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Le regole del gioco

Perché serve la scorta

Guardando un match alla tv, vi siete mai chiesti perché quando un giocatore va in bagno c'è sempre qualcuno che lo segue? Per accertarsi che ci vada davvero e per controllare che non riceva istruzioni da nessuno. In quel caso ecco che cosa succederebbe

13 dicembre 2019

LA SITUAZIONE
Alfredo sta giocando un match di singolare contro Guglielmo.

Alla fine del secondo set, Guglielmo chiede di andare in bagno per la prima volta nel corso della partita. L'arbitro glielo concede e come di consueto lo fa accompagnare da un giudice di linea. Al ritorno dal bagno, il giudice di linea riferisce all'arbitro che negli spogliatoi il giocatore è stato raggiunto dal suo coach che si è messo a dargli dei consigli, e si è fermato solo quando il giudice di linea gli ha detto che non poteva farlo.

Giocatori scortati

Molto spesso nel vedere importanti eventi alla tv ci si è chiesto come mai i giocatori vengano scortati per andare in bagno da giudici di linea, o dal giudice arbitro. Il motivo è che in primo luogo va controllato che il break sia davvero utilizzato per andare in bagno e non per altri scopi (riposarsi, farsi una doccia, etc...).

Inoltre, bisogna proprio accertarsi che nell'arco di tempo in questione il giocatore non venga avvicinato da qualcuno che possa dargli consigli oppure passargli qualcosa che non sia stato preventivamente controllato.

CONTRO LE REGOLE
Tornando al nostro caso specifico, l'azione che viene compiuta e riportata dal giudice di linea all'arbitro evidentemente non è ammessa ed è contro le regole. Anche perché di per sé dare consigli ai giocatori durante una partita non è ammesso dalle regole (ovviamente ad esclusione dei campionati a squadre durante i cambi campo e nei tornei WTA ai cambi campo quando viene concesso di entrare ai coach), figuriamoci durante la pausa presa per andare in bagno.

Come si procede?

Il giudice di linea, pur non essendo l'arbitro di sedia, è comunque a tutti gli effetti un ufficiale di gara in quel momento e di conseguenza ciò che viene da lui visto o sentito - e poi riportato all'arbitro - consente di infliggere eventualmente al giocatore una sanzione per violazione del codice di comportamento. Nel nostro caso, quindi, la conseguenza sarà certamente quella di applicare il codice di condotta al giocatore per “coaching” (istruzioni date ai giocatori quando non permesso).

E se continuassero?

Questo perché il giudice di linea asserisce che nel momento in cui è intervenuto, il coach ha smesso di parlare.

E nel caso in cui, invece, sia il coach che il giocatore dovessero continuare a parlare anche dopo essere stati ripresi dal giudice di linea? In quel caso l'arbitro, messo a conoscenza dell'accaduto, deve far intervenire il giudice arbitro per discutere di questa violazione in quanto questa azione potrebbe essere valutata dal giudice arbitro come meritevole della perdita dell'incontro visto che sia il coach che il giocatore si sono disinteressati completamente di una indicazione di un ufficiale di gara continuando a violare il regolamento.

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