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Abbigliamento e scarpe

C’è un nuovo modo di comprare le scarpe… con Federer

L’azienda svizzera di calzature da running in cui ha investito Roger Federer, cui è stata dedicata una linea di sneaker esclusive e personalizzate, promette di rivoluzione il mercato dell’attrezzatura sportiva con un innovativo modello di business che ricalca quello di Netflix. Quando toccherà al tennis?

di | 03 ottobre 2020

Roger Federer

Roger Federer è socio di un brand svizzero di abbigliamento e calzature dal 2019

Sta arrivando, e sta arrivando di corsa. Si sente già il rumore dei passi. è il nuovo modo di comprare le scarpe, una novità che nelle intenzioni di chi la sta lanciando mira a rivoluzionare il mercato. Parliamo di calzature sportive, ma (ancora!) non strettamente tennistiche. L’innovazione però è talmente clamorosa che merita l’invasione di campo.

Arriva dal mondo del running la nuova frontiera dell’acquisto delle calzature sportive. E arriva dall’azienda svizzera in cui ha investito soldi e risorse proprio Roger Federer. On Running, che al fenomeno di Basilea ha già dedicato una linea di sneaker esclusive e disegnate direttamente con il suo aiuto, adesso lancia la cosiddetta “shoe-scription”.

In inglese il calembour riesce bene e nasconde un inedito modello di business: le scarpe nell’idea elvetica si compreranno in abbonamento, niente più acquisto diretto. Per averle, serve un canone mensile, come Netflix, Spotify o semplicemente come il telefonino. Non si tratta però di un pagamento a rate, ben inteso, perché le scarpe poi vanno restituite.

Eh sì, perché qui entra in scena l’altro grande cambiamento di paradigma: si parla di scarpe al 100% riciclabili. Un passo per volta, però. Rimaniamo sulla modalità di acquisto, anzi di pagamento. Il processo, a regime, sarà questo: l’acquirente versa un canone mensile (al momento fissato a 25 sterline, o 30 dollari) e in cambio ottiene il primo paio di scarpe. Che verrà via via sostituito man mano che questo si deteriorerà.

L’azienda assicura un massimo di due sostituzioni all’anno, garantendo così un costo da sostenere per paio generalmente in linea con le altre calzature top di gamma sul mercato. Dal secondo invio, quando si riceve il nuovo paio a casa tramite corriere non si fa altro che impacchettare il vecchio con un apposito cedolino di ritorno - fornito dall’azienda - e il gioco è fatto.

Dal 15 settembre scorso la casa svizzera ha già ricevuto un’adesione pari a 2.000 pre-iscritti. I quali, a un anno dall’uscita ufficiale del prodotto (stimata per l’autunno 2021) hanno contribuito a formare un piccolo tesoretto da circa 50 mila sterline. Frutto delle prime 25 sterline pagate in anticipo (in grande anticipo!) per assicurarsi tutte le news sul processo di sviluppo in anteprima - alcune in esclusiva - e per garantirsi il primo invio il giorno in cui saranno finalmente disponibili.

Le scarpe Cyclon, in uscita nell'autunno 2021, non saranno acquistabili ma disponibili solo in abbonamento

Un esperto di marketing direbbe che la casa svizzera sta lavorando sul “desiderio”, creando un’aspettativa e invogliando l’utenza - non più clientela - a percepire la necessità di far parte dell’innovazione. Una strategia adottata anche in occasione del lancio delle TheRoger, proprio le sneaker costruite a immagine e somiglianza ‘stilosa' di Mister Federer.

“Lavorare in questo modo è divertente - aveva detto Roger -. Conosco il mondo delle scarpe ad alta performance e nutro un interesse personale per la moda. Così ho unito le due cose per contribuire allo sviluppo di nuovi prodotti”.

Era il 6 luglio scorso quando Roger in persona, a Social network unificati, presentò al mondo la calzatura col suo nome di battesimo. Una scarpa tempo-libero, tutta bianca, venduta in edizione limitatissima al prezzo non esattamente economico di 239,95€. Anche in quel caso, l’acquisto era disponibile prima del lancio con l’incognita legata al fatto che, tra tutti i “paganti”, solo alcuni - sorteggiati a sorte - avrebbero effettivamente ricevuto la scarpa.

Conosco il mondo delle scarpe ad alta performance e nutro un interesse personale per la moda. Così ho unito le due cose per contribuire allo sviluppo di nuovi prodotti.

- Roger Federer

Una lotteria dopo la quale agli sfortunati non-estratti è rimasta soltanto, oltre al rammarico per il mancato appagamento del desiderio ‘federeriano’, la magra consolazione di vedersi stornare dalle spese della carta di credito il totale della cifra versata in anticipo.

In quel caso, la spinta decisiva verso la motivazione d’acquisto era data dall’esclusività della serie limitata e dall’appeal abnorme legato al nome di Federer, socio dell’azienda con sede a Zurigo dal 2019. Adesso, oltre al brivido della novità di poter contare ogni sei mesi su una scarpa nuova, con tanto di aggiornamenti tecnologici sviluppati e integrati nel corso dei mesi a venire, c’è anche la forte motivazione ambientale.

Roger Federer con le sneaker che portano il suo nome, le The Roger

Senza uscire troppo dal seminato, basti sottolineare che i materiali principali con cui sono realizzate queste calzature sono ricavati dai semi di ricino. Ecologiche, sostenibili e soprattutto sempre riciclabili. E senza nessuna derivazione d’origine animale, il che le rende pure vegane.

A impatto zero, insomma, anche perché l’azienda si è impegnata a non consegnare scarpe in aree geografiche che non abbiano almeno 5.000 iscritti per ottimizzare al massimo anche l’incidenza di trasporti e spedizioni.

“Creare una scarpa completamente riciclabile è una cosa - spiega Nils Altrogge, Leader del team Tecnologia dell’Innovazione di On - ma noi puntiamo a dimostrare che sostenibilità ed efficienza possono andare di pari passo”.

Lato green a parte, viene da domandarsi quanto manca a che pure il rosso - della terra - venga contagiato da uno schema così innovativo. Certo, che funzioni - anche nel mondo del running - è ancora tutto da provare. Ma l’idea c’è. E non ci sono motivi validi, o almeno non si vedono, per pensare che il modello non sconfini nelle altre arene sportive.

E magari perfino al di fuori del pianeta-scarpa. D’altronde, con tutte le migliorie e i passi avanti della tecnologia, non è così fuori dal mondo pensare che un giorno pure le racchette - i cui modelli vengono “aggiornati” generalmente ogni due, tre stagioni dalle varie case - subiscano una rivoluzione copernicana di tale portata.

Ci sarebbe da domandarsi se non sia financo auspicabile, e in breve periodo, complice la sensibilità sempre più sviluppata verso le eco-tematiche di sostenibilità e la spiccata tendenza verso gli abbonamenti per una gamma sempre più vasta di prodotti, beni e servizi. Per adesso il futuro del mercato cominciato a correre, a breve potrebbe pure giocare di dritto e rovescio.

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