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L'angolo dell'insegnante

Basiamoci sul gioco

Ci sono situazioni d'apprendimento aperte, basate sulle situazioni tattiche, e situazioni d'apprendimento chiuse, con un obiettivo tecnico ben preciso. Ecco quali prediligere e perché

di | 11 agosto 2019

L’approccio didattico basato sul gioco (detta game based approach) prevede una struttura di lezione in cui le situazioni aperte a carattere tattico sono sempre antecedenti rispetto alle situazioni chiuse a carattere tecnico. Si ritiene che questa sia la soluzione didattica più adeguata poiché in tal modo il lavoro sulla parte tecnica può essere funzionale alle difficoltà applicative che l’insegnante ha riscontrato in fase di gioco. Così procedendo, si avrà da un lato l’opportunità di integrare al meglio gli aspetti tecnico-biomeccanici con quelli tattico-strategici e dall’altro sarà possibile prevedere degli interventi di tipo individuale che potranno rendere l’approccio didattico più flessibile e funzionale a soddisfare le caratteristiche specifiche di ogni allievo. L’unica limitazione di tale approccio didattico è che per essere applicato al meglio richiede competenze.

Ad esempio, qualora l’obiettivo tattico della lezione fosse quello di creare aperture di campo laterali e longitudinali, per garantirne il perseguimento sarebbe necessario l’utilizzo delle rotazioni in top-spin. Nel caso in cui gli allievi non avessero ancora acquisito tale competenza tecnica risulterebbe davvero molto difficile l’applicazione del compito assegnato. In tal caso la situazione chiusa (volta all’acquisizione di competenze) potrebbe precedere quella aperta. Allo stesso modo qualora a seguito dell’implementazione di una situazione aperta, l’insegnante riscontrasse problematiche tecniche limitanti l’applicazione degli obiettivi tattici, potrebbe decidere nella lezione successiva di dedicare più tempo alla situazione chiusa per intervenire a livello correttivo con un numero di ripetizioni che possa favorire il processo di trasformazione.

UN METODO IN 4 PASSI
Di seguito l'applicazione del “game based approach”.

1. Assegnazione del compito - In primo luogo l’insegnante deve assegnare un compito tattico, definendo una situazione di gioco nell’ambito della quale dovranno essere perseguiti alcuni obiettivi. Il compito dovrà essere adatto al livello di competenza degli allievi che compongono il gruppo di lavoro.

2. Osservazione e valutazione - L’insegnante propone una situazione aperta o semi-aperta (volendo anche sotto forma di gara) nella quale dovranno essere applicati degli schemi di gioco correlati agli obiettivi della lezione. Si ricordi che le situazioni semi-aperte presuppongono che si parta da situazioni più chiuse (ad esempio scambio sulla diagonale del diritto) che nel corso dell’esercitazione possano essere trasformate in situazioni reali di gioco. In tale fase l’insegnante osserva e valuta l’applicazione del compito, gli eventuali errori di scelta e le eventuali carenze tecniche che possono comportare limitazioni di tipo tattico.

3. Fase di intervento - L’insegnante propone una situazione chiusa relativa a un aspetto tecnico o tattico in modo da favorire un processo correttivo o semplicemente garantire l’acquisizione di una nuova competenza. Tale fase può richiedere del tempo (necessario per consolidare il processo correttivo) e a tal riguardo l’insegnante potrebbe decidere di orientare la lezione successiva sulle problematiche riscontrate o semplicemente potrebbe decidere di partire da situazioni di gioco chiuse piuttosto che aperte.

4. Fase di verifica - L’insegnante termina il lavoro proponendo una situazione aperta (sotto forma di gara) riprendendo le tematiche affrontate durante la lezione e richiedendone l’applicazione in un contesto reale di gioco. In tale fase è importante verificare le competenze acquisite e l’abilità dell’allievo di trasformare in partita quanto evidenziato nella situazione chiusa. L’insegnante riceverà anche un riscontro sull’attuale livello di competenza tattica, tecnica, fisica e mentale degli allievi e potrà decidere, nell’ambito della proposta didattica multilaterale, come distribuire la pratica del lavoro in base alle competenze di ogni allievo. È anche un’occasione utile per cominciare a redigere alcune schede individuali di valutazione dell’atleta, basate su quanto osservato in fasi reali di gioco e quindi soggette a un riscontro più realistico e rilevante rispetto a un’analisi correlata alla semplice valutazione di gesti tecnici o di aspetti tattici applicati in situazioni chiuse.

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