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L'allenamento

Il diritto di Coric, arma non convenzionale

La meccanica d'esecuzione del diritto del 22enne croato è differente rispetto alla maggioranza dei tennisti del circuito maschile. A partire dalla dissociazione degli arti in fase di preparazione. Analizziamo il colpo al microscopio

di | 19 maggio 2019

Venuto per la prima volta alla ribalta fra i grandi nel 2014, con la vittoria contro Rafael Nadal a Basilea, da allora Borna Coric è cresciuto sempre di più, fino ad arrivare al numero 12 della classifica Atp e a diventare molto competitivo su tutte le superfici. Come stile di gioco il 22enne di Zagabria può essere considerato un contro-attaccante in quanto predilige il gioco da fondo campo e spesso tende a prolungare gli scambi anche su superfici veloci. Qui di seguito analizzeremo il diritto di Coric, che risulta molto interessante in quanto è eseguito con una meccanica piuttosto differente rispetto alla maggioranza dei tennisti del circuito maschile.

L'impugnatura

Coric esegue il diritto con una presa western come si evince osservando la posizione assunta dal palmo della mano nell’immagine 1. Si può notare come lasci una parte dell’ipotenar (prominenza muscolare posta sul palmo della mano in direzione del mignolo) fuori dal manico della racchetta. Un accorgimento didattico adottato da numerosi tennisti, per ridurre la pressione delle dita sul manico (favorisce una maggiore decontrazione) e per garantire alla mano più libertà di movimento durante la fase di accelerazione.

La fase di preparazione

Nell’immagine 2 si nota come Coric, a differenza di tanti altri tennisti, esegua la preparazione con un movimento di dissociazione degli arti superiori che porta l’arto non dominante a disporsi davanti al corpo e parallelamente alla rete già nella prima fase di arretramento dell’attrezzo. Con tale tecnica è più difficile separare l’azione delle spalle da quella delle anche; ne consegue una limitazione per quanto concerne l’accumulo di energia elastica nella fase di contrazione eccentrica. A tal riguardo sempre nell’immagine 2 si nota come la parte superiore del tronco sia allineata a quella inferiore con assenza di angoli di separazione. Inoltre il momento di inerzia è particolarmente elevato e ciò può influire sulla velocità di spostamento come si evince osservando la distanza tra arto non dominante e tronco nella fase di corsa (immagine 4). La testa della racchetta è molto alta (immagine 2) e la flessione del gomito è piuttosto accentuata (immagini 3-5). Da tali particolari tecnici si rileva come il tennista croato prenda forza più dal movimento verticale dell’attrezzo che dall’accelerazione in direzione orizzontale.

La fase di accelerazione

La prima fase di accelerazione è caratterizzata da un’azione piuttosto controllata del tronco (immagine 3) che, in corrispondenza della caduta verticale dell’attrezzo produce una torsione minima con l’anca posteriore che non è ancora in estensione. Ciò dipende soprattutto dall’azione dell’arto non dominante. Coric ritrae l’arto sinistro mantenendolo disteso mentre, in questa fase del movimento, è importante che il gomito sinistro si fletta favorendo una maggiore velocità angolare del tronco. Pertanto la torsione del busto, più che dalla retrazione dell’arto non dominante, è attivata dalla rotazione del piede posteriore (immagini 5 e 6). Nell’immagine 9 (diritto eseguito in open stance) è particolarmente evidente quanto sia pronunciata la rotazione del piede destro di Coric. Ne consegue una limitazione nel movimento di estensione orizzontale del braccio e nel trasferimento del peso del corpo e ciò si evince osservando anche la marcata flessione del gomito in corrispondenza della fase di impatto (immagini 6 e 9). Nonostante la mano abbia un ruolo attivo nell’accelerazione dell’attrezzo (vedi immagini 6-7), Coric mantiene il polso per molto tempo in iperestensione. Conseguentemente, in corrispondenza dell’impatto, le corde non sono leggermente inclinate verso il basso (come suggerisce il modello di prestazione del diritto) ma sono rivolte in avanti. Ciò limita l’intervento dei flessori del polso, che svolgono un ruolo fondamentale per modificare l’inclinazione della racchetta nella fase di impatto, favorendo un’accelerazione aggiuntiva dell’attrezzo.

Il finale di movimento

IL FINALE DI MOVIMENTO
L’azione svolta dalla mano durante l’accelerazione è molto evidente osservando la prima parte del finale (immagine 7). La testa della racchetta è in linea con il polso mentre, in presenza di una maggiore deviazione radiale, in questa fase del movimento le corde dovrebbero essere orientate già verso la parte sinistra del corpo. Tale azione è visibile solo in corrispondenza del completamento del finale (immagine 8) quando la racchetta si porta al di sotto della spalla e della mano.

Conclusioni

Più volte Coric ha dichiarato che il lato destro del campo è quello “meno sensibile” e che il diritto rappresenta il suo principale punto di debolezza. Detto questo, non possiamo avere la certezza che una meccanica esecutiva da manuale potrebbe essere la soluzione a tale problema in quanto la prestazione non è semplicemente la risultante di movimenti tecnicamente perfetti, ma è dipendente da una moltitudine di componenti, buona parte delle quali non visibili.

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