In United Cup, l’ex grande promessa svizzera torna con grandi propositi, è avanti 2-0 contro Jasmine ed è stata numero 4 del mondo, il potente Dominic ha brillato in doppio fra gli juniores proprio accanto a Flavio e contro l’amico cerca fiducia
di Vincenzo Martucci | 28 dicembre 2024
Mai fidarsi dei numeri, ancor meno all’alba della stagione quando ancora si scaldano i motori. Men che meno quando si tratta di competizioni a squadre. Così, le partite di United Cup a Sydney tra Italia e Svizzera vanno completamente reinterpretate, al di là del pronostico tanto favorevole agli azzurri guidati da Renzo Furlan. Anche se, sulla carta, come valori e sulla scia della stagione scorsa, Flavio Cobolli e ancora di più Jasmine Paolini sembrano essere oggi superiori a Belinda Bencic e Dominic Stricker. E alla prospettiva di dover dirimere il risultato al doppio, Sara Errani e Andrea Vavassori, primo storico misto “de noantri” che conquista uno Slam (agli US Open), sembrano garantire ampi margini di sicurezza.
BALLA, BELINDA
Dopo aver dato alla luce Bella, Belinda Bencic, è tornata alle gare ad ottobre per dimostrare di poter ancora realizzare le grandi promesse di “nuova Hingis”, dopo essere stata svezzata proprio dalla madre della prodigiosa Martina e dopo aver vinto due Slam juniores (Roland Garros e Wimbledon).
Forse non è del tutto vero che gli infortuni siano stati il suo freno, hanno contribuito anche le troppe attenzioni iniziali dell’ambiente, la famiglia, un po’ di pigrizia nell’approfondire la parte atletica e qualche limite di continuità.
Chissà che, dopo essere salita al numero 4 del mondo da bambina prodigio non trovi la quadra a 27 anni, grazie al marito/fitness coach/mammo, Martin Hromkovic, che assiste alle sue partite appoggiato alla carrozzina della figlia e all’allenatore storico, Ian Hughes, che ha fatto esperienze diverse con Svitolina, Siniakova, Potapova e Wang. A preoccupare Jasmine non possono essere i precedenti e quindi il 2-0 della svizzera, ma il gioco potente e vario di Belinda, e la sua voglia di recuperare il tempo perduto proprio nel confronto con la grande rivelazione dell’anno scorso, finalista di 2 Slam e targata 4 del mondo.
Inoltre la Bencic in nazionale si esalta, come confermano i successi di novembre nei playoff contro la Serbia di Billie Jean King Cup. A ricordare alle avversarie il suo pedigree di 8 titoli WTA (l’ultimo ad Abu Dhabi, a febbraio del 2023) con altre 10 finali disputate e l’oro olimpico a Tokyo 2021. Quel che impressiona oggi di lei è la nuova umiltà nel calarsi anche in tornei minori come ha fatto al rientro per ritrovare pian pianino colpo d’occhio e ritmo partita, una condizione fisica davvero invidiabile dopo il parto di aprile e la determinazione nell’ottenere quel titolo dello Slam di cui sente la mancanza.
A Sydney, ha già dimostrato di essere particolarmente pericolosa anche come doppista: da junior ha raggiunto due finali Slam, guadagnandosi un argento olimpico. E in coppa ha contribuito al trionfo di Fed Cup (l’ex BJK) nel 2022 e prima ancora a due affermazioni nella Hopman Cup (oggi proprio United Cup).
Di sicuro Jasmine, coi suggerimenti di coach Furlan e dell’amica e maestra di doppio, Sara Errani, insisterà sul servizio per capire se Belinda, con la prima che viaggia oltre i 180 chilometri orari, ha lavorato sulla seconda, che era il suo tallone d’Achille.
BUM BUM STRICKER
Quando nel 2020 Dominic Stricker si aggiudicò singolare e doppio juniores al Roland Garros fece molto scalpore per la pulizia e la potenza dei suoi colpi. Di certo non sorprese Flavio Cobolli, il compagno di doppio sia di allora che l’anno prima nella finale persa sotto il traguardo sulla terra più famosa del tennis.
Quel Flavio Cobolli, il coetaneo 22enne che gli sbarra la strada adesso nella United Cup partendo nettamente favorito: per classifica (n. 32 contro 300 del mondo) e quindi risultati dell’ultima stagione, e anche per precedenti dopo le Next Gen di Milano 2022.
Risultato che vale quello che vale fra due che si conoscono da sempre e chissà quante ore si sono confrontati in allenamento. Tutti questi dati statistici, anzi, possono semmai ritorcersi contro il toscano/romano trasformandosi in straordinari motivazioni per il potente ma discontinuo svizzero in cerca proprio di risultati eclatanti per bloccarsi come fiducia e partire finalmente deciso verso il vertice.
A sua difesa c’è il grave infortunio alla schiena del 2023 e la lunga convalescenza che gli ha pregiudicato anche l’anno scorso. Magari anche lui, come l’amica Bencic, ha lavorato concretamente sui limiti più eclatanti, di fisico e di gestione delle emozioni.