Chiudi
“In questo momento in cui non possiamo usare il fisico, possiamo dedicarci alla parte mentale”. Questo il parere della psicologa dello sport Marcella Marcone, che spiega: “Visualizzare gesti tecnici, schemi, situazioni competitive fa bene”
di Alessandro Rocca | 12 marzo 2020
Ma come funziona questo processo?
“Per comprendere meglio questo aspetto possiamo pensare all’immagine del bambino che quando ha fame è di fronte ad uno stimolo forte che non riesce a gestire ma che l’intervento della mamma contribuisce poi a soddisfare. Man mano che si ripete questa situazione c’è dunque la certezza che uno stimolo sarà soddisfatto da un’azione. L’eventuale ritardo della mamma sarà da quel momento più gestibile perché il bambino sarà in grado di “allucinare” ovvero di evocare quello che da lì a poco avverrà. Immaginare rende quindi meno frustrante quello stato intermedio”.
Tornando allo sport…
“Per uno sportivo che vive in stato di “carenza da allenamento” le visualizzazioni possono essere d’aiuto perché pur non dando un allenamento motorio inducono una quasi impercettibile stimolazione neuro muscolare e una lieve attivazione viscerale che aiuta a migliorare il colpo e lo schema di gioco. E’ chiaro che chi non ha mai fatto un lavoro del genere dovrebbe avvalersi all’inizio di uno specialista che sappia mostrare il corretto uso degli strumenti a disposizione”.
Restando a casa, guardare le sfide dei campioni su SuperTennis può aiutare a migliorare?
“Assolutamente sì, a patto che si utilizzi un ben preciso modo di guardare. Lo spettatore deve identificarsi totalmente con chi gioca, vivere quelle situazioni come se fosse lui stesso a giocare. Durante la partita dovrebbe chiedersi: - Cosa farei io al posto suo? - . Dovrebbe provare una totale empatia a tal punto da avvertire tensione o eccitazione. Torniamo al concetto di visualizzazione prima espresso: non vedere soltanto un colpo ma immaginare se stessi alle prese con quel colpo”.
Quindi possiamo affermare che questa pausa forzata può essere una grande opportunità per migliorare il nostro gioco?
“E’ evidente che in questo periodo non possiamo usare il fisico ma possiamo usare la testa, che nel tennis è fondamentale. Il professionista del resto allena con la stessa dedizione la parte fisica, quella tecnica e quella mentale. Credo che proprio attraverso la mente anche stando a casa ci si possa occupare del proprio tennis, il modo migliore per colmare questa astinenza, in attesa di tornare sul campo e raggiungere i propri obiettivi".