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Non solo Sinner: l’anca sempre più tallone d’Achille dei tennisti

Elevata l'incidenza degli infortuni all'anca tra i tennisti. Ne hanno sofferto tra gli altri gli ex numeri 1 del mondo Gustavo Kuerten, Lleyton Hewitt, Andy Murray e la leggenda del doppio Bob Bryan

03 maggio 2024

Jannik Sinner (foto Getty Images)

Jannik Sinner (foto Getty Images)

Mal comune non è mezzo gaudio. Jannik Sinner, che ha scelto precauzionalmente di ritirarsi prima del quarto di finale a Madrid ed è atteso domenica a Roma per preparare gli Internazionali BNL d’Italia, soffre per un problema all’anca destra che si trascina da Montecarlo, non grave ma da monitorare.

Sinner non è solo.  "Le problematiche all'anca sono state segnalate in una percentuale che varia dall'8% al 27% dei giocatori di tennis", spiega all'Adnkronos Salute Andrea Bernetti, vice presidente della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer). Ne hanno sofferto tra gli altri gli ex numeri 1 del mondo Gustavo Kuerten, Lleyton Hewitt, Andy Murray e la leggenda del doppio Bob Bryan che ha vinto tutto con il gemello Mike. "Il caso di Sinner però non è classificabile. Al momento sappiamo solo che ha un dolore all'anca, non meglio specificato” ha immediatamente sottolineato.

Dal punto di vista teorico, di scuola, il tennis “ induce un alto carico sull'articolazione dell'anca perché comporta movimenti di inizio e arresto rapidi, intensi e ripetuti, durante i quali i giocatori effettuano cambi di direzione improvvisi mentre corrono e colpiscono la palla ad alta velocità. In particolare, il diritto impone un elevato carico su anche e ginocchia” aggiunge Bernetti.

Ancora di più negli ultimi anni anche a causa della velocizzazione del gioco che porta tanti giocatori a colpire con le anche parallele alla rete, senza ruotare il busto in fase di preparazione.

Un altro fattore, spiega a Repubblica Valter Santilli, professore Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa alla Sapienza Università di Roma, sta nelle scivolate o nei colpi in allungo. “Le estensioni possono aumentare il rischio di lesioni se l'anca non è sufficientemente supportata da muscoli forti e flessibili. Inoltre, soprattutto su campi in terra rossa, i tennisti spesso scivolano per raggiungere la palla. Anche se questo tipo di movimento può ridurre l'impatto sulle articolazioni rispetto a una brusca fermata, la torsione e il carico sull'anca durante lo scivolamento possono ancora causare stress” ha spiegato.

Il tennis poi si gioca sempre più su superfici dure e questo, spiega ancora Santilli, “da un lato consente maggior velocità ma dall'altro effettua una pressione ulteriore sulle articolazioni inferiori".

L’elevata velocità del gesto atletico, conclude, sovraccarica i muscoli che “ci consentono di stare in piedi” e “l'ileopsoas che ci consente di flettere l'anca e che durante il tennis è molto stressato dai cambi di direzione". È proprio una lesione all’ileopsoas che ha costretto Rafa Nadal a diradare le sue apparizioni in campo nelle ultime stagioni e ad annunciare in anticipo che questo sarà il suo ultimo anno nel circuito. 

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