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Per evitare l’epitrocleite, chiamata generalmente 'gomito del... golfista' è buona cosa mantenere il braccio più vicino al corpo per minimizzare le sollecitazioni. Ecco il perché con la descrizione per fasi
di Rodolfo Lisi * | 15 luglio 2019
* posturologo, laureato in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative
È ragionevole ipotizzare un carico maggiore a livello del gomito in quel tennista che, in posizione aperta, “mulina” il diritto con il braccio dominante esteso (Fig. A): le sollecitazioni articolari aumentano perché aumenta la distanza tra il punto di impatto della palla e il fulcro articolare (spalla). Nel momento in cui, al contrario, il sistema “arto-racchetta”, a gomito flesso, si avvicina al corpo (Fig. B), si modifica la modalità di trasmissione dei carichi a livello muscolo-tendineo e delle superfici articolari. Di conseguenza, gli sforzi meccanici sulle articolazioni coinvolte si riducono considerevolmente. Vale la pena mettere a confronto i due modelli (pattern) di movimento degli arti superiori (gomito esteso versus gomito flesso) tipici della ormai imperante posizione aperta, facendo riferimento alla canonica ripartizione in tre fasi del gesto tecnico del diritto: ottenimento della velocità angolare voluta (accelerazione), impatto, follow-through (accompagnamento).