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Racchette e corde

Corde: molle è bello. Il nuovo trend delle tensioni

Perché il trend degli ultimi anni tra i professionisti è una diminuzione della tensione delle corde? Sono cambiati i telai e sono cambiate le corde, vediamo come questo abbia influito molto lasciando cadere le abitudini degli Anni ’80 e ’90

di | 20 gennaio 2020

Per quanto molto variegata, la tendenza degli ultimi anni è quella di calare la tensione di incordatura delle corde delle racchette dei giocatori agonisti di ogni livello, dai professionisti sino ai seconda, terza e quarta categoria con qualche curiosa eccezione soprattutto a livello medio basso…
Se è vero infatti che negli anni '80, '90 e 2000 le tensioni di tesatura delle corde erano molto più alte rispetto a oggi, mediamente 25-26kg, non è difficile imbattersi in professionisti che facciano incordare i propri telai con tensioni inferiori ai 20kg, ma qual è il motivo alla base di questa vera e propria rivoluzione?

Cosa è cambiato in questi anni? Beh la risposta è semplice... sono cambiati i telai diventando sempre più rigidi e potenti e allo stesso tempo sono cambiate le corde. E con questi due elementi è cambiata necessariamente di conseguenza anche la maniera di giocare a tennis.

Per quanto riguarda gli armeggi, sicuramente alla base di tutto c'è una modifica sostanziale in termini di materiali, dato che le corde del passato, partendo dai budelli sino ai sintetici di prima e seconda generazione a base di poliammide-nylon, necessitavano di tensioni operative più alte per poter garantire sufficienti doti di controllo date le loro naturali riserve elastico-resilienti insite nel materiale costruttivo.

Con le corde in sintetico, per esempio, incordando a 26kg, era possibile avere una rigidezza statica sul piatto corde molto simile a quella di un moderno poliestere di tipo agonistico tirato a 22 kg. Con la differenza però che il moderno monofilamento consente una presa di rotazioni e angoli decisamente superiore per via dell'effetto snap-back dovuto al reciproco scostamento e ritorno in sede delle corde in poliestere, che consente di avere un incremento di rotazione fino al 10%-15% rispetto a un multifilamento o un syntgut.

Altro elemento interessante e da porre in evidenza è che le corde in poliestere, per loro stessa natura hanno come range ottimale di massimo rendimento, ovvero come "resilienza di picco", un intervallo che varia mediamente dai 18 ai 22kg a differenza di un multifilamento o synt-gut in poliammide-poliuretano-zyex che si attesta in termini di resa elastica massima intorno ai 22-24kg.

A questo punto risulta evidente che data la maggiore rigidezza degli armeggi in poliestere è sufficiente “tesare” meno le corde sul piatto della propria racchetta, cercando di sfruttare al massimo le doti di elasticità e resilienza del filamento.

Al contrario, utilizzando corde multifilamento o in sintetico, sarà necessario alzare la tensione di riferimento per stemperare l'esuberanza data dalla potenza e dalla risposta elastica del materiale costruttivo.

Un elemento assolutamente fondamentale da porre in evidenza è che le corde in poliestere, dalle grandi doti di controllo e presa di rotazione, a differenza di quelle in multifilamento, più potenti ma meno inclini a controllo ed effetti, tendono a perdere le proprie caratteristiche nel giro di 3-10 ore al massimo in funzione delle caratteristiche del materiale costruttivo e delle sollecitazioni alle quali vengono sottoposte a differenza delle corde in budello, multifilamento e sintetico che mantengono le proprie caratteristiche inalterate per un lasso di tempo decisamente maggiore.

Alla domanda se ha senso utilizzare corde in poliestere a tensioni molto basse, al di sotto dei 15kg, la risposta è che mentre nel caso di corde in budello, multifilamento e sintetico potrebbe avere senso incordare a tensioni molto basse, dato che le corde si attivano da subito a livello molecolare, nel caso delle corde monofilamento non ha senso scendere al di sotto di un limite di 16 kg perché senza superare questo valore non si attivano e stabilizzano le catene molecolari e non si sfrutta il materiale all'interno del range ottimale per il quale è stato progettato e realizzato.

In altre parole sarebbe come far girare un motore da corsa al di fuori dell'intervallo di massima coppia con un altro risvolto connesso e inaspettato di utilizzare il filamento con una rigidezza superiore a quella di progetto e non ancora "attivato".

Ovvio che gli equilibri che il giocatore trova con la propria racchetta e con le proprie corde sono del tutto personali, come per chi nel passato incordava i propri telai a 40kg con poliestere calibro 1.30 conservando i fusti dentro al frigorifero o come chi oggi incorda in monofilamento a 10kg con intervalli di 0.1kg fra telaio e telaio... de gustibus!

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