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Le storie

Dustin Brown torna a stupire

Il tedesco d’origine giamaicana è tornato a vincere un Challenger dopo tre anni. Ecco tutte le magie del fidanzato della sorella di Kyrgios

di | 10 aprile 2019

Una macchina da colpi spettacolari. Ogni volta che scende in campo, Dustin Brown è garanzia di divertimento, a Wimbledon come nei tornei Challenger. La vittoria a Sophia Antipolis, all'inizio di aprile sulla terra rossa della Mouratoglou Tennis Academy, ha riportato il sorriso sul volto di “Dreddy” che non vinceva un titolo dal successo a Manchester dal 2016. A suon di palle corte da applausi, si è messo alle spalle un 2018 segnato dagli infortuni alla schiena.
Il ritiro a tre punti dalla vittoria contro Mahut a Montpellier, in lacrime per un improvviso dolore lombare, ha condizionato di fatto tutta la stagione, appena riscattata dalla finale persa a Genova contro un sontuoso Lorenzo Sonego. “Dreddy”, tedesco di origine giamaicana, nel 2017 ha iniziato una love story con Halimah Kyrgios, attrice e sorella di Nick.

Tennis e camper

Non vuole parlare troppo dei suoi primi anni, quando girava per l'Europa sul camper che la famiglia ha comprato nel 2004 per permettergli di inseguire la sua strada. Il tennis creativo, da autodidatta, non inquadrabile in categorie, si sviluppa in quel periodo come un'anomalia, come un dovere, come la logica conseguenza di una fase in cui bisogna arrangiarsi. I soldi sono pochi, il camper abbassa i costi e diventa anche ufficio: è lì che incorda le racchette anche per gli altri giocatori: si fa pagare meno del servizio del torneo, il gioco è fatto.

L'ha notato per la prima volta un coach americano, Kim Wittenberg, con cui però per anni si sono persi di vista, quando Brown si è trasferito in Giamaica alla metà degli anni Novanta. Poi, al suo rientro in Germania, hanno ripreso a lavorare insieme. Brown, che mette insieme una leggerezza naif e una vocazione tutta tedesca alla puntualità, un look alla Bob Marley e una parlata seria, pacata, ha debuttato a livello ATP nel 2003 (perse da Bob Bryan a Newport) e non ha più giocato nel circuito maggiore fino al 2010, quando ha centrato a Johannesburg la prima vittoria, su Chiudinelli, e insieme il primo dei dodici quarti di finale ATP.

La vittoria su Nadal

A maggio di quell'anno è entrato in top 100 e vinto il primo titolo in doppio, con Wassen a Metz, in finale su Melo e Soares). È anche la prima delle tre stagioni che ha chiuso fra i primi 100. Un traguardo ripetuto nel 2014, l'anno della vittoria su Nadal, allora numero 1, al secondo turno a Halle, e nel 2016, la sua stagione migliore: centra le prime due semifinali ATP, a Montpellier (perde contro Gasquet) e Gstaad (sconfitto da Lopez), e il best ranking di numero 64 il 10 ottobre, dopo la finale del Challenger di Szczecin persa contro Giannessi.

Impegno tennistico

Sull'erba si è spinto due volte al terzo turno a Wimbledon, nel 2013 e nel 2015, e si è preso il gusto di battere Lleyton Hewitt e Nadal. Ma sul rosso, al Roland Garros del 2016, ha festeggiato la prima vittoria in carriera al quinto set, su Dudi Sela al primo turno. Contraddizioni? No, solo un poliforme ingegno tennistico che contiene moltitudini. Le esperienze di una vita fatta così gli hanno insegnato a non abbattersi nelle sconfitte e a godersi i successi. “Come festeggerò? - ha detto ai giornalisti dopo il titolo a Sophia Antipolis – Mi prenderò un paio di birre, farò un bagno e starò sveglio tutta la notte a vedere serie TV così che questo giorno non finisca mai”.
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