Atmane, intelligenza e talento: dopo Fritz, cade anche Rune

Si è molto parlato della sua intelligenza – avrebbe un quoziente intellettivo di 158, nettamente sopra la media – ma si è parlato poco del suo talento. Sarà Terence Atmane, non Holger Rune, l'avversario di Jannik Sinner nella semifinale di Cincinnati. E per quanto il 23enne francese sia entrato nel torneo da numero 136 Atp e con un bilancio stagionale di una vittoria e quattro sconfitte nei main draw del circuito maggiore, sarà bene fare parecchia attenzione. Contro Rune, il mancino nato a Boulogne-sur-Mer ha ripetuto – migliorandola – la prestazione offerta al turno precedente contro Taylor Fritz.

E il danese non ci ha capito nulla, cedendo 6-2 6-3 in un'ora e 13 minuti. Tra vincenti di diritto, anche da posizioni estreme, invenzioni varie e sortite a rete, Atmane ha esibito un repertorio che ci ha riportato ai grandi francesi di un tempo. Senza scomodare Henri Leconte (era un'altra epoca, era un tennis diverso), il creativo Terence è uno che sa il fatto suo, che è ben piantato nel tennis moderno ma ha movimenti e gesti scolpiti nella migliore tradizione d'Oltralpe, quando i campioni da quelle parti erano prima di tutto capaci di esaltare il pubblico con le loro giocate.

Eppure, fino a Cincinnati, Atmane non era riuscito a esprimere il suo potenziale. Numero 20 da Juniores, nel circuito pro aveva faticato parecchio, anche se quest'anno era riuscito a trovare una certa continuità a livello Challenger, vincendo i titoli del 125 di Busan e del 75 di Guangzhou (conquistato per il secondo anno di fila). Sulla terra di Umag, tre settimane fa, il successo su Dusan Lajovic era stato il primo del 2025 nel Tour Atp, ma in seguito era subito arrivata la sconfitta contro il non irresistibile Pablo Llamas Ruiz a spegnere gli entusiasmi. Che non si erano riaccesi nemmeno a Toronto, dove di sconfitte ne erano giunte addirittura due: una nelle qualificazioni contro Facundo Bagnis e una nel main draw – da lucky loser – contro l'altro talento Emilio Nava. 

Il fatto è che uno così, dotato di tante opzioni nel repertorio, ha bisogno di tempo per mettere assieme i pezzi del puzzle. Solo che poi quando tutto si incastra alla perfezione, per gli altri son dolori. “Non credo che le parole possano descrivere come mi sento in questo momento – ha detto il francese dopo il 6-2 6-3 a Rune – e tutto è davvero pazzesco, a dire il vero. Non riesco a crederci. Essere qui in semifinale di un Masters 1000, entrare nella top 100 Atp e ancora di più con la vittoria di stasera... significa anche un sacco di soldi per me, qualcosa che sarà molto utile per la mia carriera. Sono molto emozionato per ciò che sto vivendo”. Sì perché va bene la gloria, ma poi per uno che doveva ancora sbarcare nei 100 anche il denaro ha il suo valore. Difficile che si parli di soldi, in un'intervista post-match come questa, ma Atmane è diverso dagli altri pure sotto questo aspetto.

“Non sono riuscito a dormire di notte dopo la vittoria contro Fritz – ha proseguito – dunque cercavo solo di essere me stesso in campo, di godermela il più possibile perché non avevo nulla da perdere, questo è il vantaggio che ho nell'essere sempre sfavorito venendo dalle qualificazioni. Credo che questo mi darà molta fiducia per il resto dell'anno e per la mia carriera in generale”.

Nel frattempo, Terence è l'ottavo giocatore peggio classificato a raggiungere le semifinali di un Masters 1000 dalla loro introduzione, il primo francese tra i migliori quattro a Cincinnati da Richard Gasquet, che ci riuscì ormai sei anni fa. Dal prossimo aggiornamento del ranking volerà almeno al numero 69. Ma adesso c'è un'altra partita da giocare, per divertirsi e per divertire. Anche se dall'altra parte ci sarà il numero 1 del mondo.