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L'attrezzatura del campione

Sentirsi Nadal: in campo con la nuova Pure Aero "Rafa"

Alla vigilia della quattordicesima semifinale di Nadal al Roland Garros abbiamo voluto provare a giocare con l’ultima versione di serie dell’attrezzo Babolat, quella coloratissima che porta finalmente il suo nome, incordata con la stesso tipo di corda, alla sua tensione

di | 11 giugno 2021

Rafael nadal in azione al Roland Garros con la sua Babolat Pure Aero nella nuova versione cromatica che porta il suo nome

Rafael Nadal in azione al Roland Garros con la sua Babolat Pure Aero nella nuova versione cromatica che porta il suo nome

Ormai il rituale lo conosciamo. L’energia comincia a svilupparsi nei corridoi che portano alla buca d’ingresso del campo. Rafa non riesce a star fermo. E’ tutto un saltello, uno scatto, un balzare a destra e a sinistra, come se quelle pareti che preludono alla sfida gli stessero strette, lo soffocassero. Una belva in gabbia.

Quell’agitazione senza fine sembra un tratto caratteriale e invece è l’applicazione di un pattern di riscaldamento preciso. Imparato da piccolo e applicato con un rigore mostruoso. D’altra parte uno che si fa preparare un menù speciale, privo di grassi e zuccheri inutili, anche il giorno del suo matrimonio, non è un comune mortale. O meglio non ha le priorità degli altri comuni mortali.

Guardatelo Rafael Nadal quando è appena entrato nel campo, vicino alla rete, di fronte al suo avversario mentre l’arbitro recita le due o tre avvertenze di base e lancia la moneta per stabilire chi batterà per primo. Lui continua con i suoi saltelli sul posto. Per lui la partita è già cominciata. Sa cosa fare e lo sta già facendo. L’altro, l’avversario, è lì che si preoccupa di quello che gli succederà tra qualche minuto. L’inerzia del match è già segnata.

Guardatelo Rafael Nadal quando è appena entrato nel campo, vicino alla rete, di fronte al suo avversario mentre l’arbitro recita le due o tre avvertenze di base e lancia la moneta per stabilire chi batterà per primo. Lui continua con i suoi saltelli sul posto. Per lui la partita è già cominciata. Sa cosa fare e lo sta già facendo. L’altro, l’avversario, è lì che si preoccupa di quello che gli succederà tra qualche minuto. L’inerzia del match è già segnata.

Poi si va alle rispettive panchine e saltano fuori le bottigliette, da collocare a terra secondo una mappa precisa. Quella con il liquido rosa va lì, quella trasparente là, quella opaca qua. Dalla borsa escono le racchette le sue Babolat Pure Aero. Quelle, si può dire, nate con lui, che lo accompagnano si da quel primo Slam, conquistato proprio a Parigi nel 2005.

Oggi finalmente quelle racchette portano il suo nome e hanno una grafica come piace a lui: abbiamo voluto provare l’emozione di scendere in campo con un attrezzo analogo al suo (nella versione di serie, quella che tutti possiamo acquistare nei negozi specializzati) proprio alla vigilia dell’ennesima grande sfida, nel grande teatro dove Rafa ha costruito la sua leggenda.

“Rafa”, si chiama proprio così quest’ultima versione della Babolat Pure Aero, lanciata sul mercato come prodotto di serie dopo la conquista da parte del fuoriclasse di Manacor del suo 13° Roland Garros, 20° Slam di una collezione record che lo ha portato sullo stesso pinao del suo storico rivale, Roger Federer.

Lui l’aveva già in mano alla vigilia di quella prova parigina, giocata eccezionalmente in ottobre 2020. Abbandonato il giallo di fondo che l’aveva contraddistinta per la gran parte delle versioni che si sono succedute nel tempo (in origine era nera con le due strisce Babolat gialle) aveva acquistato le componenti fucsia e arancio. Colori forti a creare un connubio caldo, pieno di energia. Un attrezzo unico nel suo genere. Unico e finalmente caratterizzato da un nome scritto grosso: Rafa.

Le specifiche sono sempre quelle: piatto corde da 100 pollici quadrati, peso a nudo 300 grammi, spessore del telaio consistente e variabile, nei diversi punti nevralgici, dai 23 a i 26 millimetri, schema d’incordatura 16x19. Misure che sono diventate dei classici nella categoria delle racchette agonistiche votate alla potenza e alle rotazioni.

Inconfondibile è anche la forma della sezione di queto telaio, non a caso denominato “Aero” sin dalle origini, studiata per massimizzare l’aerodinamicità e quindi la velocità nell’aria, quella che permette di far viaggiare la testa della racchetta come fa Nadal e imprimere quelle rotazioni, tanto difficili da addomesticare per chi si trova dall’altra parte della rete.

Il lab

L’attrezzo che abbiamo avuto per le mani era incordato proprio con i parametri di Rafa: sintetico monofilamento Babolat RPM Blast calibro 1,30 mm, montaggio a 4 nodi e 25 kg di tensione. L’abbiamo sottoposto alle rilevazioni del nostro Diagnostic Center.

Il peso incordata è risultato di 316 grammi, il bilanciamento a 33,2 cm dall’estremità del manico. La rigidità contenuta in 66 punti RA e l’inerzia, buona, a 327 KgxCmq.

L’algoritmo del Diagnostic ha interpolato questi dati valutando l’attrezzo come uno dei più equilibrati in assoluto nel rapporto potenza/controllo: 50 punti su 100 la potenza, 51 punti su 100 il controllo. E la maneggevolezza, 69 punti su 100, è notevole, alla portata anche di un giocatore di club (Non è così per la versione customizzata per il più forte di sempre sulla terra battuta, più pesante ma equilibrata in modo analogo: per quella ci vuole il suo braccione - vedi)

Sul campo

La Pure Aero Rafa è uno di quei casi in cui le sensazioni di gioco confermano le anticipazioni del laboratorio. Numeri equilibrati di potenza e controllo si traducono in grande giocabilità.

Sin dai primi colpi la racchetta si sente stabile, non troppo rigida. E perdona sui colpi non perfettamente centrati.

La prima sensazione è quella di generosa attitudine alla spinta: ti fa voglia di provare a fare il Nadal, ti spinge a sbracciare e cercare il top spin, perché l’attrezzo aiuta. E man mano ti accorgi che ti aiuta anche a tenerla dentro quella palla, non solo a picchiare forte la palla. Questo è probabilmente il segreto del successo: la sintesi tra facilità di spinta e precisione.

Bene da fondo, anche nel rovescio in back, e bene anche a rete, dove generosità di “sweet spot” e stabilità aiutano. Il servizio si esprime al massimo nel kick dove, con l’adeguato lavoro di gambe e addominali, si ottengono rotazioni importanti e rimbalzi davvero alti, ostici da gestire per l’avversario. Alla Nadal, verrebbe da dire.

Un po’ faticosi, se non si è degli agonisti giovani e ben preparati fisicamente, sono i 25 kg di tensione con cui abbiamo voluto affrontare la prova, per analogia con le scelte del campione.

Volendo mantenere la corda monofilamento utilizzata da Nadal (la stessa di Fabio Fognini) e il suo calibro, scenderemmo volentieri di almeno 3 kg.

Incordata a 21/22 kg, la “Rafa” mantiene le sue caratteristiche di base ma diventa una racchetta quasi per tutti. Per chi vuole scendere in campo, chiudere gli occhi e picchiare la palla con il piacere dell’immedesimazione in un campione leggendario, l’occasione è ghiotta.

Babolat Pure Aero Rafa

La scheda

  • Piatto Corde: 100sq. in.
  • Profilo: 23-26-23 mm
  • Schema incordatura: 16x19
  • Peso senza corde: 300 g
  • Lunghezza: cm 68,5
  • Bilanciamento (senza corde): 32 cm
  • Prezzo al pubblico: 259,95 euro

Il Lab

  • Peso: g 317
  • Deflessione corde: 56
  • Bilanciamento: cm 33,2
  • Rigidità: 66 RA
  • Inerzia: 327
  • Potenza: 50/100
  • Controllo: 51/100
  • Maneggevolezza: 69/100

 

Racchetta incordata con sintetico monofilamento Babolat RPM Blast, calibro 1,30 alla tensione di 25 kg

Rafael Nadal al Roland Garros nel 2005 con la prima versione della Pure Aero

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