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La terza versione della collezione Wilson Ultra presenta una serie di innovazioni mirate a sempre maggiore spinta e stabilità. Il modello centrale, 100 pollici di ovale, 300 grammi di peso, aiuta nella spinta da fondocampo ma è anche maneggevolissimo. Piacerà a tanti, dalla quarta categoria in su
di Enzo Anderloni | 20 marzo 2020
Nelle immagini promozionali infatti non c’è il volto di un top player a fare da traino ma un gruppo di giocatori che potrebbe essere una superfamiglia di agonisti con la figlia grande che punta al circuito Wta, il figlio che è un solido Junior, la piccolina che comincia a far faville tra le under 12, mentre mamma e papà (ex giocatori di buon livello) sono impegnati in gare a squadre regionali e tornei Over.
Dicevamo che i modelli sono 5, tutti contraddistinti dalla nuova livrea nero/grigio/azzurra, lucida. Ultra Pro Tour è la più pesante, 305 grammi, con il piatto più piccolo, 98 pollici quadrati, e con il pattern corde più fitto, 18x20. Bella tosta.
Il modello centrale della collezione è Ultra 100 che ha i parametri classici della categoria: piatto corde da 100 pollici quadrati, peso a nudo di 300 grammi, bilanciamento a 32 cm, cioè appena appena verso la testa della racchetta. E’ l’attrezzo che abbiamo voluto testare per primo.
Poi abbiamo le declinazioni più leggere, Ultra 100L e Ultra 100UL, rispettivamente da 280 e 260 grammi, la prima per l’adulto che richiede più maneggevolezza possibile la seconda per lo junior che vuol passare al telaio “da grandi”.
Infine Ultra 108, la soluzione per il mondo dei veterani, solo 270 grammi di peso e un ovale oversize da 108 pollici quadrati: grande tolleranza delle palle non perfettamente centrate, tanta spinta e volée facilitate al massimo.
Gli obbiettivi che gli ingegneri Wilson si sono prefissati per ciascuno di questi modelli passano attraverso un concetto generale che contraddistingue la collezione: PowerProfile. Consiste nella sinergia di tre concetti applicati nello sviluppo degli attrezzi per ottenere una maggiore stabilità e al tempo stesso una maggiore facilità di spinta.
Il primo è denominato Sweet Spot Channel e consiste in una scanalatura all’interno dell’ovale, da entrambi i lati, che consente di allungare le corde orizzontali centrali di 3,5 millimetri, aumentando così leggermente spinta e tolleranza agli impatti non perfettamente centrati.
Il secondo è l’evoluzione del classico brevetto PWS di Wilson, il Perimeter Weight System, in un’inedita versione PWS Integrated. Il sistema è quello che abbiamo visto sulle racchette agonistiche più classiche di Wilson, le Pro Staff: due piccole masse squadrate che sporgono verso l’interno, a ore 3 e ore 9 dell’ovale, con effetto stabilizzatore all’impatto di palla.
In questa nuova edizione il PWS, non sporge più, è integrato nella struttura del telaio; si amplia all’intera zona grigia, mantenendo la stessa funzione: aumentare la stabilità e quindi l’area di impatto ottimale della racchetta.
Il terzo la geometria della sezione degli steli nel cuore della racchetta, una forma pensata per aumentare la stabilità torsionale e quindi la potenza.
L’esemplare di Ultra che abbiamo sottoposto ai nostri test è stato incordato con Luxilon Element, un monofilamento particolarmente morbido, tanto da essere considerato per le prestazioni una sorta di incrocio tra mono e multifilamento, qui nel calibro sottile 1,25mm, alla tensione di 23 chilogrammi sulle verticali e 22 sulle orizzontali. Lo spessore del telaio è variabile, 24 mm sulla testa, 26 mm nella zona mediana dell’ovale, 23 mm alla base del cuore: un millimetro in più in testa e al cuore rispetto alla versione precedente.
I rilevamenti più significativi del Diagnostic Center sono innanzitutto la rigidità, che con 70 punti si conferma notevole e l’inerzia, che con 312 Kg cm2 è buona ma non eccezionale. L’insieme dei dati però fa dire agli algoritmi della macchina che la potenza espressa dall’attrezzo è molto elevata (59 punti su 100), il controllo discreto (39 punti su 100) e la maneggevolezza eccezionale (79 punti su 100).
Il dato della maneggevolezza è quello che si coglie immediatamente andando alla ricerca dei primi impatti. Tutto è facile, svelto, istintivo. Si coglie anche immediatamente l’effetto sulla palla della rigidità dell’attrezzo: un impatto asciutto con la palla che dà davvero la sensazione di uscire subito dal piatto corde.
In effetti ottenere profondità è facile anche con gesti non troppo ampi: se picchi forte puoi davvero sfondare ma se ti limiti all’appoggio sul colpo dell’avversario non sei immediatamente penalizzato. Volendo cercare il vincente è sempre meglio aggiungere un po’ di rotazione superiore, per non far scappar via la palla.
Anche se non chirurgico, anche il taglio in back è affidabile, ma dove la racchetta aiuta davvero parecchio è nelle soluzioni al volo, grazie al suo mix di manovrabilità e stabilità. Al servizio di sicuro la spinta non manca: ottima la botta piatta, si lavorano bene anche kick e slice.
L’obiettivo di Wilson con questa nuova Ultra 100 era fornire un attrezzo che desse una mano in termini di spinta, in particolare a chi ha swing non troppo ampi e non troppo veloci: dunque la gran massa dei giocatori. Sotto questo profilo possiamo dire che il risultato è stato ottenuto in pieno.
E’ una racchetta facile, versatile e molto trasversale come fascia d’utenza: la vediamo bene in mano ai combattenti dalla linea di fondo campo, non per forza aggressivi su tutte le palle. La Ultra 100 offre profondità facile a chi vuole attaccare ma aiuta anche in difesa.
Lo Sweet Spot Channel consiste in una scanalatura all’interno dell’ovale, da entrambi i lati, che consente di allungare le corde orizzontali centrali di 3,5 millimetri
E’ pensata sicuramente per il pubblico dei giocatori agonisti ma senza preclusioni di classifica: dalla quarta categoria in su è in grado di dare il suo contributo all’incisività dei colpi.
Wilson Ultra 100
Il Lab - I dati si riferiscono a un telaio incordato con Luxilon Element, calibro 1,25 alla tensione di 23-22 kg