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Roland Garros, il cuore di Parigi

Genesi e storia dell'impianto intitolato a un grande eroe di guerra

di | 08 giugno 2019

Quattro moschettieri e un ex rugbista. È nelle loro storie che si può riscoprire perché il Roland Garros si gioca in un impianto dedicato a un aviatore, il primo a sorvolare il Mediterraneo, da Frejus a Tunisi, senza scalo. È un eroe di guerra, Roland Garros, che cambia per sempre le tecniche del conflitto aereo: sposta le mitragliatrici dalla parte posteriore del velivolo in avanti, così può guidare e sparare contemporaneamente, e corazza le pale dell’elica con dei coni di ghisa montati all'altezza della bocca della mitragliatrice.

L'aviatore Roland Garros

Un asso come Francesco Baracca

Si guadagna per primo il titolo di “asso”, riservato a piloti che abbattono cinque nemici, ma viene a sua volta colpito dai tedeschi. Gli devono molto anche loro, perché è dal suo Morane Saulnier che l’ingegner Fokker parte per realizzare il leggendario E III, affidato a piloti come Franz Immelmann ed Oswald Boelcke, gli inventori della tattica aerea e delle squadriglie di caccia. È stato anche un atleta, Roland Garros, calciatore e campione nazionale juniores di ciclismo su pista nel 1906.

Nel 1928 i quattro moschettieri di Francia, Jean Borotra, Jacques Brugnon, Henri Cochet e René Lacoste devono difendere la Coppa Davis vinta l’anno prima nel Challenge Round. All’epoca, i Campionati di Francia si giocano sui campi dei due club storici, il Racing Club e lo Stade de France, che però sono troppo piccoli per la Davis. Serve uno stadio nuovo. Pierre Gillou, capitano della squadra di Davis e presidente del Racing Club, si incontra e si accorda con Emile Lesieur, che presiede lo Stade Français.

 

La costruzione dell'impianto

È su un terreno del suo club che viene costruito il nuovo impianto. La candidatura congiunta, approvata dal sindaco di Parigi l’8 dicembre 1927, prevede la concessione dello stadio Jean Bouin alla Porte d’Auteuil per vent’anni, in cambio di 20 mila franchi l’anno di affitto e del 6% degli incassi. Lesieur è un ex rugbista, ha segnato la prima meta nella prima partita della Francia nel Torneo delle Cinque Nazioni. Il progetto finale è di Louis Faure-Dujarric, l’architetto del Racing Club, che ha realizzato a tempo di record lo stadio olimpico per le Olimpiadi del 1924.

Lestieur si riserva la scelta del nome da dare allo stadio centrale, che finirà per designare l’impianto intero. E sceglie il suo grande amico Roland Garros: hanno studiato insieme, si sono diplomati entrambi nel 1908 all’Ecole des Hautes Etudes Commerciales di Parigi. Lo stadio centrale, cui saranno affiancati altri quattro campi, viene inaugurato il 18 e 19 maggio 1928 con un incontro fra le nazionali femminili di Francia e Gran Bretagna. Un mese dopo ospita per la prima volta gli Internazionali di Francia, poi i Moschettieri confermano il titolo in Coppa Davis, 3-2 in finale sugli Stati Uniti.

Fred Perry al Roland Garros

La forma attuale

L'impianto, che ha raggiunto l'estensione di 8,5 ettari, ha una particolare collocazione . È proprio nel mezzo del Bois de Boulogne, proprio vicino al giardino botanico delle Serres d’Auteuil. Per questo, l'esistenza di vincoli storici e paesaggistici e il parere contrario dei residenti più volte consultati hanno ostacolato ulteriori progetti di ammodernamento e di ingrandimento della struttura. Ma nel 2017 la lunga vicenda giudiziaria si è conclusa con un parere favorevole alla Federazione francese, che gesrisce l'impianto. Le serre sono state spostate e rinnovate per far posto al nuovo “Court Simonne Mathieu” da circa 5000 posti a sedere, intitolato alla due volte campionessa del Roland Garros in singolare (1938 e 1939), tra le giocatrici francesi più titolate dopo Suzanne Lenglen a cui è dedicato il secondo campo per importanza dell'impianto. I lavori, che secondo il progetto dureranno fino al 2021 e costeranno oltre 350 milioni di euro, si concluderanno con la costruzione del tetto retrattile per coprire il campo centrale, il Philippe Chatrier.

L'impianto comprende anche il centro tecnico nazionale e il Tenniseum, un museo multimediale bilingue sulla storia del tennis progettato dall'architetto Bruno Moinard. Un modo diverso per scoprire tutto sui “Moschettieri” a cui si deve il Roland Garros, sulle vite che hanno attraversato la Porte d'Auteuil e magari rivivere l'emozione del trionfo di Francesca Schiavone nel 2010. Perché il ricordo è passione, la storia è un racconto che non smette di ammaliare.

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