-
Le storie

Lungo la Senna/12: And in the end...

Sta per calare il sipario sui Giochi Olimpici di Parigi 2024: arriva il momento di ripartire mettendo in valigia anche personaggi, situazioni, accadimenti direttamente dal Roland Garros

di | 04 agosto 2024

La Tour Eiffel con i cinque cerchi dei Giochi 2024 (Foto Getty, grafica Vecteezy)

La Tour Eiffel con i cinque cerchi dei Giochi 2024 (Foto Getty, grafica Vecteezy)

Parigi, o cara… In realtà, noi non vorremmo lasciarti più, ma, inesorabile, arriva il momento di fare le valigie. E già ci pervade una cupa malinconia, ben oltre l’effetto madeleine che scatta automatico quando si entra in una boulangerie. “Basta un lieve e soffice profumo, il naso inventa una via di ingresso nella memoria”, diceva Proust. Le vie di ingresso, nel nostro caso, sono più d’una. Naso, occhi, bocca. Colori, suoni, sapori. Incontri. Ci si sente come quando in vacanza, da ragazzi, mancavano poche ore al ritorno a casa e il ricordo dell’ultima sera, naturalmente la migliore di tutta la settimana, rendeva lo struggimento un tormento macerante. Perché in fondo, a dispetto delle quotidiane dimostrazioni di maturità che l’esistenza quotidiana richiede a ognuno di noi, ci sentiamo tutti Peter Pan.

Immagini, momenti, ricordi che già hanno imboccato la via della memoria: l’educata gentilezza dei volontari, capaci di farci sentire tutti autentici messieurs; il senso di evasione dato dal pranzare con una demi-baguette; la sicurezza di sapere che dovunque vorrai andare (a parte Casa Italia), a qualsiasi ora, ti ci porterà una linea del metro; la superiorità della lingua francese, la sua capacità di conferire un’aura nobiliare a qualunque cosa, anche una banale macedonia (salade des fruits a la vanille, mangiata nel Marais); i viali alberati del VII, deserti come certe domeniche d’agosto a Roma quando eravamo piccoli e si tornava in città solo il tempo di ripartire per un’altra vacanza, ed era tutto chiuso, ma proprio tutto; la magia del tennis, con tutto lo spettacolo d’arte varia che porta con sé; gli intermezzi musicali dello Chatrier (Edith Piaf ti arriva sempre nelle viscere); la gioia dello stare insieme delle persone, tutte uguali davanti ai Giochi olimpici (a patto di avere un pass). 

Si potrebbero ricordare tante altre cose, ma finiremmo per annoiarvi. L’ultima, però, vale la pena. Stamattina, alla porta 2 dello Chatrier, un’addetta alla sicurezza: ah italiano, noi abbiamo un problema con gli italiani. Perché, scusi? Sono algerina. Capito (lieve imbarazzo).

Guardi, noi italiani non siamo tutti uguali. Anzi, c’è un’ampia minoranza che la pensa in modo diverso, su tante cose, capito? E ci sono tanti italiani che tifano per Imane, glielo assicuro. All’addetta alla sicurezza algerina, ora, brillano gli occhi. Good luck, ci dice. Bon travail, cara amica (e varchiamo la soglia, un pizzico più orgogliosi di stare con la minoranza delle persone, come Nanni Moretti).

Una Parigi ..."olimpica" (foto Getty Images)

Forse siamo finiti un filino fuori tema (in realtà, come diceva Corrado Guzzanti nei panni dello studente Lorenzo, “non ci siamo mai mossi di qui”), ma lo sport è vita, e il tennis ancora di più. Perciò, segue un elenco di personaggi, situazioni, accadimenti che porteremo in valigia con noi, direttamente dal Roland Garros, e metteremo nella stanza degli ospiti del nostro cuore.

ITALIANS - Dei ragazzi e delle ragazze che ci hanno emozionato e reso orgogliosi trattiamo ampiamente a parte, anche oggi. Qui è giusto spendere due parole per il resto della spedizione, gli uomini e le donne che li hanno messi nelle condizioni di battersi al meglio. Un piccolo gruppo di grandi professionisti, perbene, seri. Che abbiamo visto emozionarsi col passare delle giornate e delle partite. Menzione speciale per Pablo Lozano e Simone Tartarini, perché l’affetto con cui parlano dei loro ragazzi è commovente.

Benjamin Hassan (foto Getty Images)

I LIBANESI - Benjamin Hassan, 29 anni, numero 170 del mondo. La vittoria contro l’americano Eubanks – la prima di un tennista del Libano alle Olimpiadi – lo porta al secondo turno, dove lotta ma perde in tre set con Baez. Hady Habib, 25 anni, numero 275. Ammesso ai Giochi solo nel doppio, trova un posto in singolare grazie ai forfait di alcuni big, da Sinner a Rune. Strappa quattro game ad Alcaraz sul Lenglen. Da raccontare ai nipoti.

MEDVEDEV - Daniil, 25 anni, russo. Ai Giochi sostanzialmente da apolide (come tutti i suoi connazionalI, catalogati “ain”: atleti individuali neutralizzati): senza bandiera né inno né divisa. Eppure, da numero 4 del mondo, si è iscritto a tre tornei: singolare e doppio maschile, doppio misto. Torna a casa con poche gioie e tanta fatica, ma l’orgoglio di aver onorato l’impegno e lo spirito olimpici. Da ricordare la prossima volta che si renderà antipatico.

Iga Swiatek (Getty Images)

MURRAY - “Che poi il tennis non mi è mai piaciuto” vale l’intero “Open” di Agassi. Una frase da Pulitzer. Have a good trip, sir Andy.

NADAL - A lui il tennis continua a piacere, anche in questa versione sadomaso cui si sottopone da un po’. Con tutto il rispetto, Rafa, ma se ogni volta ti chiedono quando ti ritiri non è perché non ti vogliano bene. Anzi.

SWIATEK - Il pianto cui si abbandona in zona mista dopo la sconfitta con la Zheng spiega perfettamente cosa sia un’Olimpiade per un’atleta. Siamo sicuri che alla prossima il bronzo vinto qui diventerà oro. Se lo merita (la Collins superata nei quarti avrebbe da ridire).

IL PUBBLICO - Numeroso, appassionato, colorato, rumoroso, mediamente competente. Una festa quotidiana girare tra i viali del Roland Garros. Premio “tifoseria più calda” a olandesi e spagnoli (francesi fuori categoria). Oggi in tribuna presidenziale vista una splendida Serena Williams – ricordiamolo, plurimedagliata olimpica - accanto al presidente del Cio Bach.

DJOKOVIC E ALCARAZ/1 - Quindicimila persone, contate male, un giorno potranno dire: “Sì, io c’ero”. Una finale che si ricorderà a lungo, una partita epica, tra due giocatori fenomenali, due numeri uno. Se le danno di santa ragione, dispensando grazia e potenza tennistiche, mandando a più riprese il pubblico – il cui sostegno invocano a turno, rivelando una lieve prevalenza spagnola - in visibilio. Lo scambio sul 4-4 40-40 del secondo set entra di diritto nella storia di questo sport, i primi punti del secondo tie-break saranno fatti vedere in tutte le scuole (non solo tennistiche) del mondo. Sulla soglia delle tre ore, vince con merito Djokovic, che resta il più forte e il più determinato sportivo in circolazione. Gli mancava solo l’oro olimpico, per come sta magari vincerà pure il prossimo. E’ chiaramente l’uomo bionico,

Novak Djokovic si arrampica per andare a festeggiare con team e famiglia (foto Gettty Images)

DJOKOVIC E ALCARAZ/2 - Quello che succede quando cade a terra l’ultima pallina del match, forse non lo rivedremo mai più. Piangono tutti: a dirotto un tremante Djokovic, più timidamente un acerbo Alcaraz, che in fondo sa che stavolta era giusto che vincesse l’altro. Si piange anche in tribuna e si ringrazia il Signore che ogni quattro anni arrivino le Olimpiadi. Bello vedere il nostro Musetti sul podio con questi due mostri.  

Come resistere ad un selfie sul podio Olimpico? Non si può! E Musetti (bronzo) immortala Djokovic (oro) e Alcaraz (argento) - (foto Getty Images)

GLI ASSENTI - Si dice abbiano sempre torto, ma c’è assente e assente. A chi non è voluto esserci perché “i punti Atp contano di più di un’Olimpiade”, se non si è ancora ricreduto, non ci sono speranze, pazienza; a chi non ha potuto esserci per un’indisposizione o malessere o infortunio, peccato, forse poteva stringere i denti, forse no: resteremo con questo dubbio in eterno; a chi, infine, avrebbe voluto esserci ma non ha potuto per via di un regolamento opinabile (Djokovic lo ha apertamente contestato, ma qui siamo all’Olimpiade e anche i libanesi hanno il diritto di parteciparvi una volta), va tutta la nostra solidarietà. Due nomi su tutti: i nostri Berrettini e Cobolli. Loro sarebbero venuti anche con una gamba sola.

E’ stato bellissimo. Forza Sara. Forza Jasmine.

Sara Errani e Jasmine Paolini festeggiano con il tricolore (foto Getty Images)

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti