa. Nonostante ciò, l’allievo di coach Casadei è comunque riuscito a giocare qualche buon match che lascia ben sperare per il futuro.