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Bisogna imparare a gestire la pressione, ed è un aspetto che si può migliorare durante l’allenamento. Serve un obiettivo profondo e aiutano anche le... penitenze. Vi spieghiamo perché
di Greg Lappin * | 19 luglio 2019
* courtesy of PTR
In un articolo precedente abbiamo parlato dell’importanza dei dati scientifici e del loro supporto in un corretto processo d’allenamento. Adesso facciamo un passo più in là e vediamo un altro aspetto. Ad eccezione di alcuni specifici miglioramenti tecnici è assolutamente importante che i giocatori imparino a gestire la pressione, in modo da essere completamente preparati a quella della competizione. Deve essere chiaro che colpire un gran numero di palle a caso durante una sessione di allenamento è tanto utile quanto non allenarsi per nulla. È invece fondamentale ridurre più possibile le differenze tra allenamento e torneo.
Ora interrompi per un attimo la lettura di questo articolo e controlla quante parole di queste 2 liste riesci a ricordare.
La maggior parte delle persone ricorda più parole delle lista B (la scienza sostiene tre volte tante). La semplice spiegazione di questo fatto è che durante la lettura è subentrato un breve momento di irritazione e insicurezza dovuto alle lettere mancanti che il cervello ha dovuto inserire. Questa è stata la differenza maggiore. Non ti sei allenato più duramente, ma più “profondamente”.
Come allenatori il nostro obiettivo principale è di consentire un allenamento di qualità, che non aiuti solamente il giocatore a mantenere il suo livello, ma anche ad accrescerlo, portando continuamente l’atleta al suo limite. Finché non sarà disposto a uscire da questa zona di comfort, potrà solamente sperare di mantenere il livello, con possibilità ridotte o addirittura nulle di migliorare.