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Racchette e corde

Test racchetta Wilson Labs Shift 99, l’altra dimensione della rotazione

L’azienda americana alla ricerca di un attrezzo che faccia la differenza in termini di spin ha sviluppato un telaio inedito con la massima ‘flessione verticale’. L’abbiamo testato in campo e su una nuova macchina in grado di misurare questo valore

di | 17 marzo 2023

Wilson Labs Project Shift 99 è una nuova racchetta siluppata per massimizzare il rendimento dei colpi arrotati in top spin

Wilson Labs Project Shift 99 è una nuova racchetta sviluppata per massimizzare il rendimento dei colpi arrotati in top spin

Si chiama Wilson Labs Project Shift 99 e che si tratti di qualcosa di sperimentale è evidente sin dal nome. Una racchetta bianca cangiante, con una grafica ottica molto essenziale, che insegue la chimera tecnologica del tennis moderno: una performance che faccia la differenza in termini di effetti, di rotazioni che si riescono a imprimere alla palla. I primi esemplari test, sono circolati a fine 2022. Wilson ha chiesto agli addetti ai lavori una prima impressione di gioco, da non divulgare ma da restituire all’azienda come feedback per ulteriori evoluzioni.

Difficile però in quella fase fare valutazioni: gli esemplari erano preincordati con monofilamento Luxilon a una tensione imprecisata. Anche il semplice confronto con le proprie abitudini di gioco era poco significativo. Il succo della sperimentazione, trapelato in questa fase di prime impressioni, era produrre un telaio del tutto nuovo, in grado di esprimere un valore inedito in termini di prestazioni su un versante ancora inesplorato, quello della “flessibilità verticale”.

La nuova dimensione del top spin

Il ragionamento parte dal fatto che quando i campioni di oggi picchiano la palla a tutta forza, lo fanno quasi sempre con quella dose di rotazione superiore (top spin) che serve per fare in modo che resti in campo. E schizzi via velocissima al rimbalzo. L’esempio più chiaro ed eclatante può essere il diritto di Matteo Berrettini. Un colpo esplosivo che l’azzurro può impattare anche al di sotto dell’altezza del nastro ma spingere a tutta forza perché rotazione e accelerazione garantiranno la parabola necessaria a scavalcare la rete per poi scendere e trovare il campo, prima della riga di fondo. L’evoluzione “in avanti” del grande top di Rafael Nadal, quello che imprimendo 4.900 giri al minuto (su se stessa) alla palla ha cambiato la storia del tennis e permesso allo spagnolo di vincere 22 Slam.

Il tempo di contatto tra palla e piatto della racchetta

La divagazione sulla rotazione si collega alla racchetta nel momento in cui è chiaro che, giocando il tipo di top spin di cui si parlava, il piatto corde non arriva sulla palla aperto, con un angolo di 90 gradi rispetto al terreno di gioco, ma chiuso, chiusissimo. Dunque al momento dell’impatto con la palla ciò che può determinare il tempo in cui la palla resterà a contatto delle corde non è più solo la flessibilità orizzontale (quella che si è sempre misurata per stabilire quanto un attrezzo fosse votato alla spinta, se più rigido, o al controllo, se più flessibile): entra in gioco la ‘flessibilità verticale’. Questo è ciò che sostengono gli ingegneri Wilson, intendendo con questo concetto la misura di quanto il telaio flette se, dopo avere bloccato il manico in una morsa, si esercita una forza dall’alto, sul suo profilo, a ore 3 o a ore 9 dell’ovale.

Secondo i loro calcoli una maggior ‘flessibilità verticale’ aumenta il tempo di contatto della palla con la racchetta mentre si colpisce in top spin. Dunque hanno cercato di produrre una racchetta con questa caratteristica, che avesse anche un piatto particolarmente stabile, per enfatizzare l’effetto della flessibilità verticale. Ecco dunque il “progetto Shift”.

Il test strumentale

Per provare a capire qualcosa di più di questa teoria ma soprattutto per avere qualche riscontro pratico, la prima esigenza era poter verificare concretamente queste caratteristiche attraverso una misurazione oggettiva. Misurare la flessibilità verticale ottenendo un dato condivisibile e confrontabile non era facile fino all’avvento della nuova Baiardo Tune Pro, l’apparecchiatura lanciata in questi primi mesi del 2023 proprio da Wilson e in grado di rilevare le misure fondamentali degli attrezzi in ben 7 sport di racchetta (tennis, padel, badminton, squash, pickleball, racquetball e platform). La macchina è stata pensata per aggiungere a peso, bilanciamento, deflessione corde, flessibilità orizzontale e inerzia (comuni ad altri strumenti di laboratorio) anche il dato della ‘flessibilità verticale’. E così abbiamo potuto finalmente mettere a confronto la Shift 99, quantomeno con due sorelle Wilson di cui si conoscono da tempo vocazione prestazioni: Blade 98 e Clash 100. Messe a confronto le racchette sui due parametri che in questo caso più interessava valutare, le differenze sono effettivamente emerse in modo chiaro.

Blade 98, racchetta di vocazione fortemente agonistica, molto diffusa nel circuito professionistico ma anche nei tornei nostrani a tutti i livelli, più versata al controllo che alla potenza, si è rivelata di sicuro flessibile sul piano orizzontale (63 punti RA) ma decisamente rigida su quello verticale (70 RA). Clash, attrezzo destinato al tennista di livello intermedio che vuole spingere la palla con forza ma senza perdere troppo in controllo, si è confermata super-flessibile sul piano orizzontale (59 punti RA) e mediamente rigida su quello verticale (66 punti RA).

Shift 99 ha in effetti ribaltato il tavolo: la più rigida sul piano orizzontale (68 punti) ma decisamente la più flessibile su quello verticale (62 RA).

Wilson Blade alla misura della flessione verticale

Il test di flessione verticale di una Wilson Clash 100

Flessioni a confronto

Blade 98, racchetta di vocazione fortemente agonistica, molto diffusa nel circuito professionistico ma anche nei tornei nostrani a tutti i livelli, più versata al controllo che alla potenza, si è rivelata di sicuro flessibile sul piano orizzontale (63 punti RA) ma decisamente rigida su quello verticale (70 RA).

Clash 100, attrezzo destinato al tennista di livello intermedio che vuole spingere la palla con forza ma senza perdere troppo in controllo, si è confermata super-flessibile sul piano orizzontale (59 punti RA) e mediamente rigida su quello verticale (66 punti RA).

Shift 99 ha in effetti ribaltato il tavolo: la più rigida sul piano orizzontale (68 punti) ma decisamente la più flessibile su quello verticale (62 RA).

Flessibilità a confronto

(dati rilevati da Baiardo Tune Pro su telai incordati)

Wilson Blade 98

  • Flessione orizzontale: 63 RA
  • Flessione verticale: 70 RA

Wilson Clash 100

  • Flessione orizzontale: 59 RA
  • Flessione verticale: 66 RA

Wilson Labs Project Shift  99

  • Flessione orizzontale: 68 RA
  • Flessione verticale: 62 RA

La misura di flessione verticale di Shift 99

Le caratteristiche tecniche

Appurato che ci si trova di fronte a un attrezzo intrinsecamente diverso dagli altri, ci sono elementi strutturali ben visibili dall’esterno che contribuiscono formare la natura di questa racchetta.

Il piatto corde da 99 pollici quadrati è raccordato al manico da un cuore molto ampio, oltre la media: sul ponte trovano infatti spazio ben 10 passaggi di corda anziché i classici 6 o 8 della stragrande maggioranza delle racchette sul mercato. L’ampiezza del cuore contribuisce insieme alla consistenza del profilo (23,5 mm costante) alla grande stabilità del piatto corde, sul piano orizzontale.

Per il resto le scelte dei progettisti sono andate verso una dimensione del piatto non ovvia (99 pollici quadrati), a metà strada dal più tecnico 98 e più generoso 100, e non ovvi schemi di incordatura. Si tratta infatti di un 16x20 nella versione da 300 grammi e di un più severo 18x20 nel caso della nostra versione (la più tosta) che pesa, senza corde, 315 grammi.

I passacorde trasparenti per i 10 passaggi di corda sul punte molto ampio di Wilson Shift 99

In campo

Considerato il reticolo fitto e il peso consistente abbiamo scelto un’incordatura morbida, un sinteitco multifilamento, per la nostra prova sul campo. E la scelta si è rivelata giusta per poter spingere con un attrezzo così consistente mantenendo un comfort di alto livello.

Le prime sensazioni sono di notevole stabilità e di buona sensibilità generale: un attrezzo versatile che, ancor prima di verificare quanto possa aiutare nella resa del top spin, di sicuro offre un ottimo supporto nel backspin, la palla tagliata, sulla quale una maggiore flessibilità verticale può senz’altro influire (in termini di controllo) anche se si tratta di una soluzione nella quale la potenza e la velocità del gesto di certo non si esprimono come nel top.

E qui è un po’ il nocciolo della questione per una verifica in campo della nuova soluzione tecnologica: di sicuro Wilson Shift supporta bene le rotazioni superiori, lo percepisce anche un buon giocatore di club, come un buon quarta categoria. Per cogliere una evidente differenza di prestazione, rispetto a un qualunque altro attrezzo comunque pensato per attaccanti da fondocampo con grande uso delle rotazioni superiori, servirà un lavoro mirato con giocatori di alta prestazione. Nel senso che per poter percepire nuove sensazioni bisogna di sicuro aggredire la palla con la tecnica e la forza fisica del giovane agonista di alto livello, ben preparato fisicamente, che picchia arrotando a tutto braccio. Una scommessa che Wilson gioca offrendo per prima un attrezzo con simili peculiarità.

In conclusione

La nostra prova in laboratorio della Wilson Labs Project Shift 99 (315g) ha confermato sul piano strumentale le premesse con cui Wilson ha lanciato il suo concept: si tratta dell’attrezzo con un’inedita flessibilità verticale, nettamente superiore agli altri telai di punta del marchio americano.

Come questo si traduca in termini di prestazioni va verificato sul campo, andando a enfatizzare il gioco aggressivo in top spin, tipico del tennis delle ultime generazioni, che colpiscono coprendo la palla non tanto per ottenere parabole alte, come facevano i vecchi terraioli, quanto per poter accelerare al massimo anche sulla palla bassa cercando angoli e profondità vincenti. Giocando a velocità bassa e media è difficile sfruttare al meglio e cogliere i vantaggi della nuova struttura del telaio: sono i giovani agonisti di livello medio-alto i destinatari di questo concetto e non dovrebbero farsi sfuggire l’occasione di provarlo.

La racchetta è comunque di per sé interessante: spinge con facilità mantenendo un ottimo controllo e anche un classico amante del gioco completo, cultore del rovescio in back, può trarne soddisfazioni in termini di profondità e precisione. Non un prodotto “mainstream”, di massa, Wilson Labs Project Shift 99 è un attrezzo per palati fini, alla ricerca del nuovo, amanti della sperimentazione e non dell’imitazione. Nella versione da 315 grammi, con il pattern 18x20, che abbiamo provato richiede un minimo di esperienza e un buon bagaglio tecnico per essere gustato fino in fondo.

La scheda tecnica

Wilson Labs Project Shift 99 (315g)

  • Piatto corde: 99 sq. in.
  • Profilo: 23,5/23,5/23,5 mm
  • Schema d’incordatura: 18x20
  • Peso senza corde: 315 g
  • Bilanciamento (senza corde): 31,5 cm
  • Prezzo al pubblico: 270,00 euro
  • Il Lab

(I dati si riferiscono a un telaio incordato con sintetico multifilamento Wilson Sensation, calibro 1,30, alla tensione di 21/20 kg)

  • Peso: g. 330
  • Deflessione corde: 52
  • Rigidità (flessione orizzontale): 68 RA
  • Inerzia: 330
  • Bilanciamento cm 32,4
  • Potenza: 55 punti su 100
  • Controllo: 45 punti su 100
  • Maneggevolezza: 67 punti su 100
  • Flessione verticale: 62 RA  (misurazione con Baiardo Tune Pro)

La posizione della racchetta sulla macchina test per la flessione verticale

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