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L'intervista a Toni Nadal, zio e per anni coach di Rafa, all'Università del Tennis su SuperTennis
23 dicembre 2023
"Ho sempre cercato il successo attraverso l'evoluzione della persona. E' più facile vincere se sei una persona educata". Sono questi i due principi su cui Toni Nadal ha costruito la sua storia di allenatore e il percorso del nipote Rafa che ha seguito come coach dal 2017. Da allora, si è dedicato a tempo pieno all'accademia di famiglia. Da un paio di stagioni, è entrato nello staff di Felix Auger-Aliassime.
Toni Nadal ha raccontato la sua idea del tennis, e del ruolo di allenatore, all'Università del Tennis, il programma di SuperTennis basato sulle interviste realizzate a margine del Simposio Internazionale di Tennis e Padel.
"So che il mondo sta andando verso la tecnologia e non posso andare contro il mondo, anche se ho sempre cercato il successo professionale grazie all'evoluzione della persona - ha detto -. Oggi nel tennis tutti devono giocare nello stesso modo. Colpisco forte e non penso molto, ma penso che sia la società in generale a non pensare molto. Oggi o servi a 220 kmh o non puoi giocare, o rispondi a una velocità pazzesca o sei tagliato fuori così abbiamo tolto una parte fondamentale della tattica, che è essenziale nello sport: abbiamo già le palestre per fare sport senza dover pensare".
Il coach, e zio di Rafa Nadal, ha sottolineato il valore dell'educazione per la vita e la carriera. Anche se il tennis, ammette, "ha un problema: il giocatore è il capo, è lui che paga, e chi paga lo fa per sentirsi dire quel che vuole sentire. Non gli piace sentire quel che non vuole sentire, poi ci sono persone intorno a te che ti dicono che fai tutto bene. Io non l'ho mai fatto". Inoltre, il tennista "vive in un ambiente che gli fa credere di essere qualcuno di importante. Importante perché fa passare una palla al di sopra di una rete? Far passare una palla sopra una rete non ha molto senso, quel che ha senso è saper superare i problemi".
Tutto il mondo di Rafa (e di Felix)
Negli anni in cui ha viaggiato nello staff del nipote, racconta, il suo metodo di allenamento si è basato soprattutto sull'osservazione. Oggi "parliamo di tutti questi fattori come biomeccanica, statistiche, videoanalisi. La videoanalisi mi piace perché permette di guardare la tecnica a una velocità che normalmente sarebbe impossibile, le statistiche invece non fanno che confermare quello che ho già visto - ha detto - Un famoso scrittore spagnolo disse: "Chi legge molto sa molto. Chi osserva molto sa di più". Non ho mai preparato una partita più del necessario. Ho preparato le partite con Federer, con Djokovic ma non ho mai preparato una partita contro il numero 40 del mondo. Quando Rafael scendeva in campo gli diceva: "Gioca come sai fare tu". Avevamo già abbastanza problemi nel riuscire ad eseguire al meglio quel che sapevamo fare per essere dipendenti dagli avversari". Certo, verrebbe da dire che puoi permetterti più facilmente un metodo simile se alleni un campione come Nadal. Con altri, poitreb
In tutti gli sport, è questa la convinzione che Toni Nadal sottolinea all'Università del Tennis su SuperTennis, "bisogna partire da quel che si sa fare, poi magare si trova il modo per apportare piccoli accorgimenti tattici anche se oggi è difficile perché la palla va troppo veloce. Il tennis sta diventando simile al baseball. E poi inizia con un calcio di rigore: un giocatore al servizio che osserva e prende la mira, e un altro in risposta che guarda e cerca di indovinare da che parte arriverà la palla. Conoscete un altro sport che cominci così?".