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Parliamo della distanza, misurata dal fondo del tappo dell’attrezzo, alla quale il telaio trova il proprio punto di equilibrio, rimanendo in sospensione su un asse trasversale. Vediamo come funziona e quali effetti ha sulle altre caratteristiche della racchetta
di Gabriele Medri | 22 ottobre 2019
* è consulente dell'Istituto Superiore di Formazione della Fit. Fondatore di Pro-t-One è esperto nella customizzazione degli attrezzi. Ha pubblicato una serie di studi unici su racchette e corde
La “questione” del bilanciamento della racchetta da tennis è un argomento particolarmente interessante e complesso al tempo stesso dato che riveste una valenza multipla con ripercussioni sulla potenza, maneggevolezza, sensazione di peso e caratteristiche generali dell'attrezzo... ma troppo spesso viene trascurato.
Il balance di un telaio può essere definito:
È sempre necessario sapere che quanto più avanzato è il bilanciamento a parità di peso complessivo, tanto maggiore sarà la sensazione di peso percepita dal giocatore (pick-up weight) ed è questo il motivo per cui con il crescere del peso della racchetta si tende inevitabilmente a spostare la massa del telaio verso il manico al fine di non limitare la maneggevolezza a causa di una eccessiva sensazione di pesantezza alla presa.
Il rapporto peso-bilanciamento
Due questioni importanti da prendere in considerazione sono legate al fatto che bilanciamenti troppo avanzati possono limitare la dinamica del movimento soprattutto in presenza di rovescio a una mano (ottimali a racchetta finita <320-325mm) e che sul medio lungo termine l'eccessivo balance in testa può essere causa di patologie a carico del polso e del gomito per limiti di maneggevolezza della racchetta in fase di esecuzione.
Un ultimo accenno infine è legato al fatto che i valori indicati dalle case si riferiscono a racchetta nuda e priva di corde e che dunque con corde montate e overgrip il balance si sposta mediamente avanti di 10mm.