La fatica mentale stanca il fisico, ecco come - Tutorial

Non è un segreto che fisico e testa, nel tennis ma non soltanto, debbano essere curati adeguatamente e contemporaneamente. Non si può avere un buon atleta senza una preparazione atletica adeguata, ma allo stesso modo non avremo un giocatore di tennis completo fino a quando il giocatore stesso non avrà imparato a lavorare efficacemente sulla propria sfera mentale. In questo caso non parliamo tanto di mantenere il sangue freddo nei momenti importanti o di fare le scelte corrette, bensì di evitare che sia la mente stessa ad affaticarci, prima che sopraggiunga la fatica fisica.

• Quando sentiamo la nostra mente sotto pressione, può dunque capitare - ed è molto frequente a tutti i livelli - che ci si stanchi più rapidamente di quanto sarebbe lecito attendersi. Senza entrare nei dettagli tecnici di come funziona il nostro cervello, ci deve bastare sapere che allenarsi a gestire la tensione è un passaggio fondamentale per arrivare a gestire il proprio fisico.
• Ma cosa accade quando siamo provati mentalmente al punto tale da sentire fatica laddove - normalmente - non dovremmo avvertirla? Per esempio accade che arriviamo con un po' di ritardo sulla palla, dunque non riusciamo a essere reattivi al cento per cento, con la conseguenza che i nostri colpi arriveranno dall'altra parte del campo con una spinta minore.
• Accade pure che il colpo stesso, pur mettendoci la stessa intensità, esca dalla racchetta con meno forza o meno spin. Perché la tensione mentale non ci lascia liberi muscoli e nervi di controllare adeguatamente diritti e rovesci. 
• In tutto questo, c'è inoltre una riduzione della capacità di concentrazione: anche fare cose molto semplici può dunque diventare un problema insormontabile per l'atleta, fino a far subentrare una certa dose di frustrazione.
• Questo aspetto della fatica mentale non riguarda solo la partita, bensì anche gli allenamenti. Ed è proprio da un allenamento corretto che passa il superamento di questa barriera che si pone fra noi e il risultato che speriamo di ottenere. Nei prossimi passaggi capiremo dunque come misurare la fatica mentale e in seguito come fare in modo che ci influenzi il meno possibile.