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Collezionismo

Riparare le racchette? Si faceva così

Negli Anni ’20 e ’30, quando le prime fabbriche italiane di racchette erano appena nate e i laboratori artigianali di riparazione erano pochi e costosi, era stato ideato un modo rapido per riparare le corde rotte. Oggi sembra assurdo, ma allora era quasi indispensabile.

di | 12 marzo 2020

La rivista per ragazzi ‘Il Giovane Inventore’ nel numero del 1° Novembre 1925 fra i vari consigli e notizie ai propri lettori fornisce un dettagliato esempio di come poter riparare le racchette da tennis con una modica spesa, senza dover ricorrere ad un incordatore di professione.

L’articolo evidenzia che è indispensabile procurarsi della corda presso qualche negoziante di accessori per strumenti di musica precisando che l’ideale è dato da una corda di violino (il LA o il RE). Prima di iniziare il lavoro la corda va immersa in acqua a temperatura ambiente per tutta una notte, poi asciugata.

Quindi se ne annoda l’estremità al filo rotto con un ‘nodo da sarta’ posizionato all’esterno del telaio in legno. L’estremità opposta della corda di budello viene passata attraverso il buco e successivamente collegata a quella che resta dell’antica attraverso un solido nodo.

Il budello, dissecandosi, si raccorcia e la rete si distende ricostituendo così una specie di tessuto elastico sul quale la palla rimbalza dopo aver preso slancio su quella… specie di trampolino.

Un modo semplice ma molto economico per continuare a giocare a tennis senza gravare sulle finanze dei genitori. In effetti ancora oggi nei vari mercatini dell’usato di tanto in tanto ci si imbatte ancora in vecchie racchette da ragazzo a suo tempo riparate proprio con questo metodo, utilizzando corde di ‘fortuna’. Una manutenzione rapida che consentiva al giovane tennista di riprendere velocemente a giocare il suo sport preferito.

Del resto siamo nel novembre 1925 e le prime fabbriche italiane di racchette da tennis (Sirt, Sarp Persenico e Sail) erano nate da pochi mesi. Era quindi indispensabile ingegnarsi, perché i laboratori artigianali di riparazioni sci e racchette erano pochi. E costosi.

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