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L'angolo dell'insegnante

Allenare capacità mentali negli under 10? Si può

I bambini corrono, colpiscono diritti, saltano, colpiscono volèe, compiono balzi e giocano a tennis. Bambini che prendono parte a programmi tennistici sviluppano capacità sia tecniche che fisiche. Ma quanti di essi sviluppano anche le loro capacità mentali?

di | 10 ottobre 2019

Immaginate un bimbo di 9 anni durante una seduta da uno psicologo sportivo. È difficilissimo da immaginare! Fino a pochi anni orsono era quasi biasimabile cercare aiuto presso uno psicologo sportivo. Non si andava dallo psicologo! A meno che ci fosse qualcosa di serio che non andava. Al contrario delle capacità tecniche e fisiche, durante lo sviluppo di un tennista le capacità mentali vengono prese in considerazione per ultime. Tradizionalmente il lavoro sulle capacità mentali è ritenuta l’estrema soluzione a deficit comportamentali o durante la gara. Solo quando l’atleta si è affermato come agonista, le capacità mentali sono accettate come parte integrante del programma di allenamento.

Tecniche d’intervento della psicologia sportiva vengono utilizzate quando bisogna migliorare la prestazione. Gli atleti ricercano la zona ottimale della performance per riuscire a richiamare il loro optimum. In modo indipendente da ciò, le competizioni giovanili sono prese meno sul serio rispetto a quelle per adulti. Invece valori quali sportività, sviluppo del carattere e correttezza devono essere considerati elementi importanti per lo sviluppo dell’atleta. Invece solo quando un giovane atleta entra nell’età adolescenziale ed aspira ad un livello agonistico più elevato, come giocatore di college o futuro professionista, viene preso sul serio.

Come insegnanti di tennis poniamo giustamente in primo piano il divertimento ed un’evoluzione positiva. Sappiamo che alcuni genitori sono esempi negativi, perché danno troppa importanza alla vittoria e sottraggono così ai bambini una parte della loro infanzia. Ma parliamoci chiaro: quando un bambino inizia a fare agonismo, non sarebbe anche adeguato accordare un’importanza maggiore al miglioramento della prestazione mentale? La mia risposta è sì, perché dobbiamo insegnare ai giovani a risolvere i problemi sul campo sotto l’aspetto mentale. Ricercare l’eccellenza nella prestazione non è come enfatizzare la vittoria. Nel caso ideale un insegnante dovrebbe iniziare l’allenamento mentale quando i bambini cominciano a calcare un campo da tennis per la prima volta. Al contrario degli adulti, che portano con sé già un grande bagaglio di esperienze, per i bambini l’avvicinarsi alle variegate sfaccettature del tennis o fare addirittura la prima esperienza agonistica è qualcosa di completamente nuovo. Spesso i bambini riescono ad approfittare dell’allenamento mentale più degli adulti. Le capacità mentali non dovrebbero essere lasciate al caso, cosa che invece, purtroppo, accade spesso.

Nonostante molti insegnanti non ritengano di dover cominciare immediatamente con l’allenamento mentale, l’allenamento potrebbe già iniziare quando il bambino comincia ad inseguire la palla e a colpirla con la racchetta. Un bambino comincia ad imparare a concentrarsi proprio sul campo da tennis. Uno sviluppo di base verso un “sano” atteggiamento nei confronti della gara e degli altri giocatori è una base importante per l’allenamento mentale. L’insegnante entra nel ruolo di psicologo sportivo quando stimola i bambini a darsi il “cinque”, a gioire per i compagni di squadra e a darsi la mano. Oltre all’allenamento dei comportamenti positivi, l’insegnante può integrare nell’allenamento anche tecniche per accrescere la performance dei giocatori al di sotto dei dieci anni. Per renderle adatte ai bambini bisogna però modificarne le metodologie d’intervento. Gli obiettivi primari degli interventi sono motivazione o attitudine, focalizzazione o attenzione, immaginazione o visualizzazione e gestione dello stress mediante tecniche di respirazione e di rilassamento. Capacità più complesse, come l’integrazione di queste tecniche o obiettivi a lungo termine, sono invece più adatte ai giocatori di età superiore, fino agli adulti.

* Doug Eng è Master Professional PTR ed USPTA ed è stato coach per ben 17 anni, tra cui anche alla Tennis Academy di Har­vard. È membro del USTA National Sport Science Committee e ha pubblicato molti articoli per varie riviste specializzate. È stato PTR Workshop Leader ed è stato premiato come Tester of the Year e Volunteer of the Year, è stato due volte PTR New England Pro of the Year e due volte PTR State Member of the Year nel Massachusetts. Inoltre è stato nominato Best of Boston Tennis Coach dal Boston Magazine.

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