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Racchette e corde

La racchetta, dalla parte del… manico

Le impugnature non sono tutte uguali, non solo in tema di misure. Conta, per esempio, la forma che, su base sempre ottagonale, può essere più o meno schiacciata. Vediamo come è fatto il manico delle racchette da tennis

di | 13 maggio 2019

Solo chi non ha mai giocato seriamente può pensare che, al di là delle diverse misure, le impugnature siano tutte uguali. Chi invece vive con la racchetta sempre accanto sa bene che una forma più schiacciata o più tondeggiante dell’ottagono fa grande differenza in termini di sensibilità della presa . E che la preferenza in tal senso è molto soggettiva. Se volete scoprire come è fatto il manico della racchetta da tennis dunque non dovete far altro che leggere qui.

Che cosa c'è sotto il grip? Ecco tre immagini di manico di racchetta a nudo, con vari materiali utilizzati

La forma

È una novità relativa la possibilità di costruirsi online, fai-da-te, la propria arma, una racchetta completamente personalizzata. E tra tutti i settaggi da determinare (il peso, il bilanciamento, la lunghezza, lo schema corde, il colore, la serigrafia del proprio nome) non c’è solo la misura del manico, ma anche la forma. Ma come la forma? Certo, squadrata o arrotondata. Non ci avevate mai fatto caso? Non ci crediamo. Di sicuro, magari inconsciamente, vi trovate meglio impugnando le racchette di una certa Casa, che monta di serie impugnature più squadrate/schiacciate. O magari per voi la migliore sensazione di controllo dei colpi avviene quando l’ottagono del grip ha le facce tutte più o meno uguali e quindi una conformazione più tondeggiante, tipica delle racchette di un altro marchio.

La misura

Fino a ieri ci si limitava a ragio- nare sulla misura del manico, dando quasi per scontato che la forma fosse “insita” in quel modello o marca di racchetta. Si sapeva che per le donne e i ragazzini “L2” è la grandezza più diffusa, mentre per l’uomo adulto meglio optare per un L3 o per mani grandi un L4. Nel dubbio il consiglio è sempre quello di scegliere la dimensione inferiore sapendo poi che il manico si può ingrandire, anche semplicemente aggiungendo un overgrip. Possibile ma decisamente più complessa è invece l’operazione di riduzione. Ma questa è una problematica classica.

Le due tipologie di impugnatura Squared e Rounded

Squared o rounded

Non altrettanto frequentemente si discute sulla forma del manico che, come dicevamo, ha una sezione ottagonale. Chi negli anni ha maneggiato attrezzi di marche differenti sa benissimo di cosa si sta parlando. La differenza sostanziale si può avvertire (e sensibilmente, abbastanza in fretta) impugnando un manico arrotondato o più squadrato. Ci sono storicamente due o tre brand (Head e Volkl su tutti) che utilizzano una sezione più squadrata. Significa con i lati 3 e 7 (le facce dell’ottagono corrispondenti al piatto corde) più lunghi dell’1 e 5 rendendo in qualche modo il manico più snello, schiacciato. Per il resto la maggior parte delle impugnature sono più arrotondate, con i lati dell’ottagono di uguale lunghezza.

Vantaggi tecnici?

Consigliare una forma piuttosto di un’altra sarebbe sbagliato. Sono preferenze personali, sensazioni di maggior sicurezza nella presa, costruite nel tempo con l’abitudine. C’è chi si azzarda con qualche teoria: le forme più squadrate favorirebbero coloro che hanno impugnature più classiche tipo continental o eastern o comunque l’esecuzione di colpi da eseguire con questo tipo di grip (inteso come impugnatura), per esempio servizio e colpi al volo. Con una forma arrotondata - secondo le stesse teorie - è più facile scendere con il palmo della mano verso le facce 4 e 5, con prese semi-western e western, quindi impugnature più estreme e colpi diciamo più “moderni” con un carico di rotazione maggiore. Ma non sono certo regole, quanto semplicemente osservazioni “statistiche” su che tipi di giocatori prediligono una forma del manico rispetto a un’altra.
Un’altra specifica caratteristica con cui si può differenziare, e non di poco, un manico sono le dimensioni del fondello, il tacco

Occhio al fondello

Un’altra specifica caratteristica con cui si può differenziare, e non di poco, un manico sono le dimensioni del fondello, il “tacco” finale del manico graffettato in fondo. Se “di serie” in realtà possono sembrare tutti simili, i giocatori professionisti (e oramai non solo loro) scelgono in base a preferenze personali di ingrandire o appiattire le differenze di spessore rispetto al resto del manico.
È decisamente più diffusa e consigliata la prima soluzione: con un “giro” di nastro isolante direttamente sulla grafite (sotto il grip) o più facilmente, se lo usate, con un doppio giro di overgrip all’inizio si può ingrossare il fondello e sentirlo distintamente al momento della presa. Lo faceva Kafelnikov, più recentemente Ivan Ljubicic: aiuta a mantenere più salda la presa in un colpo fondamentale come il servizio. E in fase di apprendimento può essere un escamotage sicuramente utile per memorizzare e automatizzare le impugnature da adottare nei diversi colpi.

Morbido o duro?

Infine si potrebbe diversificare il proprio manico anche con lo spessore del grip, o del cuoio, oramai una rarità se si analizzano le racchette in commercio. C’è chi sceglie una misura di grip appositamente minore perché sa di montare poi due strati di overgrip (più morbidezza) ma c’è ancora chi ama “smontare” il nastro di serie e posizionare un sottile overgrip di soli 2 mm direttamente sulla base in grafite o plastica (PU espanso), per “sentire” al meglio gli spigoli dell’ottagono. Mai come in questo caso, i gusti sono gusti.
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