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L'intervista

Flavio Cobolli, dalla Roma alla racchetta

Il talento capitolino si è fatto notare al Roland Garros Under 18, dove ha raggiunto i quarti di finale in singolare e la finale in doppio. E pensare che pareva destinato a una carriera da calciatore...

di | 09 giugno 2019

“Un’esperienza fantastica, ricca di valori e insegnamenti”. Il primo Slam non si scorda mai. Flavio Cobolli ha vissuto al Roland Garros juniores momenti indimenticabili, tra vittorie inaspettate, qualche rammarico e, soprattutto, quella svolta mentale fondamentale per la sua crescita. Il romano, classe 2002 e figlio dell’ex professionista Stefano Cobolli (best ranking di numero 236 Atp), ha raggiunto i quarti di finale in singolare, prendendosi il lusso di sconfiggere il numero 3 del mondo under 18 Jonas Forejtek, vincitore al Bonfiglio. Poi ha raggiunto pure la finale in doppio, insieme allo svizzero Stricker, perdendola in due set lottati contro Tirante e Pucinelli de Almeida. “Sono molto contento per il gioco che sono riuscito a esprimere in questi giorni a Parigi – ha raccontato Flavio – ma ancor di più per l’atteggiamento. Mi spiace solamente di essere arrivato un po’ fuso, a causa del doppio turno, al match di quarti di finale contro il giapponese Mochizuki, ma l’esperienza rimane meravigliosa. Me la sono goduta al cento per cento”.

Dal pallone alla pallina

La storia di Flavio Cobolli, nato il 6 maggio 2002 da papà Stefano e mamma Francesca, è sempre stata divisa tra calcio e tennis. Terzino destro delle giovanili della Roma e talento della racchetta, ‘Cobollino’ ha praticato entrambe le discipline fino ai 13 anni, quando ha dovuto forzatamente scegliere la propria strada. “Non avevo mai visto, in tanti anni, un ragazzo così promettente che rinunciasse al calcio per un altro sport”. Parola di Bruno Conti, che ha sempre seguito con affetto il percorso del giovane romano e romanista. “Il tennis è una sfida più grande e io amo le sfide - ha spiegato Flavio -. Diventare un professionista nel circuito Atp è complicatissimo. Amerò sempre il calcio e seguirò ogni giorno la Roma, ma da semplice tifoso, perché nel mio futuro c’è solamente il tennis”.

Tra Nole e De Rossi

Cobolli junior è cresciuto al Tennis Club Parioli, circolo per il quale ha disputato in questi anni tutte le gare a squadre e, recentemente, anche la Serie A1. Da circa un anno, però, Flavio ha scelto di seguire papà Stefano a Bel Poggio, dove è sorta la Rome Tennis Academy. “Ho sempre detto che avrei lasciato il Parioli solamente se mio padre fosse diventato il mio coach. E così è stato”. Stefano ha sperato fino a qualche anno fa, da grande tifoso giallorosso, che il figlio diventasse un calciatore della Roma ma: “Poi ho capito - dice - che la sua passione per il tennis era infinita e ogni sera, sin da piccolo, lo trovavo addormentato davanti a Supertennis”. “I miei idoli sono Djokovic nel tennis e De Rossi nel calcio - ha dichiarato Flavio -. L’addio di Daniele? Pensavo di viverla peggio. Ho pianto solamente negli ultimi dieci minuti. Ma probabilmente ho sofferto di più quando ha lasciato Francesco Totti. L’anno prossimo dovrò comunque cambiare il capitano nella mia squadra di fantacalcio, che per anni è stato Daniele… Per quanto riguarda ‘Nole’, credo sia il più forte di tutti. Prima di entrare in campo guardo i video di Djokovic su youtube per caricarmi e cerco, per quanto possibile, di ispirarmi a lui”.

Parigi come punto di partenza

Molto attivo sui social, Flavio ha già superato i 3.000 followers su Instagram. La crescita è dunque tennistica, social, ma soprattutto umana, come conferma papà Stefano. “Questo Roland Garros rappresenta un passaggio fondamentale per Flavio – ha spiegato – perché vivere un ambiente così importante, in mezzo ai grandi campioni del circuito, lo ha portato a trovare quella giusta professionalità fuori dal campo che in passato, spesso, gli era mancata. A tennis, inoltre, ha giocato molto bene. Sono davvero contento della trasferta parigina, che non deve rappresentare un punto di arrivo, bensì di partenza”.
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