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Per insegnare bene bisogna rendere l’ambiente di gioco intuitivo, 'user-friendly' e attivo. Obiettivo? Alimentare in ogni allievo il trinomio “emozione-ricordo-ritorno”. Perché c'è sempre da migliorare, anche da grandi
di Donato Campagnoli | 07 ottobre 2019
Con il Minitennis “Avviamento”, chiamato a livello internazionale “RED” per via del colore delle palle utilizzate, gli allievi imparano a gestire il proprio corpo nello spazio, vivendo coinvolgenti esperienze di tennis in “movimento” fin dal primo giorno di lezione grazie all’uso di strumenti didattici adeguati al loro sviluppo motorio e alle loro capacità.
La struttura dinamica della lezione FIT (attivazione, fase centrale e fase di competizione) e anche, tra le altre cose, la definizione di obiettivi didattici riguardanti la “tecnica degli spostamenti” fanno sì che sia i bambini in età prescolare (a partire dai 4/5 anni) sia quelli più grandicelli – ma anche gli adulti e gli allievi di terza età - possano approcciarsi alla nostra disciplina e, in ogni occasione, imparare divertendosi.
E quanto dura la fase di “avviamento”? Forse, per sempre. Perché tutti i giocatori possono acquisire nuove abilità o rafforzare competenze già in essere. Dappertutto, anche a livello mondiale, si pensa purtroppo ed erroneamente che per terminare quella che l’Istituto di Formazione chiama sotto-fase “Super Delfino” (ultima fase dell'“avviamento”) l’allievo debba conoscere solamente i colpi, saper palleggiare e giocare le prime partite.
Queste “competenze” sarebbero già sufficienti a promuoverlo direttamente a estensioni di campo maggiorate. Il Minitennis “avviamento” però è molto, molto di più. Banalizzare questa fase può essere pericoloso anche in termini di fidelizzazione. L’obiettivo non è “arrivare per primi a giocare a tutto campo”, bensì crescere come “persone-atleti” secondo un percorso formativo equilibrato. Insistere sull’incremento delle competenze degli allievi è un progetto comunque premiante a lungo termine. Tutto il sistema tennis (circoli, insegnanti, genitori, giocatori ecc...) dovrebbe esserne consapevole.
Il modello di competenza della “tecnica degli spostamenti” della fase “avviamento” prevede diversi obiettivi, tra cui: