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Cultura e costume

#RIGADIFONDO - Anche Mister Order impazzisce per Federer

John Bercow è stato per dieci anni lo speaker della Camera dei Comuni del parlamento inglese e i suoi richiami all’ordine hanno fatto il giro del mondo e dei social in questi anni di roventi sedute sulla Brexit. Grande appassionato di tennis, lui la calma la perde in tribuna quando va a vedere Roger

di | 18 dicembre 2019

Più famose delle sue cravatte variopinte ci sono solo le sue urla. Un richiamo all’ordine fermo, a tutta gola e strapieno di “erre” che dal 2009 al 2019, nel decennio segnato dalle sedute infuocate sulla Brexit, è tuonato nella Camera dei Comuni del Parlamento inglese. Il paladino dell’ordine istituzionale e della sacralità del dibattito politico britannico si chiama John Bercow, speaker del parlamento di Sua Maestà a fine mandato. Le immagini del suo roboante “Ordeeeerrrrr” hanno fatto il giro del mondo sugli schermi di notiziari tv e device digitali.

Dalla Camera dei Comuni del parlamento inglese alle tribune della O2 Arena per tifare Roger Federer, lo speaker della Camera dei Comuni inglese John Bercow

Lui, invece, più volentieri si fa il giro delle tribune del tennis, specialmente quando in campo c’è Roger Federer. Lì, sugli spalti s’intende, ‘l’esaltato’ difficilmente richiamabile all’ordine appare proprio lui. Ospite in tv da Fabio Fazio ha mostrato lo sfondo del suo telefonino con una plasticissima immagine di un colpo di Roger Federer. “Sono di origini ebraiche ma non pratico, eppure da anni frequento ‘la chiesa di Roger Federer’, è una religione”, ha detto lo speaker-ultrà federeriano. Dal Centre Court di Wimbledon alla O2 Arena delle Finals, quando Roger gioca lui c’è. Ben mischiato alla folla di 'aficionados' dello svizzero di bianco e rosso vestiti, quelli più sfegatati.
Appassionato tennista, peccato non averlo mai visto in campo: sarebbe stato un piacere sbirciarne l’esultanza dopo un passante vincente a Boris Johnson, neo primo ministro stravolto Oltremanica e da sempre suo avversario sul campo da tennis (politicamente no, sono entrambi conservatori). Non meno interessante sarebbe stato sentirlo scambiarsi gli schemi con il suo storico compagno di doppio, l’ex Primo Ministro David Cameron, l’uomo che ha lanciato la pallina della Brexit sul piano più inclinato di Gran Bretagna con la scelta di subordinare la questione a quesito referendario. “Quando in campo faceva un errore, David, si urlava contro come fosse McEnroe - ha detto a Fazio Bercow -. Se ero io a sbagliare, invece, mi rincuorava”.
Che Bercow abbia ricambiato il favore durante un ‘cambio campo’ nelle riunioni di gabinetto di quei giorni concitati del governo Cameron, non è dato sapere. Certamente Mr John gli animi li ha calmati spesso, in Parlamento, magari immaginandosi - in quelle giornate più calde - di non essere di fronte a due schieramenti di politici infuriati ma a un campo da tennis. E di urlare “Fedeeeerrrer” invece del marchio di fabbrica “Ordeeeeeerrrrrr”.

Proprio come ama fare in tribuna, sbracciandosi, dimenandosi e accantonando - in estasi per un tocco sublime del Maestro - l’aplomb di chi negli impegni di routine può incontrare Papa Benedetto XVI o accompagnare il Presidente Obama su per la scalinata di Westminster Hall.

Sarà pure poco british e poco istituzionale a dirsi, o a intonarsi, ma si può star pur certi che lui senza troppe fisime si unirebbe al coro: “Uno di noi, John Brecow, uno di noi…”.

John Bercow durante un momento istituzione nella Central Lobby della House of Lords in attesa di ascoltare un discorso della Regina Elisabetta II

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